La nostalgia dell'Italia, l'addio alla Roma e l'interesse del Milan: parla Zaniolo
Nicolò Zaniolo sente la nostalgia dell'Italia. Dopo aver preso parte al doppio impegno in terra statunitense con la Nazionale, giocando l’ultimo quarto d’ora contro l’Ecuador e quasi tutta la partita col Venezuela, l'attaccante del Galatasaray in prestito all'Aston Villa non usa molti giri di parole e nell'intervista rilasciata al Corriere dello Sport rivela che gli piacerebbe far ritorno in Serie A.
Nostalgia di casa: "L'Italia mi manca molto: la famiglia, gli amici, mio figlio... Adesso però tocca ai club definire il mio futuro, il cartellino è di proprietà del Galatasaray. Intanto voglio esprimere la mia gratitudine per Monchi che ha scommesso ancora su di me dopo avermi portato alla Roma a 19 anni. Milan? Chi lo sa... Ho chiesto al mio agente di informarmi solo se c'è qualcosa di realmente concreto. Sicuramente, per ciò che ha rappresentato per me la Roma e per rispetto verso i tifosi della Lazio, un trasferimento in biancoceleste sarebbe improponibile".
La Nazionale: "La tournée con la Nazionale negli Stati Uniti è andata benissimo, è stata un'occasione per conoscerci meglio e lavorare tutti insieme. Il gol? Vorrà dire che arriverà in una partita più importante. Spero all'Europeo, fin da piccolo sognavo di giocare una grande competizione con la Nazionale e ora farò l'impossibile per essere convocato. Il rapporto con Spalletti è ottimo, il suo sistema di gioco mi piace e sto imparando tantissimo".
Mourinho e De Rossi: "All'Aston Villa meriterei più spazio, ma posso dire che Emery è uno degli allenatori più forti, lo metto sul piano di Guardiola, Klopp e Mourinho. Mi sta migliorando sotto ogni aspetto. Mi dispiace per l'esonero di Mou, non me l'aspettavo; ma non mi sorprende l'impatto positivo di De Rossi: già quando giocava era un allenatore in campo, un capitano pazzesco".
L'addio alla Roma: "È stata una grande storia d'amore ricambiato, ma come nella vita le come finiscono anche nel calcio. E quando è così è meglio separarsi, anche se conservo un grande ricordo. Non è successo nulla di particolare, si era rotto il feeling con la Roma e insieme abbiamo deciso che non aveva senso andare avanti".
Sulla Premier League: "È un campionato affascinante e stimolante, ci si allena sempre a mille e in campo c'è un'intensità altissima; la gente allo stadio si diverte ma fuori tratta i giocatori con discrezione. Sto giocando meno del previsto, ma credo che un periodo di adattamento in un nuovo Paese sia fisiologico: quando sono arrivato non parlavo neanche l'inglese, è stato difficile ambientarsi anche perché molti compagni sono sposati e ho passato molto tempo da solo".
Sul Galatasaray: "Ho dato tutto, ma anche in quel caso non sono andato via per un motivo scatenante. Era la mia prima esperienza all'estero, per un italiano la realtà turca è difficile da capire; per fortuna però ho trovato tanti connazionali. Adesso vediamo cosa succederà in estate".