La flop 5 dei calciatori della 20ª giornata di Serie A

Flop 20ª giornata di Serie A
Flop 20ª giornata di Serie A / MB Media/Getty Images
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Brutta bestia la gioventù, nel mondo dello sport e non solo. Perché può far volare sulle ali dell’entusiasmo fino ad avere un rendimento anche superiore ai propri mezzi, ma può anche costare ingenuità molto pericolose per i diretti interessati e per le proprie… aziende. La prima di ritorno mette dietro la lavagna più di un talento, o presunto tale, che deve ancora accumulare esperienza. Questa passa anche da qualche caduta di troppo che può fare bagaglio di esperienza, a patto prima o poi di riuscire a spiccare il volo. Al Milan ci sperano per un auspicato crack sul quale sono stati investiti parecchi milioni, ma che ancora stenta a decollare. Fino a quando qualche rigore e le prestazioni dei senatori maschereranno il problema Pioli e i tifosi potranno sorridere…

1. Luis Palomino (Atalanta)

Luis Palomino
Luis Palomino / MIGUEL MEDINA/Getty Images

Difficile scegliere il peggiore in una delle giornate peggiori per la Dea targata Gasp, appena una settimana dopo il trionfo di San Siro. Succede in una stagione in cui si gioca ogni tre giorni e l’Atalanta era reduce dalla dispendiosa gara di Coppa Italia proprio contro la Lazio. Hateboer e Gosens non si regalano, ma neppure Romero, anche perché il suo connazionale inanella un’altra brutta prestazione. Ancora troppo fisico e solo troppo fisico. Rischia il rosso su Correa e proprio da un suo anticipo sbagliato nasce il raddoppio biancoceleste. Se davanti le cose non girano le falle difensive risultano più evidenti…

2. Sandro Tonali (Milan)

Sandro Tonali
Sandro Tonali / MB Media/Getty Images

Nuova, ennesima uscita a vuoto per il centrocampista, che si trova ancora nella condizione di dover ringraziare la vittoria della squadra e il primato in classifica che fanno passare in secondo piano il proprio rendimento deludente. Che non fosse un regista era noto, con Bennacer in campo nel finale di Bologna la squadra avrebbe sofferto molto meno, ma il problema è che manca completamente anche la fase di filtro e di protezione della retroguardia. A questo punto si può pensare non riesca ad inserirsi nella mediana a due, ma per invertire la tendenza bisogna sfoderare la personalità necessaria a questi livelli.

3. Lorenzo Montipò (Benevento)

Lorenzo Montipò
Lorenzo Montipò / Alessandro Sabattini/Getty Images

La squadra sbaglia partita e non tira mai in porta, Inzaghi torna troppo conservativo come a inizio carriera da allenatore e imbarca ugualmente. Però resta l’ennesima giornata da dimenticare del portierino novarese, uno che sta perdendo parecchi colpi rispetto al bene che gli era stato pronosticato a inizio carriera. Regala il gol a Lautaro aggiungendo un’altra serata storta in un campionato già abbastanza pieno di gaffes anche evidenti, vedi la partita contro il Milan. Con 41 gol subiti in un girone e una partita e un attacco che non gira urge registrarsi per evitare una primavera di sofferenze.

4. Andreas Cornelius (Parma)

Andreas Cornelius
Andreas Cornelius / Soccrates Images/Getty Images

Altra serata amara per gli emiliani, che non sono ancora riusciti a cambiare passo dopo il cambio di allenatore. Al “Maradona” i crociati non giocano neppure male, ma non riescono a pungere. D’Aversa confida nella freschezza dei nuovi Man e Zirkzee, che sulla carta dovrebbero comporre il tridente titolare con Gervinho. Uno tra Cornelius e Inglese resterà, ma il danese gioca una partita da brividi infarcita di errori tecnici, stop chilometrici e movimenti impacciati. Troppo disastroso per non pensare che sia soprattutto demotivato.

5. Nikola Milenkovic (Fiorentina)

Nikola Milenkovic
Nikola Milenkovic / Stefano Guidi/Getty Images

Dallo spogliatoio viola raccontano che si sia faticato a calmare il difensore serbo anche dopo ore dal termine della partita. La sceneggiata di Belotti va in effetti censurata, con tanto di borsa del ghiaccio sulla fronte ad espulsione dell’avversario già decretata, e la decisione di Di Bello è severa, ma l’ingenuità del centrale viola è comunque da circoletto rosso. Con la squadra già in 10 e in vantaggio di un gol tutto andava fatto meno che cadere nella provocazione degli avversari. Che poi il Gallo non ha voluto provocare di proposito, ma è chiaro che chi è in crisi e sotto di un gol ha tutto il vantaggio ad innervosire la partita. I due punti persi sono anche un po’ suoi, oltre che di Pezzella che si perde il capitano granata nell’azione del pareggio.

6. Allenatore: Giovanni Stroppa (Crotone)

Giovanni Stroppa
Giovanni Stroppa / Maurizio Lagana/Getty Images

Si fa il suo nome per includere una categoria, quella degli allenatori sognatori senza averne il potenziale. Dopo aver fatto bene negli scontri diretti casalinghi il Crotone sprofonda contro il Genoa. Giusto giocarsela, ma fuori luogo l’esperimento Messias a centrocampo contro un avversario in forma e in una partita che non meritava l’all in. I calabresi non cambiano mai assetto, una colpa visto che la difesa a tre non ha dato certo stabilità. Giusto avere una propria identità e non rinunciare mai a giocare, ma per mantenere la categoria serve anche solidità, che non vuol dire essere speculatori. Ne sa qualcosa anche lo Spezia di Vincenzo Italiano, che dopo il ko contro l’Udinese rimpiange i punti persi contro Torino e Roma…