La 36ª Liga del Real Madrid dei quasi invincibili
Il discorso invincibili è definitivamente virato sul Bayer Leverkusen di Xabi Alonso, giunto ormai a qualche gara da una stagione perfetta. Campione di Germania, finalista di DFB Pokal e quasi finalista anche di Europa League. Un club guidato da un giovane allenatore che è riuscito definitivamente cambiarne la storia e a cancellare per sempre quel nomignolo Neverkusen che veniva utilizzato per schernire le Die Aspirin.
Dove la storia non cambia e non ha bisogno di cambiare per essere leggendaria, è a Madrid. Nella Capitale spagnola allena ancora il grande saggio Carlo Ancelotti che è riuscito a rendere la sua seconda avventura al Real migliore della prima, nella quale aveva trascinato i blancos alla tanto agognata Decima. Dal suo ritorno, datato luglio 2021, ha vinto una Coppa del Re, due Supercoppe di Spagna, una Champions League, una Supercoppa Uefa e una Coppa del Mondo per club. Ha poi completato il cerchio dei maggiori campionati europei vincendo La Liga alla sua seconda prima stagione e si è ripetuto nella corrente, festeggiando ancora il titolo con quattro giornate d'anticipo.
Un secondo successo che sviscera un lavoro iniziato tre anni fa e che adesso continua a pagare, nonostante le defezioni che avrebbero potuto condizionare fortemente la stagione di un Top Club europeo. Ancelotti non ha mai potuto contare, praticamente per tutta la stagione, sul triangolo difensivo centrale che si era messo in mostra sorprendendo chiunque. Courtois, Militao e Alaba hanno tutti subito la rottura del legamento crociato abbandonando il campo prima del tempo. Il belga era guarito prima di affrontare una ricaduta che ne ha ritardato il rientro in queste settimane, mentre il brasiliano sta tornando soltanto ora a pieno regime.
Cosa è successo nei mesi in cui sono stati out? Che il Real ha scoperto altri leader, che Ancelotti ha costruito la solidità blanca attorno ad altre figure, considerate sulla carta seconde linee. Il protagonismo di capitan Nacho dopo una carriera come riserva, l'adattamento del centrocampista Aurelien Tchouameni in difesa e il ritorno al massimo livello di Antonio Rudiger. Poi l'alternanza iniziale in porta tra Kepa e Lunin, vinta egregiamente dall'ucraino a suon di prestazioni salvifiche a difesa del Real Madrid.
Tante difficoltà che esaltano lo strapotere di un Real Madrid ogni anno più forte, del quale si parla sempre e solo in relazione ai possibili nuovi acquisti, e mai considerando i disagi di competere per i massimi trofei senza metà del pacchetto arretrato titolare.
Quasi invincibili
Al 2023-24 del Real Madrid mancano sicuramente 5 partite, forse 6. Numero che dipenderà dal ritorno della Semifinale di Champions League in cui Ancelotti ospiterà il suo vecchio Bayern Monaco dopo il pareggio per 2-2 maturato all'Allianz Arena. Aggiungere un'altra Champions, o comunque un'altra Finale in tre anni di nuova gestione, ha sicuramente del clamoroso e a mitigare questa sensazione è soltanto l'abitudine con cui le nuove generazioni hanno visto il Real Madrid in un ultimo atto della massima competizione europea.
Clamoroso come già è, anche fermandosi alla Semifinale, la stagione 2023-24 in cui i blancos, pur senza essere invincibili, hanno viaggiato a un ritmo folle nella competizione principale. A gennaio si sono assicurati la Supercoppa di Spagna umiliando il Barcellona a Riyadh e festeggiando il primo trofeo dell'anno; sabato si sono ripetuti con i festeggiamenti (contenuti) per la Liga e in generale, su 49 partite disputate, hanno perso soltanto due volte contro la stessa squadra.
47 incontri senza mai conoscere la sconfitta e due debacle con l'Atletico Madrid del Cholo Simeone, di cui una dopo i 90 minuti regolamentari. A battere il Real ci è riuscito soltanto lui. Hanno fallito Guardiola e il Manchester City, Xavi e il Barça, per ora anche Tuchel e il Bayern Monaco, oltre a tutte le altre squadre, spagnole ed europee, affrontate nella corrente stagione.
Una Liga mai in discussione
C'è stato l'exploit del Girona che ha lanciato la soglia punti come una lepre (o pacer) nell'atletica leggera evita una corsa troppo tattica. Non ha permesso di fare conti perché un miracolo alla Leicester è un qualcosa di unico in campionati centenari, ma non si sa mai. E infatti, giunta alla seconda parte del campionato, la squadra catalana ha mollato leggermente la presa abbandonando la prima posizione, ma centrando comunque uno storico piazzamento in Champions League.
Il Barça, costretto a correre perdifiato a ritmi forsennati, si è sfaldato per problemi riguardanti spogliatoio e stile di gioco, mentre il Real si è solidificato ancora una volta come principale potenza spagnola e, per estensione, europea. Delle 2 sfide perse su 49 partite, soltanto una ha riguardato la Liga (l'altra è avvenuta in Coppa del Re). Una piccola macchia sulla camiseta bianchissima che non disturba più e che risale ormai al 24 settembre 2023, più di 7 mesi fa.
Un segno rosso che non incide su una Liga, ad oggi, da 87 punti (in proiezione quasi 100) alla 34ª giornata, 22 gol subiti e 74 realizzati. Senza il triangolo difensivo tra i più forti in circolazione, senza quel Kylian Mbappé che a tratti sembra non servire alla realtà madridista. La storia di una stagione praticamente perfetta che il prossimo futuro potrà rendere ancora più indimenticabile.