L'estate dei ritorni in Serie A: spinta per crescere o brutto segno?
"Clamoroso Inter, Lukaku è pronto a tornare!"
"Che colpo della Juve: Pogba torna a casa"
Non sono titoli veramente apparsi sui giornali - anche se lo fossero la cosa non mi stupirebbe - ma è più o meno questo l'hype che la stampa sta dedicando ai ritorni in Italia di Romelu Lukaku e Paul Pogba.
Il mercato non è ancora ufficialmente aperto ma a detta di molti il belga e il francese sono già i colpi dell'estate. Stiamo pur sempre parlando di un attaccante da oltre 300 gol in carriera e di un centrocampista campione del mondo che fino a qualche anno fa era considerato tra i migliori in circolazione.
Eppure, a non convincere a pieno è il tempismo di queste operazioni. Partiamo con Lukaku. Big Rom ha già vestito la maglia dell'Inter ed è stato l'uomo copertina dello Scudetto targato Conte. La scorsa estate però ha deciso di regolare un vecchio conto in sospeso e ha fatto ritorno al Chelsea, squadra per la quale aveva già giocato senza però riuscire a incidere. La storia all'ombra di Stamford Bridge si è però ripetuta: il belga è sempre sembrato un alieno nel sistema di gioco di Tuchel, che non ne ha mai nascosto le difficoltà di ambientamento. Il tecnico tedesco non avrà fatto opposizione quando il suo numero nove gli ha chiesto di rispedirlo a Milano.
Se al momento della sua partenza Lukaku era considerato uno degli attaccanti più forti in circolazione, ora è invece un giocatore in cerca di riscatto.
Discorso simile per Pogba che lasciò Torino con l'etichetta di "miglior centrocampista del mondo" ma che nei 6 anni a Manchester ha via via perso valore e che adesso ha scelto di nuovo la Juventus per rilanciarsi ad alti livelli. Tanto che non solo i Red Devils non gli hanno rinnovato il contratto, ma sono stati pochissimi i club ad aver bussato alla sua porta per ingaggiarlo.
Alla fine, in entrambi i casi, i ritorni suonano come un ripiego per i giocatori in questione, che hanno solo voglia di riscattarsi in quello che per loro è stata un'oasi felice, e come un palliativo per le società che sanno di provocare grande entusiasmo tra i tifosi acquistando dei vecchi beniamini.
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