La Flop 5 dei peggiori calciatori della 14ª giornata di Serie A
Difensori e attaccanti protagonisti dell’ultima Flop del 2020. Nomi illustri, anzi di più, o semplici mestieranti del pallone, una serata storta può capitare a tutti, ma di sicuro Leonardo Bonucci conserverà la gara conclusiva del suo 2020 tra i ricordi peggiori dell’intera carriera. Maldestro e distratto come tutta la Juventus, il centrale bianconero e della Nazionale sceglie avversario e la serata peggiore per eclissarsi. Non da solo, in verità, perché pure dalla panchina non arrivano segnali contrari, né dai compagni, né da chi compagno lo è stato fino a poco tempo fa. Il risultato è che per la prima volta da un decennio il mondo bianconero si affaccerà al nuovo anno con più interrogativi che certezze.
1. Leonardo Bonucci (Juventus)
Difficile scegliere il peggiore nella serata da incubo della Juventus, una delle più nere dell’ultimo decennio come giustamente osservato dal capitano bianconero. Per un giocatore che si è sempre fatto apprezzare più per la tecnica che sul piano strettamente difensivo fa specie che quasi tutti gli errori siano dovuti proprio a leggerezze tecniche: appoggi sbagliati in serie, il liscio che provoca l’autorete e il pallone perso per il terzo gol dei viola. In mezzo tante altre leggerezze figlie evidentemente della poca concentrazione nella quale trascina anche i compagni, ma imperdonabile però vista la delicatezza della partita alla luce del ribaltone della gara contro il Napoli. In serate come queste il declino di Chiellini si sente doppiamente.
2. Patric (Lazio)
Ha ragione a recriminare al termine della partita, rimpiangendo non solo il punto perso, ma anche la vittoria mancata, perché dopo il 2-2 la Lazio ha avuto il colpo del ko in canna. Alla fine però San Siro porta ancora una delusione ai biancocelesti e allora bisogna risalire agli orrori dei primi quindici minuti, con lo spagnolo protagonista indiscusso in negativo. Il rigore procurato arriva a culminare un approccio disastroso e a conti fatti è fatale ai suoi.
3. Claudio Terzi (Spezia)
Come contro il Crotone Italiano cambia all’intervallo un giocatore già ammonito per affidarsi ad un elemento più esperto. Ma proprio come accaduto con Sala in Calabria, anche questa volta il teorico porto sicuro tradisce il tecnico siciliano e arriva una nuova brutta sconfitta in uno scontro diretto. Gli Aquilotti affondano nella ripresa con il loro leader difensivo: errori in serie e quel rigore goffamente procurato su Behrami che manda in orbita il Grifone.
4. Kevin Lasagna (Udinese)
Il gol contro il Cagliari sembrava l’inizio di una nuova stagione per l’attaccante lombardo e invece ecco un altro passaggio a vuoto. Gotti gli concede fiducia da titolare, ma le caratteristiche del Benevento non si addicono a quelle dell’ex Carpi, che con poco campo a disposizione tradisce confermando di non possedere il killer instinct davanti alla porta avversaria. Tre tra primo e secondo tempo le occasioni sprecate in momenti chiave della partita.
5. Pedro (Roma)
Tutto è bene quel che finisce bene perché la squadra chiude il 2020 con una vittoria e al terzo posto solitario, ma dopo l’espulsione contro il Sassuolo qualcosa sembra essersi rotto nel rendimento dello spagnolo, fino a quel momento molto soddisfacente. Fonseca sembra essersene accorto, perché l’ex Barcellona non ha più il posto fisso. Contro il Cagliari arriva una nuova occasione, ma sprecata: tanti errori sottoporta in momenti topici della partita, troppi leziosismi e anche il lavoro difensivo si è attenuato rispetto alle prime uscite stagionali.
6. Allenatore: Andrea Pirlo (Juventus)
La prima sconfitta in campionato arriva nel momento peggiore, non solo perché rovina la breve pausa natalizia. La sua creatura continua a peccare di discontinuità a livello di prestazioni e di risultati. Troppo facili, evidentemente, gli ultimi ostacoli superati, ma alla serata sfortunata tra decisioni arbitrali e condizionamento per la sentenza sulla partita contro il Napoli, il tecnico c’aggiunge una lettura non impeccabile della situazione dopo l’espulsione di Cuadrado. Prima il 4-4-1 che non convince, poi il passaggio al 4-3-2 e infine le sostituzioni che non convincono. La lacuna peggiore, però, resta quella di non riuscire a motivare la squadra e a indirizzarla sulla strada giusta nei primi minuti dopo il doppio patatrac. La strada per lasciare il segno in panchina è ancora molto lunga.
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