La fortuna aiuta gli audaci? La Fiorentina di Italiano, tra coraggio e rischio

Italiano
Italiano / Ciancaphoto Studio/GettyImages
facebooktwitterreddit

Tutto è bene quel che finisce bene: questo il clima che, di fatto, circonda Firenze fin dal gol realizzato fortuitamente da Mandragora - con la decisiva complicità di Radu - nei minuti di recupero di Fiorentina-Cremonese. Non occorre andare per il sottile dunque, valutare tanto il modo, dal momento in cui arrivano i tre punti e tutto magicamente si sistema.

Esiste però un tema che, fino a quel momento in grado di spostare le valutazioni, percorreva il Franchi: un misto di sorpresa ammirazione e di perplessità per le scelte di Vincenzo Italiano, per una formazione che (a priori) pareva anche condizionata dal prossimo impegno coi playoff di Conference, giovedì col Twente.

Christian Kouame
Kouamé / Ciancaphoto Studio/GettyImages

Nessun titolarissimo, nessun esubero

Un turnover che del resto appartiene profondamente alla cifra di Italiano come tecnico: nessun titolarissimo e soprattutto nessun giocatore da ritenere fuori dal progetto, nessun esubero in gruppo. Una strategia che nella stagione scorsa si è rivelata virtuosa e che, a tutti gli effetti, ha permesso di recuperare chi appariva ormai fuori dai piani viola: Amrabat ma ancor di più Duncan e Saponara hanno percorso, grazie al coraggio del tecnico, una strada insperata di riscatto, tutt'ora sotto gli occhi di tifosi e addetti ai lavori.

Vincenzo Italiano
Italiano in Fiorentina-Cremonese / Gabriele Maltinti/GettyImages

Sarebbe dunque pretestuoso e ingeneroso trovarsi oggi a discutere l'approccio di Italiano alla gestione della rosa, alla luce di un settimo posto e di un gruppo che sembra funzionare al meglio, senza prime donne o ruggini da gestire.

Al contempo però il debutto di ieri ha assottigliato il confine tra audacia e spregiudicatezza, tra coraggio e rischio: puntare su Benassi come terzino, su Kouamé dal primo minuto e lasciar fuori Nico Gonzalez fino alle battute finali, in sostanza, ha rappresentato un esercizio estremo di turnover.

Marco Benassi
Benassi adattato come terzino / Ciancaphoto Studio/GettyImages

Un rischio calcolato?

Se la prova dell'ivoriano ha senz'altro ripagato la fiducia di Italiano, con un assist e il lancio che ha avviato l'azione del 2-1, la prestazione di Benassi ha palesato qualche prevedibile tratto di discontinuità per un giocatore, storicamente mezzala, adattato come terzino destro.

A fronte di un "rischio calcolato", con vista sul Twente, rimane sullo sfondo un'impressione: rinunciare a Nico Gonzalez può essere un lusso per questa Fiorentina, soprattutto nei momenti in cui i suoi strappi e la sua capacità di saltare l'uomo possono (da sole) cambiare il volto di un match, compensando altre difficoltà.

Rimane al contempo anche una certezza, questa sì virtuosa: riuscire a dare fiducia a chi è accostato con insistenza a un addio, farlo sentire parte del progetto e non intruso, permette ancora una volta di valorizzare un patrimonio della società e di non dare - almeno in ottica mercato - la deleteria impressione di avere fardelli di cui liberarsi ad ogni costo. Un piano che, con tutti i rischi del caso, rappresenta la miglior forma possibile di aziendalismo.


Guarda l'ultimo episodio de "Il Corner" sul canale YouTube di 90min Italia.