La Flop 5 dei peggiori calciatori della 6ª giornata di Serie A
Chissà se Rino Gattuso avrà lasciato il San Paolo dopo la partita contro il Sassuolo ascoltando “La dura legge del gol”, ma perdere l’imbattibilità dopo aver sempre vinto, sul campo, in campionato al termine di una gara a tratti dominata dal suo Napoli brucerà parecchio a un tecnico come Ringhio, tradito dagli errori dei propri attaccanti, in particolare della strapagata stella dell’ultima sessione di mercato, che sembra entrato in un tunnel senza fine. Lo stesso che sta percorrendo il numero 10 più atteso del campionato, cui non basta neppure la libertà totale datagli in campo dal proprio allenatore. Siamo appena a novembre, ma il tempo per le prove sta già per scadere…
1. Paulo Dybala (Juventus)
Detto che essere sostituiti da Ronaldo non è in generale una cosa da augurare a nessuno perché quasi sempre in grado di portare miglioramenti per la squadra, se a lasciare il campo è quello che viene considerato un campione il gap risalta ancora di più a sfavore di uno e a favore dell’altro. Anche a Cesena la Joya si mostra in versione sad e sembra quasi giocare una partita nella partita, quella contro i fantasmi che paiono perseguitarlo dai tempi in cui ha contratto il Coronavirus. Quello dell’argentino non sembra però essere solo un problema fisico e neppure di ruolo, perché contro lo Spezia Pirlo gli dà libertà: l’avversario è quello che è e il partner d’attacco, Morata, molto ispirato, ma Paulo non dà segni di vita a livello tecnico, sbagliando molto, e di autostima. Il tunnel sembra ancora lungo.
2. Victor Osimhen (Napoli)
Lo show contro l’Atalanta sembra lontanissimo, da quel momento il nigeriano non ne ha indovinata una mostrando il peggio del repertorio anche in serata positive per la squadra, come quella di San Sebastian condita da un’espulsione che ha fatto arrabbiare Gattuso, al pari del gol sbagliato contro il Sassuolo in un momento topico della gara. Per battersi si batte, i movimenti da regista offensivo ci sono eccome, ma la mancanza di freddezza sottoporta, insieme a qualche errore tecnico di troppo, inizia a diventare preoccupante
3. Stefan De Vrij (Inter)
Scegliere il peggiore in casa Inter è un esercizio improbo vista la prova scialba della squadra di Conte per 60’, prima della naturale reazione d’orgoglio dopo il doppio svantaggio, ma se per alcuni può esserci qualche attenuante, da Lautaro orfano di Lukaku ad un Eriksen che proprio in Italia non sembra riuscire a girare, la stecca dell’olandese non se l’aspettava nessuno ed è alla base del pic nic di Gervinho. Gli inserimenti dei giocatori del Parma lo sorprendono sempre, sui due gol è immobile. Ok la scarsa intesa con i compagni di reparto, ma è parso un debuttante.
4. José-Maria Callejon (Fiorentina)
La serata no andrebbe condivisa con l’allenatore che lo schiera fuori ruolo in avvio, da seconda punta al fianco di Ribery, e che non migliora le cose dopo chiedendogli di correre per tutta la fascia nel 3-4-3, ma da un giocatore della sua classe e della sua esperienza è giusto aspettarsi di più sia a livello di prestazione che di gestione all’interno della gara e anche di personalità rispetto a compagni più giovani. Invece l’ex napoletano finisce addirittura per spegnersi e sfiduciarsi strada facendo.
5. Alessio Romagnoli (Milan)
Il capitano è l’emblema della giornata di scarsa ispirazione di tutto il Milan, che riesce comunque a strappare i tre punti grazie a mago Ibrahimovic. Se infatti l’Udinese non si fa mai vedere davanti, quasi tutti i brividi per Donnarumma arrivano da errori del numero 13, goffo e ingenuo sul rigore e molto falloso in impostazione, con conseguenze evidenti su tutta la squadra, in fase difensiva e di costruzione
6. Allenatore: Giuseppe Iachini (Fiorentina)
Sbaglia praticamente tutto, non il massimo per un tecnico che ha sì incassato la fiducia della società, ma che non ha dalla propria parte stampa e tifosi. Callejon seconda punta, peraltro al fianco di uno che centravanti non è come Ribery, è un assurdo che non può venire giustificato solo dalla campagna acquisti che non ha portato un centravanti di ruolo, così come il successivo passaggio al 3-4-3 con l’ex napoletano esterno. La difesa a tre contro il tridente della Roma è inoltre parsa un suicidio. Il centrocampo di qualità in certe partite andrebbe rivisto, ma va detto che le alternative a disposizione non sono tante.
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