La Flop 5 dei peggiori calciatori della 2ª giornata di Champions League
Dopo il pieno del turno precedente, con tre vittorie ed un pareggio, il calcio italiano esce dalla due giorni di Champions con tre punticini, frutto di altrettante X, e una sconfitta, quella della Juventus contro il Barcellona. Per le quattro rappresentanti tricolori si può comunque essere ottimisti in chiave qualificazione, anche se la Flop della settimana è purtroppo infarcita di protagonisti della Serie A, che continuano a rinviare il gran salto a livello internazionale. Di tempo ce n'è ancora, ma meglio sfruttare le giornate rimanenti della fase a gironi, perché poi il gioco si farà durissimo...
1. Lautaro Martinez (Inter)
Dopo la pessima prestazione di Genova e lo sfogo al momento della sostituzione ci si aspettava quantomeno una reazione d’orgoglio e invece il Toro floppa ancora. Più che il gol clamorosamente sbagliato sul finale pesa una partita anonima, priva di guizzi, di iniziative e di dialoghi con Lukaku. L’Inter non gira e ha bisogno di lui. Le voci sul Barcellona sembrano lontane anni luce…
2. Patric (Lazio)
L’impegno c’è sempre e non poteva essere altrimenti in una notte da cuore oltre l’ostacolo e tutto sommato il rendimento non è neppure disastroso come terzo di difesa in una serata in cui ci sarebbe stato da soffrire. L’ingenuità del fallo su Rits, figlia di una precedente disattenzione, non può però che far crollare la valutazione: in campo internazionale disinteressarsi del pallone per guardare solo l’avversario e placcarlo su azione d’angolo non viene perdonato. Non lo fa l’arbitro e non può farlo Inzaghi, costretto a bruciarsi un cambio all’intervallo nonostante la rosa ridotta all’osso.
3. Paulo Dybala (Juventus)
Le attenuanti non mancano, su tutte quella di una condizione atletica approssimativa, ma si è di fronte a un’altra stecca in una partita importante e nella quale compagni, allenatori e tifosi facevano affidamento soprattutto su di lui, vista l’assenza di Ronaldo. Il gioco peraltro staziona spesso dalle sue parti, la squadra si appoggia più sulla Joya che su Chiesa, non venendo però ripagata. Tanti errori, qualche peccato di egoismo, zero giocate risolutive e assenza totale di personalità nel caricarsi la squadra sulle spalle, nonostante l’esperienza internazionale superiore rispetto a quella di molti compagni.
4. Ferlan Mendy (Real Madrid)
C’era una volta Marcelo… Il brasiliano sogno della Juventus non è più il giocatore di una volta, ma forse non farebbe peggio dell’acerbo francese. In terra tedesca l’ex Lione è una canna al vento travolta dalle iniziative di Thuram. Inesistente in fase di spinta, e ci sta visto il brio del connazionale, a sorprendere è la quantità di errori in fase difensiva, tecnici e di posizionamento, sublimati dalla disattenzione nell’azione del raddoppio.
5. Noussair Mazraoui (Ajax)
C’era sempre lui sulla fascia destra dei Lancieri due anni fa nella cavalcata terminata a un passo dalla finale. Evidentemente, però, le stagioni d’oro faticano a ripetersi, anche se come parziale attenuante c’è il tasso tecnico e di esperienza della squadra, abbassatosi notevolmente. Fatto sta che a Bergamo l’ex prende una bambola indimenticabile da Gomez, che lo scherza a piacimento tra finte, doppi passi e tagli: l’arbitro gli risparmia una sacrosanta espulsione per doppia ammonizione e Ten Hag ringrazia sentitamente. All’Arena serviranno correttivi di formazione nella partita decisiva del girone…
6. Allenatore: Antonio Conte (Inter)
Dal 2013 al 2020, la Champions del tecnico salentino rischia di complicarsi ancora a suon di pareggi. La seconda X consecutiva mette in salita il girone e se contro il Gladbach sapeva di vittoria per la rimonta e il cuore dimostrato a causa dell'emergenza, gli zero gol segnati allo Shakhtar gridano vendetta. Le traverse del primo tempo sono una buona attenuante, ma nella ripresa la squadra non ha saputo ripetersi su quei ritmi anche a causa della scarsa intraprendenza dell'allenatore, tutt'altro che fantasioso e coraggioso nelle sostituzioni. Non resta che consolarsi con la crisi del Real, nel doppio confronto servirà almeno un punto contro l'amico Zidane, ma occhio all'orgoglio dei campioni feriti...
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