L'uomo della 33ª giornata di Serie A: Joaquin Correa, l'anti-Diavolo ha messo le ali per diventare campione

Joaquin Correa
Joaquin Correa / Marco Rosi - SS Lazio/Getty Images
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Cinque anni e mezzo nello sport e nel calcio in particolare possono rappresentare un arco di tempo enorme. Quello che può intercorrere tra un ciclo finito ed un altro aperto e vincente o tra un aspirante campione un po’ sbadato sotto porta ad un giocatore pronto per trasformarsi da promessa a oggetto del desiderio delle grandi. È, quest’ultimo, il caso di Joaquin Correa, che con le milanesi deve avere un conto aperto.

Quel clamoroso gol sbagliato a porta vuota nell’ottobre 2015 con la maglia della Sampdoria contro l’Inter, nella seconda stagione italiana dell’argentino, la prima intera dopo l'arrivo nel gennaio precedente dall'Estudiantes, fece il giro del mondo bollandolo con un po’ troppa superficialità come un giocatore dai grandi mezzi tecnici, ma quasi mai decisivo e privo di sangue freddo davanti al portiere. Quelle istantanee avrebbero condizionato El Tucu tanto nel prosieguo della stagione in blucerchiato che nella sua esperienza al Siviglia, che lo valutò ben 13 milioni più cinque di bonus, regalando alla Samp quella che allora sembrava una plusvalenza quasi regalata. Ma che oggi può essere riletta come un affare per difetto.

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Correa ai tempi della Sampdoria / ANDREAS SOLARO/Getty Images

Dopo le due stagioni incolori in Andalusia ecco il ritorno in Italia. La Lazio non si fece scoraggiare da una crescita che tardava ad arrivare così tre anni e mezzo dopo Joaquin è il perno di una delle squadre più divertenti d’Europa. Sì, perché se la squadra di Simone Inzaghi è ancora in corsa per un posto nella prossima Champions League quasi al termine di una stagione così lunga e logorante che ha visto i biancocelesti spingersi fino agli ottavi di Champions è merito proprio di una fase offensiva tra le migliori del Continente, capace di mascherare i numeri inaspettatamente da incubo della difesa.

Una punta di profondità come Immobile, due mezzali d’attacco come Milinkovic-Savic e Luis Alberto e una variabile impazzita, appunto Correa, in grado di distribuire elevate dosi di spettacolo nelle serate di maggior ispirazione. Contro il Milan arriva la seconda doppietta italiana dopo quella al Lecce del novembre 2019 e una delle migliori prestazioni della carriera. Il momento di forma è ottimo, ma El Tucu ha confermato che quando sta bene di testa e gioca in fiducia è inarrestabile. Provare a vedere per credere l’azione del primo gol con palla strappata a Bennacer con insospettabile vis pugnandi per poi scartare Donnarumma e depositare in rete con classe su assist di Immobile. Più in linea con il suo repertorio il resto della serata, con il raddoppio di potenza dopo aver mandato al bar Tomori e l’assist per il tris di Lazzari, vanificato dal Var.

Carlos Jaoquin Correa
Correa contro il Milan / Giuseppe Bellini/Getty Images

Solo lo stesso Donnarumma nel finale gli ha negato la tripletta, ma i rimpianti sono altri. Quelli legati ai numeri della sua stagione, inversamente proporzionali alla sua classe, con appena quattro gol e quattro assist, e quelli legati al fatto che… il Milan lo può affrontare solo poche volte in stagione. Correa si trasforma quando affronta il Diavolo, colpito altre due volte in campionato più il gol decisivo nella semifinale di Coppa Italia 2019. Il terzo indizio fa una prova, ma quella più attesa deve ancora arrivare. La continuità per prendersi, a 27 anni, un posto fisso in Nazionale e per cancellare quelle istantanee…


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