La flop 5 dei calciatori della 21ª giornata di Serie A
Serate storte o semplice inadeguatezza tattica, fatto sta che per i protagonisti in negativo della seconda giornata di ritorno è stato un weekend non solo brutto, ma proprio da dimenticare. Difensori, mezze punte o attaccanti, messi di fronte ai propri limiti e a qualche errore dei rispettivi allenatori, il risultato è stato quello di punti persi preziosi dalle proprie squadre. Con il rischio di vedere il campo con molta meno continuità nel futuro prossimo, a meno di eccezioni legate a infortuni o squalifiche che offriranno una bella occasione per il riscatto...
1. Igor (Fiorentina)
Un vero disastro. Acquistato dalla Spal nella speranza di aver messo a segno un colpo di mercato, il brasiliano disputa un’altra partita da dimenticare che ne mette in evidenza i limiti tecnici e non solo. Detto che al cospetto di Hakimi soffrirebbero quasi tutti i difensori d’Europa, il centrale viola riesce a sbagliare tutto a livello di tempi e modi di marcatura e pure di uscite. Da aggiungere la valanga di errori in impostazione, gravi per un “braccetto” di una retroguardia a tre che è stata quasi sempre sotto pressione.
2. Nikola Maksimovic (Napoli)
A Marassi il Napoli si accampa negli ultimi 30 metri dell’area del Genoa, eppure arriva la settima sconfitta in campionato. Immeritata, certo, ma se dall’altra parte c’è un portiere in stato di grazia e se la difesa si concede errori come quelli commessi dal serbo, è notte fonda. Sanguinosa la palla persa che aziona la ripartenza di Badelj rifinita da Pandev per il primo gol del Grifone, stecca pure sul raddoppio dove deve però dividere le colpe con Manolas. E con il greco e Koulibaly infortunati toccherà ancora all’ex Torino affrontare Cristiano Ronaldo…
3. Salvatore Sirigu (Torino)
Nicola lo ha assolto come è inevitabile che fosse, i tifosi granata no, sia quando la partita di Bergamo sembrava indirizzata verso una goleada atalantina, sia quando il risultato è stato recuperato. Sono in effetti evidenti le responsabilità del secondo portiere della Nazionale sul gol di Gosens come pure sul primo gol della Dea, che Ilicic realizza con il piede “sbagliato” e con una conclusione tutt’altro che pulita. Difetta in reattività e forse pure in concentrazione, aspetto grave quest’ultimo vista la situazione di classifica.
4. Ruslan Malinovskyi (Atalanta)
Dopo più di metà della sua seconda stagione italiana si sta ancora cercando di capire quali siano le potenzialità dell’ucraino, che difetta in continuità e soprattutto non sembra ancora riuscito a capire cosa gli chiede l’allenatore. Giocare ogni tanto non lo aiuta, ma la partita contro il Torino era una bella occasione per mettersi in mostra. E invece, niente. Anzi, si vede il contrario rispetto a quello che chiede il Gasp: troppi dribbling tentati, e quasi nessuno riuscito, e soprattutto gestione del pallone troppo compassata. Per incidere nel parco giochi nerazzurro servono velocità di pensiero e di azione.
5. Borja Mayoral (Roma)
La sua (quasi) insostenibile leggerezza non è certo un fatto nuovo, ma solo mascherato dal bottino di gol delle ultime partite contro squadre di seconda fascia. L'ostacolo Juventus ha quindi solo ribadito il concetto, Da buona punta spagnola moderna la profondità non è il suo forte. Per muoversi si muove su tutto il fronte d'attacco, ma in una squadra che palleggia e non tira in porta non può sostenere da solo il peso del reparto offensivo. Semmai, si può pensare a una coesistenza con Dzeko, ma a quel punto a cambiare sarebbe tutta l'impalcatura della squadra.
6. Allenatore: Gian Piero Gasperini (Atalanta)
Impreca al rientro negli spogliatoi dopo l’intervallo, consapevole del fatto che la frittata era ormai fatta. In verità, dopo aver dominato i primi 20 minuti e aver staccato la spina nel resto del primo tempo, la sua Atalanta sembrava tornata in sintonia ad inizio ripresa. Ecco, forse il segnale peggiore è proprio questo, perché se un rilassamento sul 3-0 è anche normale visti i tanti impegni, una grande squadra deve saper gestire anche un vantaggio minimo, tanto più al cospetto della terz’ultima della classe. E invece, affanno e incertezze continue fino al pareggio subito. Dalla panchina, va detto, non arrivano input significativi, né a livello di sostituzioni, né su quello tattico. Ogni tanto un aggiustamento con annesso cambio di modulo non ci starebbe male…