L'emozione della convocazione e l'impatto con la Nazionale: Cambiaso si racconta

Le parole di Andrea Cambiaso direttamente dal ritiro degli azzurri.
Andrea Cambiaso
Andrea Cambiaso / Claudio Villa/GettyImages
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La convocazione, gli altri sport e anche l'esperienza con l'Albissola nelle dichiarazioni rilasciate da Andrea Cambiaso direttamente dal ritiro della Nazionale Italiana di Calcio. Il laterale della Juventus ha anche parlato della pressione in vista delle prossime due gare, oltre a svelare la sua squadra di calcetto ideale. Ecco quanto affermato.

Sul compagno di stanza: "Sono in camera con Colpani. Come sta andando? Bene, bene. Alla grande. Siamo perfetti, per fortuna c'è qualcuno per le pulizie... Forse sono il più disordinato, ma va bene", riporta ilBianconero.com.

Sulla convocazione: "Sensazione incredibile, vivere questo posto, quest'aria. E' incredibile. Quando è arrivata la convocazione? Ero in ritiro prima del Cagliari, mi ha chiamato il team manager Matteo, e mi ha detto che ero stato convocato. All'inizio non l'ho preso sul serio, non ci credevo. Cioè, non ci speravo. Emozione fortissima. Ho chiamato subito i miei genitori e mio fratello. Ci ho messo un po' per realizzare, mi avevano detto di aspettare le 19, ma non ce la facevo a tenerlo dentro...". 

Sull'arrivo a Coverciano: "Sorprendente e molto emozionante. Entrare qui... Tra stage ed Empoli ero stato qui, ma entrare con questa divisa e far parte della Nazionale A è un grande emozione e privilegio. Il benvenuto? Le ragazze della reception. Il ritrovo era la domenica entro mezzanotte, mi hanno dato le chiavi della camera. Dai ragazzi? Il primo è stato Manuel Locatelli, che poi è andato a casa". 

Sugli altri sport: "Ho una passione molto forte per il basket, a Bologna sono riuscito a vedere l'Eurolega. Mi piace un po' tutto, ho visto il basket ieri e anche Sinner".

Andrea Cambiaso
Andrea Cambiaso / Claudio Villa/GettyImages

Sulla sua squadra di calcetto ideale: "Portiere? Buffon, sennò mi caccia dal ritiro. Gigi in porta. E' la storia. Sono giovane, quelli del passato li ricordo di meno. Col Mondiale del 2006 lo ricordo meglio, è uno dei più forti della storia. Dietro metto Maldini, giocatore pazzesco. Poi Totti e Del Piero: quel Mondiale 2006 è il primo ricordo azzurro. Due che sono stati eroi della cavalcata. Davanti ce ne sono talmente tanti... Pirlo in mezzo e poi Totti e Del Piero".

Sull'Albissola: "Non avevo giocato tantissimo, ma sono orgoglioso di quel traguardo. Mi sento ancora con dei compagni, sono venuti anche lì a vedermi. Non eravamo candidati a vincere il campionato, invece con lavoro e unione del gruppo siamo riusciti a vincerlo. Non ho ancora realizzato quanto fatto, l'altra volta quando ho sentito i miei genitori ho sentito papà molto emozionato. Ero all'Albissola neanche 5 anni fa... Papà mi ha detto: complimenti, stai tranquillo che vai lì a fare il portaborracce. Sai, è quanto mi ha portato qui. Il rapporto con papà è stato fondamentale".

Sulla prima convocazione: "Bellissimo, stupendo. La prima convocazione era arrivata a settembre. L'esordio era stato da titolare con l'Irlanda. Quella maglia lì fa un certo effetto. La nazionale maggiore? No, non si è preparati. Ho avuto la fortuna di indossare l'Under 21 e basta. Quella maggiore ha un altro peso. Essere tra i più forti d'Italia, secondo Spalletti, fa un effetto... Non ci hanno fatto cantare, speriamo che non ce lo faranno fare". 

La promessa: "Dipende solo da noi stessi il futuro. Da come si gioca col club. Poi le convocazioni...". 

Sulle parole del mister e sulla pressione: "Il mister ieri ci ha detto che dobbiamo convivere con la pressione che possiamo non qualificarci. Convivere con la paura, che ti porta anche nuove energie. Dobbiamo conviverci. La paura fa bene, entrare in campo rilassati non fa bene, la paura ti tiene concentrato. Pressione? Ascolto spesso la musica, mi porta via altri pensieri. Da quando è uscita la canzone di Bresh ascolto quella, mi ricorda le origini di Genova, mi fa piacere".