L'Olimpico riabbraccia DDR e la Roma batte l'Hellas: 2-1 con apnea finale
Il ritorno di Daniele De Rossi all'Olimpico, da tecnico della sua Roma, è chiaramente il tema accentratore dell'anticipo della ventunesima giornata di Serie A. Una settimana turbolenta, col clamoroso esonero di Mourinho (tanti cori e striscioni per lui), trova così un proprio epilogo ideale ma ricco di paradossi: da un lato la suggestione di un ritorno sognato, d'altro canto una classifica da aggiustare e un ambiente in fibrillazione, con tanto di contestazione verso i Friedkin. Dall'altra parte c'è un Verona che perde pezzi, causa mercato, chiamato all'impresa per allungare su Empoli e Salernitana.
Prima grande occasione giallorossa sui piedi di Karsdorp, pescato da Bove con un gran filtrante ma troppo altruista davanti a Montipò. Per l'Hellas ci prova Suslov, sugli sviluppi di un contropiede: sinistro facilmente bloccato da Rui Patricio. Al 20' passa la Roma e lo fa con un sinistro di prima di Lukaku: Pellegrini pesca El Shaarawy, bravo a servire il belga alle proprie spalle per il vantaggio giallorosso. Una rete che dà fiducia ai giallorossi: cross di Lukaku, El Shaarawy fa sponda e Pellegrini dopo un gran controllo fa partire un sinistro potente che batte Montipò per il 2-0. Occasione anche per il 3-0 sui piedi di Huijsen in scivolata, palla fuori di un soffio ma Roma assolutamente in controllo fino all'intervallo.
L'Hellas si illude di poter riaprire la partita già al 56' con Folorunshu, il suo intervento falloso su Karsdorp però vanifica la rete (decisione confermata dal VAR). Qualche problema fisico da segnalare per i giallorossi: cambio forzato nel primo tempo per Spinazzola e Dybala out visibilmente dolorante. Il Verona spreca poi la più grande occasione: rigore assegnato con ausilio del VAR (per mano di Llorente) e pallone tirato alle stelle da Djuric al '66. Un Verona diverso rispetto al primo tempo che trova anche la rete, Rui Patricio devia una conclusione di Folorunshu dalla distanza ma non abbastanza da mandarla fuori, l'Hellas la riapre al 77'. Finale in apnea per la Roma, visibilmente calata rispetto al primo tempo, ma capace di difendere il risultato fino all'ultimo nonostante l'intraprendenza gialloblù: DDR saluta il ritorno all'Olimpico con un successo tanto sudato quanto prezioso.
La chiave tattica
De Rossi sceglie di puntare sulla difesa a quattro per la sua prima alla guida della Roma, in discontinuità sia con Mourinho che con la propria esperienza alla SPAL. Sfida su ritmi alti, le due squadre pressano e ripartono velocemente, la Roma cerca spesso il dialogo nello stretto e il disimpegno anche rischioso, perdendo qualche pallone di troppo. L'impronta diversa del tecnico si nota: c'è ricerca dello scambio in velocità, del gioco massimo a due tocchi e di una manovra più fluida fin dalla propria metà campo.
Dall'altra parte il Verona si affida alle sponde di Djuric e al movimento tra le linee di Suslov. L'uno due firmato Lukaku-Pellegrini dà forza alla Roma, anche in fase di possesso, e toglie fiducia all'Hellas: la formazione di De Rossi riesce a eludere la pressione gialloblù con scambi di qualità. La Roma prova a rallentare leggermente i ritmi nella ripresa, affidandosi sempre al fraseggio, il Verona dal canto proprio cerca di approfittarne e continua a crederci mostrando un atteggiamento diverso rispetto al primo tempo (anche grazie ai cambi). Nel finale la Roma torna alla difesa a tre per preservare il risultato, gli equilibri saltano e il Verona spinge, coi giallorossi in trincea.
L'episodio della partita
Considerando l'impatto di El Shaarawy si potrebbe far risalire l'episodio risolutivo già alla scelta di De Rossi di schierare il Faraone come ala sinistra, permettendogli di dare il meglio e di tornare in una condizione ideale per esprimersi. Ragionando di episodi in senso stretto si può far riferimento al gol che "stappa" la sfida e proprio all'intelligente assist di El Shaarawy per l'accorrente Lukaku, una giocata cruciale per indirizzare poi al meglio il resto della sfida.
Il migliore in campo
El Shaarawy Raccoglie gli applausi dell'Olimpico al momento dell'uscita dal campo, i due assist forniti a Lukaku e Pellegrini spiegano la reazione dei tifosi. In occasione del primo gol si accorge dell'accorrente Lukaku e lo serve con intelligenza e altruismo, nel secondo caso appoggia il pallone al volo per Pellegrini e ne favorisce la giocata. Tante giocate di qualità soprattutto nel primo tempo, con calo fisiologico nella ripresa.
Le pagelle
El Shaarawy 7 I gol della Roma portano anche la sua firma, con due assist formidabili che mettono Lukaku e Pellegrini nelle condizioni di segnare. Torna ad agire da ala sinistra e si esalta, mostrando tutte le proprie qualità tecniche (spesso messe in ombra quando agisce come quinto).
Pellegrini 7 Una sfida che parte coi fischi ma che si trasforma sia grazie al bel gol di sinistro (dopo un gran controllo) che alle tante giocate di qualità. Sfida da capitano, da leader tecnico sempre nel vivo del gioco e utile in entrambe le fasi.
Lukaku 7 Il gol, il primo dell'era De Rossi, impreziosisce la sua prova ma non mancano altri aspetti da sottolineare: il belga rappresenta sempre un riferimento spalle alla porta e avvia anche l'azione che porta al 2-0 (con un cross).
Bove 6,5 Cambia l'allenatore ma non cambia Bove, il centrocampista giallorosso è sia generoso che intelligente tatticamente, risultando ordinato in costruzione e ostinato nel recupero dei palloni. L'Olimpico, va da sé, apprezza.
Suslov 6 Il più attivo e intraprendente tra i gialloblù soprattutto nel primo tempo, ci prova col sinistro e mette in difficoltà i giallorossi muovendosi tra centrocampo e attacco. Dà una mano anche in ripiegamento nei momenti di difficoltà.
Folorunshu 6,5 Motivazioni extra date dal tifo biancoceleste: prima si illude di riaprire la partita, gol annullato per fallo in attacco, e poi riesce nella missione con una conclusione da lontano deviata goffamente da Rui Patricio.