L'ossessione centravanti e il rischio di una falsa priorità di mercato
Si è più volte rimarcato quanto la percezione del rendimento di Cabral e Jovic, nel racconto fatto dalla Fiorentina, sia ammantata di un certo grado di retorica o di comprensibile volontà di "vendere" al meglio quanto fatto sul mercato: lo stesso Commisso, a più riprese, ha valutato quanto fatto dai due attaccanti sommando le loro reti (quelle siglate in campionato e nelle altre competizioni) e spostando dunque così l'entità del bilancio complessivo.
Bisogno o falsa priorità?
L'idea di un impatto devastante in maglia viola è lontana dalle prospettive sia pensando al brasiliano che ancor di più al serbo, con una certa discontinuità di rendimento e un'alternanza fisiologica di luci e ombre, ma nel vivo del mercato estivo occorre sottolineare come il "nodo centravanti" possa adesso prospettarsi come un falso problema o come una priorità forzata all'interno delle cose viola.
Il racconto delle vicende di mercato, oltrepassato l'affare Arthur e accolto l'ottimo lavoro in uscita svolto su Igor e Terzic, s'incaglia dunque ancora una volta con l'idea di dover intervenire in attacco e i nomi tirati in ballo sono gli stessi che, da tempo, ricorrono ciclicamente. In particolare sembra aver preso piede la pista che porta a M'bala Nzola dello Spezia, sia in virtù della conoscenza pregressa con Italiano (suo tecnico proprio in Liguria) che valutando le condizioni economiche dell'affare, senz'altro più convenienti rispetto a un Dia per cui servirebbero almeno 25 milioni di euro.
La necessaria valutazione da intraprendere in questo senso, anche per capire l'approccio dei viola, riguarda un eventuale salto di qualità con Nzola in sostituzione di uno tra Jovic e (più verosimilmente) Cabral. Per caratteristiche si tratterebbe di un centravanti più affine al profilo del brasiliano ma, ad oggi, sacrificare l'ex Basilea per puntare sullo spezzino non appare una garanzia di crescita o di miglioramento rispetto allo stato attuale delle cose.
Mettere a confronto i 13 gol dell'angolano in campionato con gli 8 firmati da Cabral nel 2022/23 sarebbe ingeneroso, anche per un mero discorso di minutaggio: 2653 minuti in campo per Nzola, 1426 per il brasiliano. Cabral ha vissuto d'altronde in costante ballottaggio con Jovic, al centro dell'attacco viola, e non è mai stato inamovibile.
Al contempo la Fiorentina ha dimostrato di saper andare in rete anche con altri interpreti e di non affidarsi solo ed esclusivamente a un terminale offensivo (come dimostrano i gol di Gonzalez, Ikoné, Bonaventura e Saponara). Una mera logica di paragone, dunque, non può reggere ed è evidente quanto sia Jovic che Cabral risentano nei loro numeri di un costante avvicendamento, di un ballottaggio ormai fisiologico (anche per la tendenza di Italiano di variare costantemente undici titolare).
Cosa serve alla Fiorentina sul mercato?
L'idea di un necessario investimento in attacco può finire per distrarre o per mascherare altre priorità, altri ruoli in cui potrebbe valere la pena fare un sacrificio: l'addio di Igor (con annesso ottimo incasso) rende necessario l'arrivo di un centrale mancino che possa affiancare Milenkovic, pur in presenza di un Ranieri ritrovato (fresco di rinnovo). Il profilo di Murillo del Corinthians può meritare attenzione anche per margini di crescita, Sutalo dal canto proprio sarebbe più pronto per l'immediato, in entrambi i casi si tratta di centrali in grado di impostare e dal buon valore tecnico: il profilo ricercato insomma sembra questo.
Accanto al discorso legato al sostituto di Igor reclama uno spazio anche il tema spinoso del portiere: qualcuno arriverà, lo ha lasciato intendere anche Italiano spiegando al TGR Toscana di volere "tre portieri affidabili che possano garantirci grandi prestazioni". La logica dell'alternanza sembra riguardare (agli occhi del tecnico) anche il ruolo di estremo difensore, così come accaduto nell'ultima stagione, ma l'idea di comprare per comprare ha già insegnato la propria lezione e potrebbe valere la pena - stavolta - di valutare un investimento economicamente importante in un ruolo così cruciale.
Chiunque arrivi dovrà rappresentare un potenziale titolare, qualcuno in grado di far chiaramente alzare il livello di un terzetto composto da Terracciano, Cerofolini e Martinelli. Ultimo ma non ultimo il tema connesso al caso Amrabat: l'arrivo di Arthur non può compensare in tutto e per tutto il probabile addio del marocchino (soprattutto in caso di cessione di Duncan) e l'idea di intervenire in entrata a metà campo potrebbe essere sondata, con un elemento di interdizione da aggiungere a una mediana prettamente qualitativa (il profilo di Dominguez può essere ideale in tal senso).
In sostanza esistono, in una potenziale scala gerarchica di priorità, una serie di temi che meritano maggiore attenzione dell'eterno tormentone mediatico sul centravanti, aspetto degno di nota solo in presenza di un palese salto di qualità rispetto al quadro attuale, un salto non garantito sulla carta dal mero avvicendamento Cabral-Nzola. Un aspetto da trattare, anche più avanti, come un'opportunità ma non come un'ossessione.