L'impresa dell'Allianz rispolvera ricordi lontani: regalo di Natale o vera svolta viola?
Quante volte si sente citare una partita "che vale un'intera stagione"? Certo il messaggio rimanda a un'idea provinciale, a un'ambizione confinata all'episodio, all'inflazionata similitudine con Davide e con Golia. Ma è altrettanto vero che, spogliando il calcio di ambizioni simili, resta poco altro per cui entusiasmarsi e per cui sognare.
Il sapore del 3-0 della Fiorentina all'Allianz contro la Juventus è puramente quello del sogno: c'è l'incredulità, ci sono immagini sparse, fotografie che immortalano momenti che (altrimenti) penseresti figli di un pensiero fatto nel dormiveglia. C'è anche altro, una Juve che traballa in difesa e un arbitro che di certo non le dà una mano: sono luoghi comuni che si ribaltano e situazioni paradossali. Come Ribery che insegue Chiesa e lo contrasta con durezza. come lo stesso Chiesa insieme a Bernardeschi ad arrancare contro quella squadra che voleva lasciare con tanta urgenza per spiccare il volo.
La festa nello spogliatoio, l'orgoglio dei dirigenti e l'accoglienza rivolta alla squadra, al momento dell'arrivo in treno, rinfrescano memorie viola che sembravano del tutto impolverate, ormai fuori da questo tempo, ma tutto questo può avere un valore forte davvero solo se la squadra ne amplificherà l'eco quando ci sarà da ospitare il Bologna, quando i palcoscenici si faranno meno di prestigio e più da trincea. Renderla solo una parentesi felice, un regalo di Natale, sarebbe ingeneroso e fine a se stesso: per diventare un'impresa "storica" dovrà essere la base di una vera svolta, per dimostrare che i valori della squadra sono più simili a quelli di ieri (quelli ipotizzati a inizio stagione) che non al rendimento scadente visto nelle partite più alla portata.
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