L'Italia ha trovato il suo centravanti per l'Europeo?
Il primo test è in archivio, così come le prime opinioni sull'Italia di Luciano Spalletti. L'amichevole con il Venezuela è finita 2-1 per gli Azzurri in una prova tutt'altro che entusiasmante ma ricca di sperimentazioni. Dai tentativi di 3-4-2-1 all'utilizzo di tanti calciatori che non sembrano partire titolari nell'undici che la maggior parte degli italiani ha disegnato nella propria mente per l'Europeo in Germania.
A Fort Lauderdale hanno giocato Bonaventura e Locatelli dal primo minuto, con Frattesi più avanzato, Udogie e Cambiaso sulle corsie laterali. È partito titolare Federico Chiesa e soltanto nella seconda parte hanno fatto il proprio ingresso in campo Jorginho, Barella e Pellegrini, con Dimarco e Bastoni rimasti a guardare la sfida per 90 minuti.
Tra le note positive c'è il tema attaccante, discorso che più di tutti preoccupa i tifosi azzurri. Il motivo è la contemporaneità delle stagioni poco prolifiche messe a referto finora dai convocabili di Luciano Spalletti.
Come è evidente dalla grafica, almeno in riferimento alle statistiche della stagione 2023-24, non c'è nessun italiano che sta rubando l'occhio. Nessuno è stato in grado di imporre una distanza gerarchica con gli altri ed è il motivo per cui si discute in maniera più accesa su chi dovrebbe essere il numero nove della Nazionale Italiana.
Guardando alla lista l'unico non convocabile da Luciano Spalletti sarà Domenico Berardi, a causa del grave infortunio che l'ha costretto all'operazione e ha terminato anzitempo la sua stagione. Tra tutti gli altri il migliore, considerando i gol, ma anche i gol e gli assist sommati, risulta essere Vincenzo Grifo, da anni punto fermo del Friburgo, ma escluso dai convocati del CT per questa sosta insieme a Ciro Immobile, Gianluca Scamacca e Andrea Pinamonti.
Contro il Venezuela il terminale offensivo titolare è stato individuato in Mateo Retegui. Una scelta che, viste le assenze dei sopracitati, e la concorrenza con Lucca e Raspadori, è apparsa abbastanza logica e ha subito premiato. Retegui, 6 gol in Serie A e 2 in Coppa Italia, ha prima sbloccato il match e ha poi segnato il gol vittoria festeggiando la sua quarta rete in azzurro in appena 5 apparizioni, di cui 4 dal primo minuto.
Ha scosso la partita dimostrandosi lucido in entrambe la situazioni. Nella prima, abbastanza agevole, non ha tremato. Consapevole di essere senza marcatura, ha orientato lo stop con il mancino, ruotando rapidamente il corpo e incrociando con un veloce sguardo al portiere, sicuro che traiettorie così precise nell'angolo opposto sono impossibili da raggiungere.
Nella seconda occasione ha invece esultato per una rete molto più bella. La posizione del corpo è ottima durante l'ingresso in area di Jorginho, ma la sfera del centrocampista dell'Arsenal è un po' arretrata. Ha pochi istanti per ricalcolare il da farsi, istanti che coincidono con un controllo spalle alla porta e una girata senza guardare la posizione del portiere. Una soluzione che solitamente complica le scelte dei numeri uno avversari e che, nella serata di Fort Lauderdale, si è rivelata estremamente efficace.
Due gol contro il Venezuela in una sfida con poco da raccontare per gli altri, ma della quale non si possono ignorare i segnali positivi di un attaccante che in azzurro sembra essere spietato. La media di un gol ogni 87 minuti inaugurata con Mancini e confermata con Spalletti che nel postpartita ha approvato pubblicamente la sua prestazione, esaltando anche la capacità di saper tenere la palla per far salire di squadra e l'aiuto con i colpi di testa in fase difensiva.
"È stato perfetto dentro al campo, ha finalizzato, ha fatto sponde, è venuto in fase difensiva a toglierci delle beghe sui dei calci piazzati. Grandissima partita, quella che è la sua qualità in area di rigore la sapevamo. Quasi quasi mi è piaciuto più tutto il resto, poi naturalmente i gol sono fondamentali."
- Spalletti nel postpartita
Parole di approvazione per un attaccante il cui modo di stare in campo è generalmente apprezzato. Sacrificio e cinismo sotto porta, il vestire la maglia della Nazionale come sogno ricorrente e un Europeo in cui si candida come punta principale di Luciano Spalletti. Oltre alle parole, sono i primi numeri in azzurro a sostenerlo.