L'enigma Sottil: il timbro di Palladino sull'ennesimo nuovo inizio
Ci troviamo spesso a ricordare quanto, nel contesto italiano, la nomea di "giovane" superi il riscontro anagrafico e riesca a seguire un calciatore dall'alba della sua carriera fino quasi alla sua conclusione. Può apparire un'iperbole ma è evidente che, per tutto un insieme di fattori, Riccardo Sottil rientri in quel novero poco fortunato di calciatori collocati in una sorta di limbo: non più giovane (parliamo di un classe '99) ma mai continuo ad alti livelli, mai decisivo per più di qualche episodico periodo di grazia. In un gioco di contrasti, tra l'altro, si può riconoscere come l'ultimo periodo di grazia - il più incoraggiante - si sia tramutato in fretta in uno stop dal sapore di disillusione o persino di atto finale (e infelice) della lunga esperienza nella Fiorentina.
Riscatto e disillusione
Tra aprile e l'inizio di maggio sembrava realmente - contro ogni pronostico - che Sottil potesse lasciare il proprio segno sulla stagione gigliata, che potesse rappresentare quella risorsa vitale per Italiano nel momento chiave dell'anno (tra campionato ed Europa). Prestazioni con un messaggio implicito: non servivano altri acquisti sugli esterni, bastava davvero lui. La semifinale di andata di Conference contro il Bruges, al Franchi, racchiude in sé tutta la natura contraddittoria di Sottil e del suo tragitto: un gran gol in avvio, destro sul secondo palo da posizione defilata, che pareva essere il timbro definitivo sul riscatto ma un successivo infortunio alla clavicola sinistra tale da tenerlo fuori per il resto della stagione.
Quel gol arrivava peraltro a pochi giorni di distanza da un'altra ottima prova, contro il Sassuolo, condita da una rete e da due assist: l'impressione era quella di essere di fronte a un Sottil finalmente continuo, finalmente capace di abbinare intraprendenza nell'uno contro uno (mai mancata) a giocate efficaci per una logica di squadra. Non si trattava soltanto di quei guizzi sporadici già assaporati in precedenza ma di un "nuovo Sottil", aspetto peraltro dimostrato anche da un minutaggio in sorprendente aumento (9 partite consecutive in campo di cui 7 da titolare).
Dall'illusione al nuovo stop, dunque, dalla rinascita al possibile epilogo: tifosi e addetti ai lavori ritenevano che il percorso di rivoluzione della rosa pronto a partire (e che oggi si sta effettivamente verificando) investisse anche Sotti, che non ci fosse ancora spazio e voglia per l'ennesimo atto di fiducia. Eppure la direzione delle cose si è dimostrata esattamente opposta, stavolta non per una presa di posizione di Pradè (come accaduto in passato) ma per un attestato di stima diverso e, se possibile, ancor più decisivo all'alba di un nuovo ciclo: quello di Raffaele Palladino.
L'attestato più importante
Fin dalle prime parole in fase di presentazione, tutt'altro che prudenti o di rito, il nuovo tecnico gigliato ha addirittura accostato Sottil a Nico Gonzalez per caratteristiche: nella sua viola ideale, infatti, i due dovrebbero giocare da esterni offensivi a piede invertito nel 3-4-3, Nico a destra e Sottil a sinistra. Proprio come Gonzalez, a dire del nuovo allenatore viola, Sottil presenta imprevedibilità e creatività tali da poter fare la differenza, da poter essere protagonista e non solo una carta da spendere sporadicamente. Di fatto, senza mezzi termini, un vero e proprio titolare.
La cifra di un allenatore e del suo impatto su una nuova realtà, spesso, si misura anche sulla capacità di rilanciare e rispolverare risorse rimaste inesplorate o mai sfruttate fino in fondo: Italiano ha saputo farlo con Saponara o con Duncan a suo tempo, Palladino intende farlo con Sottil e non soltanto a parole. Un input che sta trovando una risposta cruciale anche dal giocatore, vero e proprio protagonista dei primi giorni di allenamenti al Viola Park sia per giocate di qualità che per una condizione sorprendente, soprattutto dopo un infortunio che lo ha tenuto fermo ai box da inizio maggio.
Amichevole con la Primavera, Sottil già in gol:
Palladino ha affermato dunque di apprezzare Sottil a prescindere, "per estro, gamba e fantasia", ma ancor di più sta facendo capire - nel lavoro quotidiano sul campo - di aver trovato un elemento motivato e responsabilizzato, desideroso di vivere la sua prima grande stagione in viola e di svincolarsi definitivamente dall'etichetta scomoda di "talento ipotetico". L'enigma Sottil riuscirà finalmente a sciogliersi? L'estate, complici le vacanze prolungate di Beltran e Nico Gonzalez, darà già i primi indizi.