L'undicesima semifinale di Carlo Ancelotti
Lo ha fatto ancora. Per l'undicesima volta in carriera, per la terza consecutiva sulla panchina del Real Madrid, la quinta se consideriamo anche le stagioni con i blancos risalenti a una decade fa. Carlo Ancelotti, dopo aver messo a referto la panchina numero 201 in Champions League, l'ha bagnata con un altro successo storico, arrivato dopo la lotteria dei calci di rigore.
Come sia riuscito a ingabbiare il Manchester City straripante di Pep Guardiola è difficile da spiegare. I meme già impazzano sui vari social, tra esultanze pacate di Carletto e domande su cosa si siano detti al termine della sfida che ha tenuto con il fiato sospeso tutto il mondo.
Ciò che ci piace ipotizzare è magari una battuta sul fatto che le due squadre più forti al mondo, almeno da un paio di anni a questa parte, non riescono ad affrontarsi in un ultimo atto. Che i due allenatori migliori non si siano mai incontrati in finale di Champions League, anticipandola di fatto nei turni precedenti di varie edizioni.
Il Manchester City, se guardiamo agli xGol, a quanto creato nei 210 minuti di spettacolo offerti tra Etihad e Santiago Bernabeu, probabilmente meritava il passaggio del turno. Tuttavia, come nel 2022, a esultare è stato il Real Madrid, in un modo ancora inedito se consideriamo soltanto la storia dei confronti tra i due tecnici. 8 delle 12 sfide disputate tra loro in carriera sono maturate in Champions League e soltanto quella di ieri sera è terminata ai calci di rigore.
Ancelotti ha stregato il mondo City senza tre dei cinque titolari della linea difensiva (aggiungendo anche il portiere). Al posto del fenomeno Thibaut Courtois c'era Andrij Lunin, a rilevare Eder Militao e David Alaba figuravano Antonio Rudiger e Nacho, e tutti loro, ironia della sorte, si sono resi protagonisti proprio dal dischetto. Il portiere ucraino ne ha negati due a Bernardo Silva e Mateo Kovacic; capitan Nacho ha segnato il quarto della lotteria e Rudiger ha tirato perfettamente l'ultimo consegnando la Semifinale al Real.
Le 11 semifinali di UCL di Ancelotti
Per rintracciare tutte le precedenti semifinali raggiunte da Carlo Ancelotti, occorre inserire la data d'origine alla stagione 1998-99, da subentrato sulla panchina della Juventus.
Stagione | Squadra | Piazzamento |
---|---|---|
1998-99 | Juventus | Semifinale |
2002-03 | Milan | Vincitore |
2004-05 | Milan | Finale |
2005-06 | Milan | Semifinale |
2006-07 | Milan | Vincitore |
2013-14 | Real Madrid | Vincitore |
2014-15 | Real Madrid | Semifinale |
2017-18 | Bayern Monaco | Semifinale |
2021-22 | Real Madrid | Vincitore |
2022-23 | Real Madrid | Semifinale |
2023-24 | Real Madrid | Semifinale - |
Su quale sia il periodo più brillante della sua carriera ormai si può discutere serenamente. Se questo o quello risalente a una ventina di anni fa, quando contribuiva in prima persona a glorificare la storia europea del Milan.
Ancelotti ha raggiunto almeno una semifinale europea con quattro squadre diverse, non riuscendo a tagliare quel traguardo con Parma, Chelsea, PSG e Napoli. Quando ha eliminato Pep Guardiola (2014 e 2022), il suo Real ha sempre concluso festeggiando la Coppa. Che si sia spesso trattato di una finale anticipata è confermato anche dalle statistiche; andrà così anche nella corrente stagione?
Sta diventando sempre più probabile viste le percentuali che ora sia Opta che i principali bookmakers assegnano alla futura vincitrice della Champions League 2023-24. Le Semifinali saranno PSG-Borussia Dortmund e Real Madrid-Bayern Monaco; gli allenatori in campo il sorprendente Edin Terzic, oltre a Thomas Tuchel, Luis Enrique e l'eterno Carlo Ancelotti. Eterno per tanti motivi. Per l'ormai certo rifiuto di guidare la Seleçao e trasferirsi al più tranquillo calcio per Nazionali e per un contratto che lo legherà al Real Madrid fino al 2026, quando avrà compiuto 69 anni.
Se è vero che come Guardiola non gioca nessuno, il quarto di finale ci ha regalato una certezza di cui si discute da tempo. Il calcio di Ancelotti, da 30 anni a questa parte, è sempre attuale. Si è modificato nel tempo, come accade per gli allenatori così longevi, e trasmette ancora emozioni forti, scaturite spesso da quel senso di libertà e spensieratezza rintracciabile nel modo di interpretare le partite dei suoi calciatori.
Il Real è sereno nella sofferenza e nel dominio, nel contropiede e nel possesso. Trasmette l'impressione di poter fronteggiare ogni eventualità, di potersi adattare in modo camaleontico a tutte le situazioni inaspettate che capitano in queste sfide. E non è un qualcosa proprio soltanto di una squadra di campioni, in ogni big vi si rintracciano in numero elevato, ma riguarda principalmente l'approccio caratteriale e tattico con cui Ancelotti riesce a superare costantemente gli altri. Da queste battaglie esce spesso con il sorriso, lasciando ai commentatori la sensazione che tutto sia tornato in ordine, che nonostante gli altri, lui e il Real Madrid si trovino nel posto in cui merita di essere.