La Juve ritrova il gol e la vittoria a Marassi, 3-0: doppio Vlahovic e primo posto
In un Ferraris privo di tifosi, per gli scontri a margine del derby di Coppa Italia, la Juventus cerca di superare la sterilità offensiva delle ultime giornate e al contempo spera di confermare la solidità che ha contraddistinto fin qui i bianconeri di Thiago Motta. Dall'altra parte un Genoa, quello di Gilardino, a caccia di riscatto dopo la dolorosa sconfitta nel derby e dopo quella di Venezia: scommesse sia per Motta che per il tecnico genoano, da un lato esordio dal primo per Rouhi e dall'altro per il sedicenne Ahanor.
Dopo un buon inizio del Genoa la Juve cresce sensibilmente e trova la prima occasione: destro a incrociare di Koomeiners, sul fondo. La crescita bianconera s'interrompe e sfocia in una nuova fase di studio, intervallata da un gioco poco fluido e da due infortuni (Badelj costretto a uscire per un problema alla coscia sinistra). Sul finire del primo tempo Nico Gonzalez s'invola sulla destra e poi s'inserisce, facendo partire un tiro cross minaccioso per Gollini, che respinge in modo goffo ma efficace. Come spesso accade nelle partite bloccate serve un episodio per cambiare le cose: fallo di mano ingenuo di De Winter in area, Vlahovic va dal dischetto e batte Gollini al 48'.
I gol dal dischetto toglie un peso non da poco dalle spalle del serbo che si ripete e sfrutta un ottimo assist di Koopmeiners, battendo Gollini con un diagonale di sinistro e firmando il 2-0. Rispetto al primo tempo è un'altra Juve e Koopmeiners sfiora anche il 3-0, colpendo una traversa a due passi dalla porta: occasione sprecata per chiudere i conti. Spazio per tanti cambi nella Juve, nel finale: Thuram sfiora il gol appena entra in campo, di testa. Le prime parate di Perin arrivano nel finale, Conceicao la chiude all'ultimo minuto con un sinistro di prima intenzione: 3-0 e primo posto in classifica.
La chiave tattica
Buon avvio del Genoa, una partenza di personalità per i rossoblù che non patiscono l'assenza dei loro tifosi e si affidano alle sponde di Pinamonti e alla qualità fornita dall'ex Miretti. Si sottolinea come Danilo, al debutto stagionale da titolare, non agisca da centrale ma da laterale destro: al centro c'è Kalulu. Fagioli, invece, agisce da play puro. Col passare dei minuti prende campo la Juve e la sfuriata iniziale del Genoa si ridimensiona, con qualche errore tecnico di troppo, la crescita bianconera a livello di possesso non si traduce però in occasione a causa di un ritmo troppo compassato nella costruzione.
Thiago Motta non effettua cambia ma modifica la posizione di Kalulu e Koopmeiners: il primo si scambia con Danilo e si sposta da esterno, l'olandese avanza il raggio d'azione e si avvicina a Vlahovic. Soluzione che pagano fin da subito e che accompagnano la crescita dei bianconeri, più pericolosi rispetto a un primo tempo di mero possesso palla. Dopo i due gol di Vlahovic la Juve gioca con maggiore serenità e gestisce il doppio vantaggio senza particolari difficoltà, anche grazie ai cambi (trovando poi il 3-0 nel finale).
L'episodio del match
Come nel caso di Lautaro, autore di una doppietta, anche Vlahovic conferma l'assunto secondo cui un episodio può cambiare radicalmente la rotta: si sblocca su rigore ed è evidente che si liberi di un peso, riuscendo poi a trovare anche la doppietta personale e diventando dunque il protagonista del successo di Marassi.
Il migliore in campo
Vlahovic Valutando il suo primo tempo può apparire paradossale vederlo come il migliori, c'erano anzi le avvisaglie per rafforzare le consuete critiche nei confronti del serbo e i soliti discorsi sull'eterno caso. Nella ripresa però cambia tutto: prima batte Gollini dal dischetto e poi firma il 2-0 che, di fatto, spegne le resistenze rossoblù, con un bel diagonale mancino.