La generazione d'oro del Belgio rinnegata dai propri tifosi

La scelta di Kevin de Bruyne di portare via i suoi compagni e le parole nel postpartita.
Ukraine v Belgium - EURO 2024
Ukraine v Belgium - EURO 2024 / Anadolu/GettyImages
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Passare il turno e ricevere i fischi dei propri tifosi al termine dell'ultima gara della fase a gironi. È il paradosso di un Belgio, di un Kevin de Bruyne risentito per quanto accaduto ieri contro l'Ucraina a Stoccarda. Proviamo però a fare ordine tornando all'origine.

Quello che scendeva per la prima volta su un campo tedesco una decina di giorni fa era un gruppo squadra a metà tra la generazione d'oro e nuove leve del presente, e lo è ovviamente ance due settimane più tardi. Un gruppo guidato da un CT, il giovane Domenico Tedesco, subentrato 18 mesi fa e autore di un percorso ottimo nelle qualificazioni europee. Dopo aver lavorato per diverso tempo (causa infortuni) senza Thibaut Courtois e Kevin de Bruyne, i red devils sono giunti con il secondo, ma senza il primo nell'Europeo che si sta svolgendo in Germania.

Lì, precisamente a Francoforte, è maturato un esordio terribile, culminato nella sconfitta contro la Slovacchia. Qualche giorno dopo la risposta a Colonia contro la Romania, e una situazione di totale equilibrio che permetteva a Lukaku e compagni di qualificarsi matematicamente anche in caso di pareggio contro l'Ucraina. E proprio un pareggio ha caratterizzato le ultime due sfide del Gruppo E. Quindi perché questa reazione dei tifosi al triplice fischio?

I fischi sono giusti anche in tornei del genere?

Viviamo in un contesto in cui a essere criticata c'è anche l'Inghilterra capolista del Gruppo C, nel torneo in cui più di qualche mugugno è stato sollevato anche dal secondo posto nel D della Francia vicecampione del mondo. Tuttavia, i fischi rivolti ai calciatori del Belgio a partita ormai conclusa e mentre gli stessi si avvicinavano al settore per applaudire, hanno fatto indispettire una leggenda del calcio contemporaneo come Kevin de Bruyne.

Dai video raccolti da alcuni giornalisti in tribuna stampa, risulta ben visibile la sequenza in cui il capitano belga decide di fare marcia indietro e ricondurre i propri compagni al centro del campo. La reazione è di disapprovazione e il messaggio implicito che reca con sè conduce alla nostra domanda: è giusto fischiare i propri calciatori anche in competizione di questo genere? E anche in caso di risultato minimo raggiunto?

Qualificazione raggiunta, ma Francia agli Ottavi

Il Belgio aveva l'obbligo di passare il turno e il dovere di vincere un girone in cui era la Nazionale nettamente favorita. Tuttavia, una gara storta all'esordio ha impedito ai red devils di imporsi come leader del gruppo e la scelta, giudicata un po' conservativa, di non mettere a repentaglio la qualificazione per provare a vincere a tutti i costi contro l'Ucraina rischiando di subire gol, è stata spiegata molto bene dallo stesso Kevin de Bruyne nel postpartita.

"Abbiamo provato a vincere la partita. Abbiamo avuto occasioni da gol e abbiamo scelto di non assumerci rischi con il calcio d'angolo perché sapevamo di poter concedere un gol. Se fosse successo questo, saremmo stati eliminati dagli Europei."

De Bruyne nel postpartita

Tutti, lui, Vertonghen, Carrasco, Faes e anche il CT Domenico Tedesco, si sono dichiarati sorpresi dai fischi dei propri tifosi perché l'importante era qualificarsi, e in un certo senso non gli si può dare torto. L'imprevedibilità del calcio ha condotto la Francia al secondo posto e l'Olanda al terzo, e la Croazia è stata addirittura eliminata nella fase a gironi. Anche in situazioni nelle quali la differenza di status è così rilevante, non si può evitare di stabilire delle priorità con le quali saranno poi gli stessi interpreti a fare i conti.

Probabilmente i fischi dei belgi derivavano dalla consapevolezza, maturata in corso d'opera, di affrontare la Francia agli Ottavi di Finale, in un lato già proibitivo del tabellone di Euro 2024. A farli scattare la scelta dei propri calciatori di attaccare con riserva, di non andare all-in per provare a piazzarsi dall'altra parte, a confronto con l'Olanda in un lato decisamente più morbido.

Come accade spesso ormai, il cerchio al centro del campo serve a compattare il gruppo, a chiudersi di fronte a migliaia di persone, e le parole del capitano sono chiare: "È tutto ok. Vinceremo la prossima partita". La prossima partita sarà però contro una delle Nazionali favorite alla vittoria del torneo. Una di quelle gare da ritardare il più possibile, nella quale Kevin De Bruyne, dopo aver conquistato due trofei di MVP consecutivi e aver condotto il suo Belgio agli Ottavi da trascinatore, dovrà riprendere per mano tutti, tifosi compresi, e provare che la generazione d'oro belga non è ancora conclusa, si sta solo evolvendo.