L'epopea degli italiani in Premier alla fine degli anni '90: i protagonisti

Gianfranco Zola, Roberto Di Matteo
Gianfranco Zola, Roberto Di Matteo / Tom Shaw/Getty Images
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Negli anni '90, il campionato più bello al mondo era la Serie A. Tuttavia, proprio in quel periodo, la Premier League stava mettendo le basi per sostituire il nostro campionato in cima alle preferenze di tifosi e giocatori. Una crescita a cui hanno contribuito diversi giocatori italiani. Andiamo a vedere alcuni di essi.


Gianluca Vialli

AS Photo Archive
AS Photo Archive / Alessandro Sabattini/Getty Images

Il primo calciatore italiano ad andare a giocare all'estero nel pieno della sua carriera. Il primo a scegliere la Premier League per il fascino del campionato inglese. Vialli, infatti, subito dopo aver alzato la Champions League da capitano della Juventus, decide di trasferirsi, a zero, al Chelsea. La squadra allenata da Gullit, presto diventerà una vera e propria colonia italiana con Vialli che, dopo l'esonero dell'olandese, assumerà il ruolo di giocatore-allenatore con ottimi risultati.

Roberto Di Matteo

Roberto Di Matteo of Italy Signs for Chelsea
Roberto Di Matteo of Italy Signs for Chelsea / Clive Mason/Getty Images

Come dicevamo, il Chelsea, una volta acquistato Vialli, diventa una colonia italiana e il primo che sbarca a Londra è Roberto Di Matteo. Dopo tre anni alla Lazio, in cui, con buone prestazioni, era riuscito a conquistare un posto in Nazionale, il centrocampista, causa cattivi rapporti con Zeman, decide di abbandonare i biancocelesti e sceglie di seguire Vialli in Blues. Al Chelsea vincerà diversi trofei, restando nei cuori dei tifosi.

Fabrizio Ravanelli

Fabrizio Ravanelli of Italy
Fabrizio Ravanelli of Italy / Getty Images/Getty Images

Sempre nell'estate del 1996 un altro giocatore italiano si trasferisce in Premier League. Un altro componente del trio d'attacco della Juventus campione d'Europa. Ovviamente non è Del Piero, ma Fabrizio Ravanelli. Nella stessa estate, infatti, mentre Vialli inizia la sua proficua avventura al Chelsea, Penna Bianca, con molte titubanze, si trasferisce al Middlesbrough, diventando, tra l'altro, il calciatore più pagato della Premier League. Con la maglia del Boro, disputa una stagione e mezza, in cui, da una parte, trascina la squadra in finale delle coppe nazionali, ma, dall'altra, non riesce a evitare la retrocessione.

Gianfranco Zola

Gianfranco Zola of Chelsea
Gianfranco Zola of Chelsea / Ben Radford/Getty Images

Nella stagione 1996/1997, ricapitolando, il Chelsea si ritrova due italiani in squadra. Arriva, però, la sessione autunnale di mercato e se ne aggiunge un terzo. Dato il poco spazio al Parma di Ancelotti (che punta maggiormente su Crespo e Chiesa), infatti, in Blues arriva Gianfranco Zola. Dopo pochissimo tempo, grazie al suo talento, diventa il beniamino dei tifosi del Chelsea che lo rinominano Magic Box. Sarà proprio lui, tra l'altro, a siglare il gol che porta il Chelsea a vincere la Coppa delle Coppe.

Gianluca Festa

Harry Kewell and Gianluca Festa
Harry Kewell and Gianluca Festa / Ross Kinnaird/Getty Images

Così come Zola, anche un altro italiano si trasferì in Inghilterra a stagione in corso nel 1996/1997, ovvero Gianluca Festa. Dopo due anni e mezzo all'Inter, infatti, il difensore sardo decide di provare l'esperienza all'estero e, così, raggiunge Fabrizio Ravanelli al Middlesbrough, dove resterà ben più del connazionale. Vestirà la maglia del Boro per 5 anni, contribuendo alla risalita in Premier League.

Paolo Di Canio

Paolo Di Canio
Paolo Di Canio / Craig Prentis/Getty Images

Dopo aver vestito, in Italia, le maglie di squadre importanti quali Lazio, Juventus, Napoli e Milan, Di Canio, nel 1996, si trasferisce al Celtic. Resta una stagione, dove si mette in luce e, nel 1997, inizia la sua lunga esperienza in Inghilterra. Prima giocherà con lo Sheffield Wednesday e, poi, si legherà al West Ham con cui disputerà 5 campionati a ottimi livelli. Per via della sua correttezza e delle sue prestazioni, Di Canio diventerà idolo dei tifosi degli Hammers.

Francesco Baiano

Francesco Baiano of Derby County
Francesco Baiano of Derby County / Getty Images/Getty Images

il 1997 fu un anno di grande esodo dall'Italia, con direzione Inghilterra. Oltre a Gianluca Festa e Paolo Di Canio, infatti, in quell'anno si trasferirono in Premier League molti altri calciatori italiani, tra cui Francesco Baiano. L'attaccante, infatti, concluso il ciclo con l'ambiziosa Fiorentina di Cecchi Gori, infatti, sceglie anche lui di andare in terra inglese e, così, finisce al Derby County. Lì resterà due anni, contribuendo agli ottimi risultati della squadra.

Attilio Lombardo

Attilio Lombardo
Attilio Lombardo / Clive Mason/Getty Images

A un anno di distanza, sempre nel 1997, dagli ex compagni Vialli e Ravanelli, un altro juventino campione d'Europa, lascia i bianconeri, sbarcando in Inghilterra. Si tratta di Attilio Lombardo che piazza la bandiera italiana in un'altra squadra, il Crystal Palace. Nel club dei vetrai resterà due anni, assumendo, al pari di Vialli, la carica di calciatore-allenatore, non riuscendo, tuttavia, a evitare la retrocessione in Championship.

Alessandro Pistone

Allesandro Pistone of Newcastle United
Allesandro Pistone of Newcastle United / Phil Cole/Getty Images

L'uomo diventato celebre perchè Roy Hodgson lo preferì a uno dei terzini più forti della storia, Roberto Carlos, Alessandro Pistone. Il terzino italiano, dopo due anni all'Inter, si trasferì, anche lui nel 1997, in Inghilterra, al Newcastle. Con i Magpies disputa tre stagioni, inframezzate da una parentesi al Venezia, prima di passare, a inizi del 2000, all'Everton a cui legherà gran parte della sua carriera.

Gabriele Ambrosetti

Gabriele Ambrosetti of Chelsea
Gabriele Ambrosetti of Chelsea / Clive Brunskill/Getty Images

Concludiamo con un altro giocatore italiano trasferitosi al Chelsea, Gabriele Ambrosetti. Nel 1999, Gianluca Vialli, ormai allenatore dei Blues, date le prestazioni con la maglia del Vicenza, fa di tutto per averlo e alla presentazione lo indica come il Giggs italiano. Al Chelsea, però, Ambrosetti delude le aspettative a causa anche di infortuni che lo tengono spesso fuori dai campi da gioco.


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