L'attaccante che non tira mai: Beltran, pro e contro di una punta atipica
- Ancora nessun gol con la Fiorentina per Beltran
- Appena due i tiri in porta in campionato, nessuno nello specchio
- Non mancano i segnali incoraggianti che ci allontano dal rischio flop
L'arrivo di un nuovo protagonista nel calcio italiano ci spinge, in automatico, a indagare sulle sue caratteristiche e a fantasticare su quello che potrebbe essere il suo impatto in Serie A. Nel caso poi di un attaccante argentino che arriva a Firenze, soprattutto se lo si vede col numero nove sulle spalle, subentra un'influenza spontanea - un fantasma ingombrante - con cui diventa assolutamente proibitivo misurarsi.
Al di là del richiamo automatico al passato, con Batistuta come totem, è chiaro che il primo periodo di Lucas Beltran in Italia sia stato anche accompagnato da un paragone altrettanto eccellente (quanto per adesso forzato) come quello con Lautaro Martinez, volendo individuare ad ogni costo - per quel vizio indelebile del paragone - un elemento dalle caratteristiche affini a quelle dell'ex River, un prototipo di attaccante a lui avvicinabile.
Aggiungiamo al novero delle aspettative anche quelle, non di poco conto, connesse alla cifra spesa dalla Fiorentina per assicurarsi Beltran e per battere la concorrenza della Roma: 25 milioni di euro per un elemento che, in Argentina, stava vivendo un vero e proprio stato di grazia, con gol a raffica (ben 16) dall'inizio del 2023 con la prestigiosa e pesante maglia del River Plate. Numeri che, insomma, ingolosivano.
L'attaccante che non tira
Ci troviamo dunque a fronteggiare un carico ingombrante di aspettative e un responso di tutt'altro tono sul fronte delle statistiche, nessun gol fatto in 11 presenze (443 minuti tra tutte le competizioni) e soprattutto con un altro dato per certi versi più sorprendente, quello legato ai tiri in porta. Beltran, di fatto, non va mai al tiro e non ha mai sfiorato il gol in campionato: appena 2 conclusioni (dato Kickest) ma nessuna indirizzata nello specchio e, dunque, nessuna circostanza in cui l'argentino sia andato realmente vicino a segnare il suo primo gol in viola.
Una narrazione prevedibile e per certi versi superficiale potrebbe spingerci a immaginare un flop, per quanto prematuro nei tempi, ma c'è da sottolineare quanto la piazza si stia dimostrando desiderosa di aspettare Beltran (classe 2001, va ricordato) e quanto anche Italiano non abbia mai dato segnali di sfiducia o di scoramento rispetto all'argentino e al suo ambientamento. Serenità e nessuna fretta, insomma, come vero e proprio mantra.
Al contempo, tema emerso chiaramente anche parlando di Nzola, la Fiorentina si sta distinguendo fino ad ora per il gran numero di interpreti diversi mandati in gol, per protagonisti anche a sorpresa dal punto di visto realizzativo: esterni offensivi che vanno spesso al tiro, mezzali che si inseriscono con qualità, centrali difensivi particolarmente coraggiosi non solo sugli sviluppi dei calci piazzati. (Martinez Quarta su tutti).
Perché non si può parlare di flop?
Una prima punta che non segna, a livello di squadra, può trovare ampia compensazione e può spiegarsi anche osservando le caratteristiche del collettivo, il nodo critico riguarda a questo punto la fiducia nei propri mezzi, la possibilità di sbloccarsi anche mentalmente (e basta spesso un solo gol per farlo). Al di là del tema della fiducia, insomma, possiamo capire perché un Beltran che non solo non segna, ma non tira affatto, sia solo parzialmente una nota dolente.
Innanzitutto si tratta di un attaccante capace di individuare lo spazio giusto per servire il compagno, spesso ricorrendo al filtrante, in modo efficace per creare pericoli: il dato sui passaggi chiave e quello sui dribbling ci raccontano di una prima punta atipica, pronta a farsi valere con spunti nello stretto e con giocate di qualità nel dialogo coi compagni, tutti aspetti che del resto palesava anche in Argentina. Tutti aspetti che, però, stanno emergendo perlopiù sulla zona della trequarti, lontano dalla porta.
In questo senso la coabitazione con Nico Gonzalez è virtuosa, il numero 10 viola è spesso capace di rispondere alla richiesta di Italiano legata agli esterni offensivi: interpretare il ruolo come veri attaccanti, inserirsi negli spazi, farsi trovare pronti sui cross che arrivano dal lato opposto. Gonzalez in questo senso si sta rivelando persino superiore alle attese, collezionando gol di testa, e Beltran dal canto proprio può risultare - paradossalmente - un partner ideale su cui appoggiarsi.
Diventa chiaro, al contempo, che l'impressione destata da Beltran in Argentina lo vedeva abbinare tutte le doti elencate poco fa (qualità nello stretto, tecnica nel dialogo coi compagni) a un istinto da attaccante puro, pronto a sfruttare al meglio ogni spazio. Le difese italiane fin qui lo stanno tenendo a bada in quel senso, la tendenza ad arretrare il raggio d'azione fa il resto, ma è evidente che - al momento - il dato nullo sui tiri in porta (per quanto possa sembrare contradditorio) - riesce a non preoccupare, a non creare ancora i presupposti per un flop.