La flop 5 dei calciatori della 19ª giornata di Serie A
Due sconfitte interne contro dirette avversarie e un pareggio in Coppa Italia in meno di un mese. Il 2021 del Milan non è iniziato in modo esaltante, ma del resto era da mettere nel conto una flessione nel rendimento per la squadra che era uscita meglio dai blocchi dopo il lockdown, ma che al pari delle altre non ha svolto di fatto una vera preparazione in vista della nuova stagione. I rossoneri chiudono comunque davanti a tutti il girone d'andata, anche se resta la sensazione che mai come in questa stagione il titolo d'inverno valga più per le statistiche che in ottica proiezione di quello che sarà. L'Inter non ne ha approfittato anche a causa di una giornata di scarsa vena generale, ma soprattutto dei propri attaccanti. Leader cercasi, stessa mission della Roma dopo il caso Dzeko e del Napoli "tradito" dal proprio Capitano non solo in Supercoppa..
1. Chris Smalling (Roma)
Troppo brutta la sua prestazione per essere vera, troppo ingenue le sue giocate su due dei tre gol dello Spezia. Cambiare compagno di reparto non l’ha aiutato perché Kumbulla è ancora più incerto di Ibanez, gli attaccanti dei liguri si sono rivelati insidiosi, ma da un giocatore della sua esperienza e del suo carisma ci si aspettava una prova ben diversa, considerando anche l’assenza di Dzeko. Le polemiche degli ultimi giorni devono aver colpito anche lui e questo è un brutto segno per il futuro, soprattutto per Fonseca.
2. Pierre Kalulu (Milan)
Sarebbero tanti i rossoneri da mettere sul banco degli imputati. Da un Tonali ancora nullo in fase di costruzione e disastroso in quella di filtro, che teoricamente dovrebbe essere la sua specialità, fino ad un Ibrahimovic con le polveri bagnate e tristemente polemico nei confronti di un rivale che, per una volta, l’ha surclassato, passando per uno spaesato Meité. Il giovane difensore francese è però il simbolo della serata sbagliata della squadra di Pioli. Inaccettabile per un giocatore di Serie A il modo in cui si fa circumnavigare non una, ma due volte, da Romero, che attaccante non è, in occasione del vantaggio atalantino. Partecipa anche con la stessa ingenuità all’azione del rigore. Sì, l’acquisto di Tomori era necessario…
3. Lautaro Martinez (Inter)
Pure in casa nerazzurra le nominations per il peggiore di serata erano numerose. Perché Arturo Vidal è tornato il brutto anatroccolo pre-Juventus, con una prestazione piatta di quelle che non piacciono al proprio allenatore, che infatti lo sostituisce incassando la reazione nervosa del (l’ex) pupillo. Però l’erroraccio di Lautaro sottoporta pesa di più, perché anche se il compagno di Nazionale Juan Musso fa a tutti gli effetti un miracolo, il Toro avrebbe dovuto fare molto meglio a livello di potenza e precisione. Quinta partita senza gol per il 10 nerazzurro, che finisce un girone d’andata non esaltante. In un momento di scarsa forma di Lukaku i deficit di personalità di Lautaro viene maggiormente a galla…
4. Lorenzo Insigne (Napoli)
Da Reggio Emilia e Verona ci sono oltre 300 km, ma il capitano azzurro sembra essere restato alla notte di Supercoppa e a quel brutto errore dal dischetto. Brutta storia, perché il passato non torna e visto il passo discontinuo in campionato il 24 avrebbe dovuto mettere da parte il flop contro la Juventus per caricarsi la squadra sulle spalle in una trasferta difficile e approfittare dei passi falsi delle prime. E invece niente di tutto questo. Prestazione da vorrei, ma proprio non posso. La volontà c’è, la qualità delle giocate e la personalità necessarie neppure.
5. Hernani (Parma)
Dopo un anno e mezzo in Emilia nessuno sa ancora il suo ruolo. I gol segnati in avvio di stagione e un passo non esaltante fanno propendere per un suo utilizzo da interno più che da play, e D’Aversa dovrebbe conoscerlo maggiormente rispetto a Liverani, eppure con il ritorno dell’allenatore italo-tedesco il brasiliano è tornato a deludere pesantemente. Contro la Samp i crociati non demeritano nel primo tempo, ma la sua palla persa che origina lo 0-2 affossa la squadra e si inserisce in una prestazione desolante per qualità e personalità
6. Allenatore: Gennaro Gattuso (Napoli)
Perdere sul campo della rivelazione del campionato non è una tragedia, anche se sei sconfitte in 18 partite di campionato rappresentano una scure su quasi ogni tipo di ambizione. Dal punto di vista tecnico non sbaglia molto, dalla formazione iniziale alle sostituzioni e allora bisogna chiedersi cosa non vada. Forse il problema sta proprio in quel tipo di gioco sì originale ed europeo, ma alla fine facilmente codificabile dagli avversari, soprattutto da uno tatticamente valido come Juric. Il suo Napoli si squaglia troppo facilmente dopo il vantaggio e una volta sotto mostra poche idee per riprendersi la partita fuorché un possesso palla troppo piatto. Non ha saputo scuotere la squadra dopo la sconfitta contro la Juventus. E questa è una notizia, così come la mancanza di cazzimma…