La mancanza di Maldini, il mercato, i rigori e il rapporto con Ibra: parla Leao

Rafael Leao
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Rafael Leao presenta il suo primo libro dal titolo "Smile" e lo fa andando ospite a Che Tempo Che Fa. Nel corso dell'intervista, l'attaccante portoghese ha parlato delle prime difficoltà riscontrate con il Milan, confessando di non aver mai voluto andar via. Dopodiché ha commentato il suo rapporto con un dirigente rossonero del passato, ossia Paolo Maldini, e uno del presente, cioè Zlatan Ibrahimovic. Ecco tutte le sue dichiarazioni.

Sul libro: "I miei tifosi hanno l'opportunità di sapere più cose su di me, sulla mia infanzia, sulla mia vita, ed è un regalo da me per voi".

Sullo Scudetto: "Un giorno che non dimenticherò mai, però noi sapevamo che era la nostra giornata. Stavo piangendo di gioia, uni dei momenti più importanti della mia carriera".

Su Ibrahimovic: "Lui è come sempre, non è cambiato. Avrei voluto giocare più anno con lui, è una persona incredibile. Il Milan ha fatto bene a richiamarlo, con lui siamo uno in più. Una nuova persona che lo vede, direbbe che ha una faccia... Però ha una personalità forte".

Sul passaggio al Milan: "Mi hanno aiutato a crescere come giocatore, all'inizio avevo difficoltà. Sapevo l'importanza del Milan, ma quando sei lì... Il primo ad aiutarmi è stato Maldini, mi ha chiamato prima di arrivassi e mi disse che gli sarebbe piaciuto vedermi lì. Mi manca. Ha una personalità forte, esigente, ma mi ha aiutato a crescere come persona. Mi diceva di non fare musica".

Sulla sua giovinezza: "Abitavo con mia nonna, i miei lavoravano tutto il giorno. È stato difficile, ma ho bei ricordi, ero sempre con il pallone. Sono fortunato perché i miei amici hanno capito subito che avevo qualcosa di diverso. Secondo loro potevo arrivare a livello alto. Un giorno uno venne da me e mi chiese se giocassi da qualche parte, gli risposi di no e lui mi portò al Benfica. Mio papà non aveva modo di portarmi all'allenamento e io aspettavo il pulmino per andare da scuola a Lisbona. Il pulmino non passava mai. Mio papà era duro quando ero piccolo, ma lo ringrazio per quello che ha fatto per me".

Su Maignan che è stato bersaglio di insulti razzisti: "Maignan non voleva giocare, perché non è la prima volta che succede. Noi siamo stati con lui. Io personalmente sono dispiaciuto per lui, dobbiamo fare qualcosa dentro e fuori dal campo. Ringraziamo il Milan per averci fatto fermare al 16' per lui. Non finirà mai, ma dobbiamo combatterlo. Io sorrido sempre, è un modo di combattere le persone contro di me".

Non sei uno che ama parlare di sé: "Stavo parlando con i miei amici dietro. Non volevo fare questo libro, ma ci sono tante persone che vogliono sapere tanto di me e secondo me ora è il momento giusto di farlo".

Una presentazione: "Sono molto contento di essere qui. Ieri ci abbiamo provato, ma adesso pensiamo alla prossima. Il prossimo rigore lo tiro io (ride n.d.r.). Olivier è un gran giocatore, ha sbagliato il rigore ma noi siamo con lui e se se la sentirà lo tirerà lui".

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