La Fiorentina e il nodo Franchi: tra concessione e rinuncia ai 55 milioni del PNRR
I motivi di apprensione attorno allo stadio Artemio Franchi, in casa Fiorentina, riguardano due diverse questioni, entrambe rilevanti anche se con differenti livelli di urgenza (anche semplicemente per tempistiche e scadenze). Da un lato, come raccontato nei giorni scorsi, esiste il tema della rinuncia forzata ai 55 milioni di euro previsti dal PNRR per i Piani Urbani Integrati, con la necessità espressa dal sindaco fiorentino Nardella di individuare modalità alternative per finanziare il progetto e per compensare, dunque, questo pesante e inatteso rifiuto.
Il punto sulla concessione
Accanto al tema PNRR, pensando alla scadenza più imminente, non c'è ancora l'ufficialità del rinnovo della concessione per l'utilizzo del Franchi: si registra dunque una certa ansia dovuta al termine per rendere noto alla FIGC dove la Fiorentina giocherà l'anno prossimo, la scadenza è infatti prevista per il prossimo 30 aprile. Ancora la comunicazione ufficiale non è arrivata, pur con un accordo che secondo il Corriere dello Sport sarebbe di fatto già raggiunto per 700mila euro.
FirenzeViola cita dal canto proprio la cifra di 650mila euro, per l'accordo legato alla concessione, ribadendo come manchi soltanto l'ufficialità: l'arrivo di Commisso (tornato in Italia proprio in queste ore) darà verosimilmente la spinta decisiva anche in tal senso, togliendo dunque di mezzo le incognite legate al rischio di non veder concessa la licenza UEFA per la prossima stagione.
Di fatto i dubbi non riguardano tanto la risoluzione in sé del problema quanto le tempistiche per le ricezione dei documenti necessari per poi rispondere alla FIGC, difficile - comunque - immaginare scenari catastrofici legati alla licenza UEFA per il club gigliato (ancora in corsa per l'Europa League grazie a Coppa Italia e Conference).
Nodo restyling: quale soluzione?
Diametralmente opposto il discorso relativo all'esclusione del restyling del Franchi dal finanziamento del PNRR, decisione della Commissione Europea ormai nota da giorni e che non lascia margini di apertura. In questo senso l'apprensione non riguarda le tempistiche quanto la possibilità di individuare strade alternative per quei 55 milioni, non mancano poi incognite non di poco conto sulla reazione di Rocco Commisso al caos attorno al restyling.
Il patron viola, ancor prima del concorso e della selezione del progetto di Arup, spingeva per un intervento più radicale (con la demolizione delle curve e una copertura dell'intero impianto), ma la posizione della sovrintendenza è stata irremovibile a tal proposito e non sembra destinata a cambiare. Matteo Renzi, leader di Italia Viva ed ex sindaco di Firenze, ha provato a rilanciare tale ipotesi ma gli ostacoli appaiono notevoli e (al di là del benestare teorico di Commisso) i margini sembrano ad oggi ridotti.
Più pragmatica e percorribile l'ipotesi di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana: "La mia posizione è molto concreta, sono pragmatico nel voler fare le cose. Ci sono 120-130 milioni di euro messi a disposizione dal Pnrr. Nella foga dell’informazione si dice ‘bocciato lo stadio’, ma è stato bocciato solo un capitolo da 55 milioni destinati alla prevenzione del degrado, le altre risorse ci sono, sono state vidimate. Quindi il consiglio che do a Nardella, visto che la scelta del restyling è una scelta giusta che nasce da lontano, è di andare avanti" riporta AskaNews.
In sostanza il presidente della Regione spinge per un ridimensionamento del progetto di Arup per il restyling, senza necessità di mandare tutto a monte dopo il rifiuto della Commissione Europea: "Il progetto vincitore del concorso lo ridimensioniamo, lo adattiamo alle esigenze che comunque ci sono" ha affermato Giani.