L'impatto (cruciale) delle questioni disciplinari sulle voci attorno a Kean

Nessun incedibile per la Juve, neanche Kean. Il Fulham intanto si è mosso coi bianconeri.
Kean
Kean / Loren Elliott/GettyImages
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Non è certo una novità che, nel corso di una sessione estiva, la posizione di Moise Kean finisca per diventare in bilico o comunque oggetto di discussione, perlomeno sul fronte mediatico. In questo caso, proprio negli ultimi giorni, sono tornate a circolare voci sul possibile addio del classe 2000, uno scenario che fino a poche settimane fa appariva fuori dal quadro complessivo in casa Juventus.

L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport si sofferma in particolare sui motivi che, di fatto, avrebbero portato la Juve a non ritenere incedibile Kean: negli Stati Uniti le avvisaglie sembravano positive anche al di là del gol contro il Real Madrid, con un atteggiamento incoraggiante, ma successivamente - a dire del quotidiano - l'aspetto disciplinare avrebbe lasciato un segno (non positivo) sulla situazione dell'attaccante.

Si citano in particolare ritardi alle convocazioni come aspetto tale da irritare la Juventus, anche al di là di situazioni svincolate dalla responsabilità del calciatore (come i problemi di natura fisica). Il tutto unito poi al quadro generale e all'idea, già nota, che in casa Juve non ci siano adesso incedibili in senso stretto: i bianconeri comunque non intendono svendere e chiedono almeno 30 milioni di euro.

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Si sottolineano infine le voci dalla Premier League sul giocatore: la nostra redazione inglese cita il sondaggio del Fulham, nell'ottica di rendere Kean il sostituto di Mitrovic. Il club londinese si sarebbe mosso dunque con la Juve per prendere informazioni sulla disponibilità del giocatore, Kean dal canto proprio - secondo i colleghi inglesi - sarebbe aperto all'idea di raggiungere il Fulham. Una formula plausibile potrebbe essere quella di un prestito con obbligo di riscatto (gli inglesi per il momento spingerebbero solo per il diritto, senza obbligo).