La Flop 5 dei peggiori calciatori della 5ª giornata di Champions League
La quartultima e la terzultima notte di una fase a gironi di Champions mai così compressa regala poche sorprese a livello di risultato, ma predispone un ultimo turno da brividi per tante big. Non solo Inter, quindi, perché anche Real Madrid, Atletico Madrid, Ajax e Manchester United rischiano eliminazioni storiche che andrebbero a comporre un quadro più che illustre nei sedicesimi di Europa League. Nottataccia in particolare per i Red Devils, traditi da tante stelle nella gara contro il Psg.
1. Fred (Manchester United)
Nel piccolo dramma della squadra di Solskjaer, costretta ora a giocarsi tutto in casa del Lipsia per evitare una clamorosa eliminazione, scegliere i peggiori nella notte contro il Psg è un’impresa ardua. Dal pasticcione Lindelof all’apatico Martial, ma il brasiliano supera tutti. Lento palla al piede, con zero idee in costruzione e deludente anche nel filtro, infarcisce la sua partita di falli e nervosismi assortiti. Dopo aver rifilato un colpo a Paredes a palla lontana ed averla passata liscia, nella ripresa fa capire ad Orsato di voler togliere il disturbo in anticipo così, un minuto dopo il 2-1, ecco il fallaccio su Herrera lontanissimo dall’area che gli costa il secondo giallo. Semplicemente inaccettabile per un giocatore della sua esperienza
2. Ferlan Mendy (Real Madrid)
Seconda presenza nella nostra flop in cinque giornate per l’esterno francese, simbolo di un Real malinconicamente irriconoscibile ed ora incredibilmente a rischio eliminazione. Dopo essere stato scherzato da Thuram contro il M’Gladbach, a Kiev ci pensa Dentinho a umiliare l’ex, approfittando di un pallone goffamente perso per sbloccare il risultato. Oltre a questo colma la sua partita di errori gratuiti, tecnici e tattici. Adesso anche i tifosi madridisti più oltranzisti rimpiangeranno Marcelo…
3. Mohamed Salah (Liverpool)
La sua prova contro l’Ajax è lo specchio della scarsa ispirazione di tutta la squadra. Sembra presto per parlare di imborghesimento di gruppo, ma di sicuro i Reds hanno perso l’aggressività e la brillantezza dei giorni migliori e l’egiziano ne è l’emblema. A digiuno per la seconda gara di fila in Champions, contro l’Atalanta aveva avuto a disposizione solo trenta minuti, questa volta sembra di rivedere l’ala pasticciona sottoporta dei tempi della Roma. Oltre al gol sbagliato pochissimi spunti e poca fantasia per uscire dalla marcatura di Tagliafico.
4. Duvan Zapata (Atalanta)
Non segna dalla gara d’andata contro l’Ajax e la speranza di Gasperini e dei tifosi neroblu è che il digiuno finisca proprio contro i Lancieri all’Arena. Di certo la prova generale contro il Midtyjlland è da dimenticare: tra errori grossolani sottoporta e imprecisioni negli appoggi sembra di vedere un altro giocatore rispetto al Panterone implacabile nelle aree altrui.
5. Sergi Gomez (Siviglia)
L’ex canterano del Barcellona è il simbolo della serata da incubo del Siviglia che, benché già qualificato agli ottavi, crolla miseramente in casa contro il Chelsea nel Giroud-day. Le cose in campionato non vanno male, quindi per gli andalusi si dev’essere trattato del classico caso di spina staccata. Il centrale ex Celta paga la giornata di gloria del bomber francese, al quale però concede troppo dal punto di vista tecnico, con marcature horror, così come nel gioco aereo, nel quale in teoria non partiva battuto. Due gol su quattro, compreso il fallo da rigore per il poker, sono gentili concessioni della casa.
6. Allenatore: Zinedine Zidane (Real Madrid)
Nella notte in cui il "suo" Olympique Marsiglia smette i panni della Cenerentola interrompendo la serie di tredici sconfitte consecutive in Champions il tecnico della squadra più titolata d’Europa conosce una delle pagine più nere della carriera e si appresta a vivere una delle settimane più difficili. La seconda sconfitta in cinque partite, tante quante negli ultimi tre anni nella fase a gironi, mettono a nudo i limiti tecnici e temperamentali di un gruppo spentosi dopo l’addio di Cristiano Ronaldo. Le colpe della società sono evidenti, quelle dell’allenatore ormai lampanti. Il motivatore silenzioso in grado di leggere le partite come pochi altri è ormai un ricordo: le esclusioni iniziali di Marcelo, Casemiro e Vinicius non convincono, le sostituzioni ancora di meno. La caduta delle stelle.
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