La flop 5 dei calciatori della 13ª giornata di Serie A
L'errore del portiere è come noto totalizzante nell'economia di una partita, ma non solo a livello di risultato, bensì anche di sicurezze che vengono a mancare per una squadra. Si prendano Bologna e Roma, che certo appartengono a campionati "diversi", ma che contro Atalanta e Torino vedono compromesse le proprie prestazioni dalle gravi papere dei rispettivi estremi difensori. Il resto della top 11 dimostra comunque quanto anche la cattiva giornata delle punte può orientare una partita. Due grandi ne sanno qualcosa...
1. Antonio Mirante (Roma)
Si riprende il posto dall’amico Pau Lopez, ma evidentemente la continua alternanza non fa il bene di nessuno. A Bergamo il portiere stabiese ne combina di tutti i colori, sbagliando l’uscita sul gol di Gosens che cambia l’inerzia della partita e pure su Muriel, dopo la topica di Veretout. Ancora protagonista in negativo, quindi, dopo la goleada di Napoli. E viste le incertezze dello spagnolo ora il problema portiere è certificato in casa giallorossa…
2. Angelo Da Costa (Bologna)
Quello del portiere rischia di diventare un problema molto serio per una squadra che non riesce proprio a tenere inviolata la propria porta. In un pomeriggio sulla carta tranquillo contro una squadra in crisi e con un attacco anemico la paperaccia del portiere brasiliano mette in serata la partita riaggiustata poi da Soriano, ma resta l’immagine inquietante del goffo tentativo di parata del numero uno sulla punizione dell’ex compagno Verdi. D’accordo veder partire tardi il pallone, ma questa è paura e insicurezza…
3. Matteo Politano (Napoli)
Difficile scegliere il peggiore in una squadra che manca ancora in uno scontro diretto. Dalla sanguinosa palla persa in occasione del 2-0 che “candiderebbe” Mario Rui all’evanescenza di Fabian Ruiz, schierato però fuori ruolo. Vada allora per l’ex interista, che non sfrutta le tante assenze nel reparto. Prestazione negativa a livello tecnico, ma soprattutto temperamentale. Sembra sfiduciato e soprattutto incapace di incidere sulle partite quando gioca dall’inizio, bissando la prova contro la Sampdoria, quando la squadra aveva svoltato dopo la sua uscita. Meglio da subentrante come contro la Roma, ma così la Nazionale si allontana e Inter e Roma legittimano la propria scelta di non puntare su di lui nelle ultime sessioni di mercato…
4. Romelu Lukaku (Inter)
Il rigore del momentaneo 2-0 gli permette di scalare qualche posizione, ma non di uscire dal pokerissimo dei peggiori di giornata. Per l’Inter arrivano altri tre punti “brutti e sporchi”, come contro il Napoli, con l’ovvia variabile che a cambiare è stato l’avversario… Partite così sono fondamentali sulla strada verso lo scudetto, ma urgerà recuperare al più presto il miglior Romelu, forse con la testa ancora al flop suo e di squadra in Champions. Inesistenti le sue classiche giocate spalle alla porta, perde anche molti duelli aerei e commette parecchi errori tecnici. Proprio lui solitamente infallibile contro le piccole…
5. Jeremy Toljan (Sassuolo)
Quando si prende gol dopo sei secondi la colpa è di tutti, a livello tattico e di concentrazione. Il difensore tedesco dà però contro il Milan un’altra dimostrazione dei propri limiti, che forse lo terranno lontano ancora a lungo dalla casa madre Borussia Dortmund. La generosità in fase di spinta c’è, non accompagnata però dalla necessaria qualità e soprattutto marchiata da troppa ingenuità in quella di marcatura: lascia troppo spazio ai cross dei dirimpettai e non riesce mai a raddoppiare.
6. Allenatore: Gennaro Gattuso (Napoli)
Il serio problema all’occhio gli risparmia la conferenza stampa, ma con ogni probabilità non alcune notti insonni per provare a spiegarsi i limiti della squadra. Dopo lo sprint iniziale con la lunga imbattibilità i numeri lo condannano: quarto stop sul campo nelle ultime otto partite e tutti contro avversarie d’alta classifica, Sassuolo, Milan, Inter e Lazio. Un segnale molto chiaro del fatto che la squadra non regge questo schieramento tattico contro avversari di qualità, eppure il modulo è sempre lo stesso. All’Olimpico c’è l’alibi delle assenze pesanti in attacco, ma proprio per questo ci si aspettava il passaggio al 4-3-3. Niente di tutto questo, Fabian Ruiz ancora fuori ruolo e poker offensivo che spacca la squadra in due, oltre a non essere ispirato. E si aggiungano le amnesie difensive…