La Flop 5 dei peggiori calciatori della 3ª giornata di Champions League
C'era una volta la fase difensiva... La tendenza del calcio europeo è ormai tracciata, così ciò cui si assiste settimanalmente in Serie A, partite con tante reti, è lo stesso scenario, da anni, delle Eurocoppe, almeno nelle prima fasi. Le goleade si sprecano, certo perché il dislivello tra le partecipanti è notevole, ma anche perché difendere è sempre più un optional. Inevitabile, allora, che dietro la lavagna finiscano soprattutto centrali di retroguardia protagonisti di prestazioni horror, per errori individuali o di reparto. Insieme, però, a chi ha deciso di schierarli...
1. Dalbert (Rennes)
Il fatto di essere "solo" il quarto giocatore a procurare due rigori contro la propria squadra nella stessa partita negli ultimi 15 anni è una magra consolazione per il brasiliano, che completa l'opera facendo tutto nel primo tempo e meritandosi pure un'espulsione dopo 40 minuti. Nel Rennes zeppo di ex della Serie A (Gomis, Nzonzi, Grenier e l'indisponibile Rugani), l'ex di Inter e Fiorentina incappa in una serata da incubo, non solo per i due penalties che spianano la strada al Chelsea verso vittoria e qualificazione virtuale, ma per la generale dimostrazione di inadeguatezza, a livello tecnico e di concentrazione. Che i mancini brasiliani non fossero bravissimi a difendere era noto, ma in una notte il ragazzo cancella tutto quanto di buono fatto in un anno a Firenze dopo il flop interista.
2. Stefan De Vrij (Inter)
Difficile scegliere il peggiore in una squadra che al “Di Stefano” si accende solo a tratti e soprattutto si distrae nei suoi giocatori più rappresentativi nei momenti topici della partita. Così se Hakimi è protagonista dell’errore più evidente involando Benzema, il centrale olandese concede il bis della prova horror offerta contro il Parma. Dovrebbe guidare il reparto avendo come compagni un adattato come D’Ambrosio e un giovane come Bastoni, invece sbaglia tutto. Imbarazzante tanto l’ingenuità con cui subisce il blocco di Casemiro sul colpo di testa di Ramos quanto il disastroso movimento in uscita nell’azione che decide la partita.
3. José Palomino (Atalanta)
Gasperini non cambia l’atteggiamento tattico della squadra e i risultati purtroppo si vedono. Così se Hateboer viene scherzato di continuo dagli avversari, non solo in occasione dei gol, dietro la lavagna finisce ancora il difensore argentino. L’ex San Lorenzo si salva solo su Mané, ma dura poco, per il resto la serata è un incubo difficilmente dimenticabile che, spiace dirlo, evidenzia la sua inadeguatezza a questi livelli. Jones e Jota approfittano delle sue disattenzioni in serie e dei suoi pessimi posizionamenti, esiziali se già c’è il grave limite endemico della lentezza…
4. Dimitri Payet (Olympique Marsiglia)
L’OM sprofonda al "Do Dragao", tradito dal proprio leader maximo. Il fantasista dovrebbe trascinare i compagni e invece li trascina nel baratro al cospetto di un avversario i cui meriti sono ingigantiti dalla piccolezza dei francesi, virtualmente fuori dalla Champions dove tornavano dopo sette anni. Zero punti in tre partite in un girone non impossibile è un bilancio con poche attenuanti anche per il numero 10, che commette tanti errori tecnici gratuiti, pecca sul piano della personalità e fallisce pure il calcio di rigore del potenziale 1-1, ultimo atto di squadra prima della resa.
5. Prsenel Kimpembe (Paris Saint-Germain)
Due sconfitte in tre partite e un girone completamente riaperto dai risultati della terza giornata. Questo il pessimo quadro europeo che si è costruito il Psg, evidentemente ancora con la testa a Lisbona. In terra tedesca Tuchel consuma forse l'ultimo capitolo del proprio tormentato rapporto con il club francese. Le colpe non sono solo dell'allenatore, giocare una gara delicata senza Mbappé e Neymar non è il massimo, ma la squadra non va in campo tranquilla e i risultati si vedono. Il simbolo della disfatta è la prestazione del centrale cui è stata affidata l'eredità di Thiago Silva. Goffo, incerto e nervoso, mostra il peggio del repertorio in 90 minuti con ammonizione precoce, rigore procurato, espulsione finale e tanti errori tecnici.
6. Allenatore: Gian Piero Gasperini (Atalanta)
Un anno dopo il tracollo (ma esterno...) contro il City, la Dea concede un triste bis, ma è lo stesso tecnico piemontese a capire che la musica è diversa. Paradossalmente la situazione nel girone è più chiara, perché la corsa è solo su un avversario, l’Ajax, e non su due come nel 2019, Dinamo Zagabria e Shakhtar, ma a cambiare è la freschezza e anche la lucidità della banda nerazzurra. Il gioco della squadra è questa, uno contro uno a tutto campo e velocità, ma se trovi di fronte una squadra che fa le stesse cose con ritmi ancora più alti e più qualità il rischio del crash è evidente. Insistere su giocatori non in forma come Hateboer non è stato ottimale, così come sottoporre la squadra a ripartenze in campo apertissimo come quella del terzo gol, il pane del Liverpool.
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