L'eroe Joselu e il famoso tweet di 12 anni fa

Dal link per guardare Barça-Real Madrid del 2012 alla doppietta in Semifinale di Champions League.
Real Madrid v FC Bayern München: Semi-final Second Leg - UEFA Champions League 2023/24
Real Madrid v FC Bayern München: Semi-final Second Leg - UEFA Champions League 2023/24 / Chris Brunskill/Fantasista/GettyImages
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Creo que uno sueña tener noches asì, y creo que en mi sueños no son tan bonitos como los de hoy. Non sappiamo se Joselu sia riuscito a dormire questa notte. Una doppietta al Bayern Monaco che vale un'altra finale di Champions League, l'occasione per vincere la 15ª della storia blanca, una notte indimenticabile come tante altre per i tifosi. Unica per il protagonista che non ci si aspetta.

Si tratta José Luís Sanmartín Mato, o meglio Joselu, nato a Stoccarda, in Germania, il 27 marzo del 1990. Tornato in Spagna a 3 anni, precisamente in Galizia, dove ha cominciato il suo percorso di calciatore professionista nelle giovanili del Celta Vigo, prima di firmare per il Real Madrid nel 2010 e tornarci esattamente 13 anni dopo.

Un percorso travagliato che lo ha ripresentato in Bundesliga con le maglie di Hoffenheim, Eintracht Francoforte e Hannover, con cui si è regalato la Premier League con quelle di Stoke City e Newcastle, prima di tornare definitivamente nella terra che lo ha cresciuto, la Spagna. Quattro stagioni consecutive in doppia cifra con Alavés ed Espanyol a generare la chiamata dalla Casa Blanca. Dall'altro capo del telefono Carlo Ancelotti e la sensazione che a 33 anni Joselu sarebbe servito nell'anno di transizione tra il Real Madrid senza Kylian Mbappé e quello con Kylian Mbappé.

Il Tweet del 2012

12 anni fa, precisamente il 23 agosto 2012, Joselu aveva definitivamente lasciato Madrid per 6 milioni di euro. A riportarlo in Germania ci aveva pensato l'Hoffenheim di Roberto Firmino, per renderlo l'attaccante titolare della propria campagna di Bundesliga. Qualche settimana per ambientarsi e la voglia di tornare a vedere il Real, almeno su internet.

L'occasione a cui si riferisce è Barcellona-Real Madrid, valida per la Finale di andata della Supercoppa di Spagna. Guardiola ha già salutato il club blaugrana e al suo posto figura lo scomparso Tito Vilanova, a confronto con il Real di José Mourinho che perderà 3-2 al Camp Nou per poi imporsi 2-1 al Bernabeu e trionfare grazie alla regola del gol trasferta.

Chissà se Joselu alla fine riuscì davvero a trovare quel link e gustarsi in tv quella partita. Sicuramente, 12 anni più tardi, in molti ammirato lui ergersi a padrone dei minuti finali blancos, e riuscire dove Bellingham, Vinicius e Rodrygo avevano fallito fino a quel momento. Nell'intervista postpartita ai microfoni del Real Madrid l'attaccante ha detto tante cose, con la maturità di un 34enne e la naturalezza di chi ha sempre sognato questi momenti, inconsapevole però che la realtà sarebbe riuscita a superarli.

È il momento della festa dei blancos, che in queste tre settimane potranno anche godersi i meritati applausi per la Liga vinta. Festeggiamenti posticipati proprio a causa dell'ormai superata Semifinale di ritorno contro il Bayern. Celebrazioni nelle quali è molto probabile che Joselu sia già considerato un idolo. È vero, spesso in una squadra come il Real gli idoli coincidono con i fenomeni: da Cristiano Ronaldo a Benzema, fino a Kroos e Modric. Tuttavia, in questo Madrid ci sono anche personalità come Nacho e Carvajal, calciatori come Joselu, che pur senza aver mai avuto un livello paragonabile a quello dei sopracitati, sono risultati essere estremamente decisivi.

In più, ed è forse il fattore principale che contribuisce a renderlo un futuro simbolo della stagione madridista, ci sono tutti i contributi che gli eventi della contemporaneità permettono di ripescare dal passato. Come questa intervista del 2012, in cui era uno dei tanti giovani del Real Madrid Castilla che come sogni principali nutriva quelli di diventare un professionista e aiutare la sua famiglia.

Tifoso del Real Madrid fino da piccolo in una rivalità iniziata con la sorella, appassionata del Barça, e un attaccamento che lo portava a piangere ogni volta che i blancos perdevano. Il legame con i nonni, scomparsi tragicamente a dieci giorni di distanza uno dall'altro, il sogno di diventare un futbolista profesional e la chiusura esperta che lascia intendere, ma che evita problemi. Che Joselu intenda anticule (antibarça) è abbastanza evidente.

Joselu, Emmanuel Adebayor, Cristiano Ronaldo
Real Madrid v UD Almeria - La Liga / Denis Doyle/GettyImages

Dall'abbraccio con il campione fino a diventare il campione, almeno per una notte. Storie così, per calciatori muy del Madrid fin da piccoli, al Real accadono una volta ogni molti anni.