La panchina di De Rossi è a rischio? Cos'è emerso dall'incontro coi Friedkin

Fiducia nel tecnico giallorosso e nessun ribaltone dietro l'angolo
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DDR / Ciancaphoto Studio/GettyImages
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L'entusiasmo per la permanenza di Paulo Dybala alla Roma, scenario apparso del tutto utopistico ma poi divenuto realtà, ha lasciato spazio - col passare delle settimane - all'apprensione per una prima parte di stagione del tutto inferiore alle aspettative, con tre pareggi e una sconfitta in campionato e con un successo sfumato in extremis a Marassi col Genoa. La mancata vittoria sul Genoa, frutto di un secondo tempo deludente, e i risultati ottenuti fin qui hanno reso Daniele De Rossi il primo obiettivo di critiche e processi mediatici, con tanto di voci su un futuro in bilico alla Roma.

Fiducia in DDR: la posizione dei Friedkin

L'ipotesi di un ribaltone non appare però dietro l'angolo e l'arrivo dei Friedkin in Italia, nella giornata di ieri, non è da leggere come una minaccia alla posizione del tecnico: questo è quanto sottolinea oggi il Corriere dello Sport, analizzando la situazione critica vissuta dai giallorossi. Nel pomeriggio di ieri è andato in scena un incontro tra la proprietà e l'allenatore, un meeting che ha confermato i buoni rapporti tra le parti e la voglia di lavorare per superare la situazione difficile, senza ricorrere a rimedi drastici da qui a breve.

De Rossi sa benissimo che le partite con Udinese e Venezia saranno cruciali anche per il proprio futuro, l'idea di un esonero al momento però è lontana dallo scenario immaginato dalla proprietà che, dal canto proprio, riconosce a De Rossi diverse scusanti per un inizio deludente (i tanti nuovi acquisti, molti dei quali da contesti diversi da quello della Serie A). Il confronto non è andato in scena solo col tecnico ma anche con la coppia Ghisolfi-Soulokou, soprattutto per discutere dei casi relativi a Dybala e Zalewski, uno risolto positivamente e l'altro ancora in corso e lontano da una soluzione. Non si esclude, spiega il quotidiano, che i Friedkin valutino d'inserire una nuova figura dirigenziale, un "uomo di calcio" che faccia sentire meno solo DDR.

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