La panchina decisiva e il ruolo di bandito del calcio: Mourinho su Roma-Udinese
José Mourinho, tecnico della Roma, ha parlato nel post-partita del successo giallorosso sull'Udinese: un 3-1 deciso nel finale dopo il provvisorio pareggio bianconero in avvio di ripresa. Queste le parole del tecnico, soddisfatto per l'impatto della panchina e per la reazione dopo il pari, ai microfoni di DAZN.
La reazione dopo l'1-1: "Per fortuna e merito nostro la reazione è stata fortissima, la panchina per me era con giocatori in grado di cambiare la partita e penso di non aver fatto male, c'è stata una risposta forte. Sembra che vogliamo battere qualche record di gol alla fine però così talvolta si perdoni punti, quando c'è difficoltà dell'avversario bisogna attaccarlo alla giugulare".
L'esultanza finale: "Ho esultato per un gol che finisce la partita, abbiamo perso potere difensivo e quando mancano 10 minuti l'organizzazione difensiva non mi dava sicurezza, il terzo gol ha chiuso la partita e mi sono rilassato".
La preparazione della sfida: "Abbiamo lavorato sulle transizioni perché con l'Udinese è dura, la soluzione era non perdere palla e lo abbiamo fatto bene. Dopo il gol si sentiva la fragilità e lì devi chiuderla".
Dybala e Azmoun dall'inizio è possibile? "Un po' sbilanciata perché Paulo e Azmoun non hanno una natura di grande organizzazione difensiva, con due puoi perdere equilibri e Azmoun è un profilo che amo ma gli manca qualcosina per essere un giocatore di Mourinho in fase difensiva. Ha una qualità pazzesca".
Le prospettive: "Non ho grande fiducia nel nostro status, abbiamo ancora tanti alti e bassi e non voglio fare festa. Se Renato torna, se Smalling arriva forte a gennaio vediamo".
L'idea di bandito del calcio: "Di solito tu nasci bandito, io sono nato decisamente bandito del calcio e cerco di influenzare".