La Fiorentina ha la rosa adatta per passare al 3-5-2?

L'emergenza in attacco potrebbe spingere Italiano a una rivoluzione tattica.
Italiano
Italiano / Emmanuele Ciancaglini/GettyImages
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La nomea di integralista del 4-3-3 che ha seguito lungamente Vincenzo Italiano ha attenuato i propri contorni, considerando soprattutto la svolta della scorsa stagione e il passaggio in pianta stabile al 4-2-3-1, rimane però un tabù che (mediaticamente come nella sostanza) segue il tecnico della Fiorentina: l'utilizzo della difesa a tre. Una vera e propria prospettiva rivoluzionaria per Italiano, una possibilità che in tempi recenti ha iniziato però a presentarsi (seppur sporadicamente) in alcuni dei secondi tempi disputati dai viola, soprattutto quando la missione diventava la difesa strenua del risultato di vantaggio.

Il tema però, in questo caso, non è la logica possibilità di cambiare connotati alla squadra a partita in corso, strada quasi fisiologica per adattarsi ai momenti "di apnea" di una sfida o alle caratteristiche dell'avversario: il punto, qui, riguarda la possibilità di schierare la Fiorentina col 3-5-2 fin dai primi minuti e di farlo in pianta stabile (non solo episodicamente), una soluzione che si lega a doppio filo all'emergenza che i viola stanno vivendo sugli esterni.

Rispondere all'emergenza

L'assenza contemporanea di Nico Gonzalez e Kouamé (con Sottil appena tornato) rende Brekalo e Ikoné i soli due attaccanti esterni a disposizione, due elementi che peraltro stanno rendendo al di sotto delle attese e non stanno dando segnali di risveglio (con tanto di voci di mercato legate a un imminente addio). Una situazione che, insomma, non rende più così peregrina l'idea di un nuovo assetto, suggestione che appariva fantascientifica solo poche settimane fa.

Vincenzo Italiano
Italiano / Gabriele Maltinti/GettyImages

Diventa certo necessario un qualche scatto di fantasia, un distacco netto da quel che Italiano ci ha raccontato in viola così come nelle tappe precedenti della sua carriera: se tenessimo in considerazione tali aspetti diventerebbe preclusa ogni idea di ribaltone tattico, il ragionamento diventerebbe mera speculazione. L'aspetto che però incuriosisce maggiormente, invitandoci a proseguire, è la rosa a disposizione dello stesso Italiano: un gruppo che, da numerosi punti di vista, appare tagliato su misura per un'ipotesi di 3-5-2, in ogni reparto.

Questa Fiorentina è adatta per il 3-5-2?

Partiamo dalla difesa: la retroguardia viola presenta un elemento ideale per agire al centro del terzetto, per doti tecniche e capacità di uscire dalla difesa - uno come Martinez Quarta - e al contempo ci presenta due profili (Milenkovic a destra e Ranieri a sinistra) perfettamente coerenti col profilo di braccetto. Ranieri per il suo passato da terzino, Milenkovic per i precedenti proprio in quelle vesti, soprattutto nelle stagioni 2019/20 e 2020/21 (con Montella, Iachini e Prandelli).

Nikola Milenkovic, Luca Ranieri
Ranieri e Milenkovic / Marco Luzzani/GettyImages

Nessuna necessità di stravolgimenti o di adattamenti forzati, dunque, e il discorso vale anche per il centrocampo: Kayode e Biraghi appaiono del tutto in linea con quanto occorre per vestire i panni degli esterni a tutto campo, per agire insomma come quinti e non più come terzini in una difesa a quattro. Esterni completi, insomma, che hanno nel proprio DNA la possibilità di adattarsi anche all'ipotetico nuovo assetto. Un discorso che vale ugualmente, forse ancor di più, per il neoarrivato Faraoni e per Parisi, elementi diversi dai loro "concorrenti" ma senz'altro adatti per fare i "quinti".

I tre di centrocampo potrebbero essere Duncan, Arthur e Bonaventura, col brasiliano utilizzato come regista vero e proprio e con due mezzali dalle caratteristiche diverse (una più generosa e l'altra più tecnica). Arthur dal canto proprio potrebbe agire anche da mezzala, con Maxime Lopez o con Mandragora in regia: in entrambi i casi le soluzioni appaiono in continuità con la storia calcistica dei calciatori citati, senza dunque richiedere grandi opere di adattamento.

Fabiano Parisi, Maxime Lopez, Lucas Beltran
Parisi, Lopez, Beltran / Laszlo Szirtesi/GettyImages

Chiudiamo con l'attacco, un po' il pomo della discordia data l'assenza in massa di esterni che permettano di proseguire col 4-2-3-1: Beltran e Nzola, in coppia, potrebbero di fatto risultare gli elementi maggiormente favoriti dal cambio di modulo, risultando meno isolati e riuscendo a esaltare le rispettive caratteristiche. L'argentino, in particolare, fatica spesso a fare da terminale offensivo solitario - considerata la tendenza ad arretrare per raccogliere palloni giocabili - e avrebbe modo di giostrare accanto a un riferimento come Nzola, più abile nelle sponde e nel gioco spalle alla porta (come si è visto peraltro nel finale contro l'Udinese).

Il quadro complessivo ci racconta, dunque, di una possibilità concreta di cambiare pelle senza la necessità di adattare calciatori in contesti tattici lontani dalla propria storia o dalle proprie caratteristiche: sulla carta il 3-5-2 appare coerente col materiale a disposizione di Italiano, un'alternativa possibile per rispondere (anche al di là del mercato) all'attuale emergenza legata agli esterni offensivi. Dopo l'"esperimento" contro il Bologna, in linea teorica, è dunque possibile immaginare una graduale integrazione dei due assetti tattici e il definitivo superamento dell'idea di Italiano come integralista, legato inesorabilmente alla difesa a quattro.