La Premier di 90min: viaggio alla scoperta del Tottenham Stadium
Il sole illumina grattacieli e off licence a Seven Sisters, che in quest'area del nord di Londra si mescolano tra loro a testimoniare la natura di una città legata a doppio filo alla propria identità nonostante sia in continuo divenire.
Sono sceso qui, insieme a una marea umana vestita di bianco, su suggerimento del mio collega Sean, - Tottenham Hale (Victoria Line) e White Hart Lane (Overground) sono le fermate più vicine allo stadio - per iniziare a respirare l'atmosfera di questa domenica di Premier League e immergermi immediatamente nell'universo Tottenham, che in cerca di riscatto oggi ospita l'Aston Villa. Sulla via dello stadio, i cartelli ancora indicano il nome di White Hart Line, la vecchia casa degli Spurs. Tifosi di tutte le età indossano maglie di tutte le epoche e nonostante la sconfitta nel North London Derby contro l'Arsenal di domenica scorsa, il clima è quello della festa.
Fuori lo stadio, l'odore dei crauti si mischia alla perfezione con quello dei barbecue e tifosi in coda - ce ne sono tantissimi qui per Son - iniziano a intonare i primi cori a favore dei padroni di casa. Per arrivare all'ingresso riservato ai media, passo tra i tantissimi tifosi dei Villans, accorsi nella capitale con l'ambizione di fare risultato.
Lo stadio, pensato per far vivere ai tifosi la miglior esperienza possibile è un capolavoro di architettura che somiglia a un centro commerciale e la South Stand -ispirata al Muro Giallo di Dortmund- che ospita i tifosi di casa è impressionante. Prima del fischio d'inizio, viene ricordato Roger Hunt, Campione del Mondo nel 1966.
L'inizio della gara è abbastanza contratto, con il pubblico che nel primo quarto d'ora si accende solo in occasione di qualche intervento deciso non punito dall'arbitro. Son prova a dare la scossa ai suoi, ma il più pericoloso è Harry Kane che al 23' prova a sorprendere Martinez calciando rapidamente una punizione dalla linea di centrocampo. Quattro minuti dopo il Tottenham passa: Son - premiato alla fine come man of the match - guida la transizione offensiva degli Spurs e trova Hoejbjerg al limite dell'area, il danese ha tutto il tempo di prendere la mira e segnare il gol dell'1a 0 che fa esplodere lo Stadium.
Prima del riposo, l'Aston Villa sfiora il pareggio con McGinn, che sfiora l'incrocio dal limite dell'area con un tiro su cui Lloris probabilmente non sarebbe potuto arrivare. Si va al riposo con i padroni di casa in vantaggio e con il pubblico che intona When the Spurs go marching in.
La ripresa inizia con il diluvio e con un Tottenham che, rasserenato dal vantaggio, riesce a dare una maggiore fluidità alla propria manovra offensiva. Nel giro di pochi minuti Son, Lucas Moura e Ndombele vanno vicini al raddoppio, ma a passare - il calcio è davvero spietato - è l'Aston Villa che dopo 20 minuti di sofferenza trova il pareggio con Watkins, rapido ad anticipare tutti sul primo palo e a girare in rete il cross dalla sinistra di Targett e ancor più rapido nell'andare ad esultare sotto il settore ospiti.
Il pareggio però, dura solamente 4 minuti. Al 71' è ancora Targett a rendersi protagonista, anche se questa volta in negativo: Son semina il panico sulla sinistra e mette una palla velenosa nell'area piccola che il terzino devia in rete nel tentativo di anticipare Lucas Moura. 2-1 Tottenham e Nuno Espirito Santo, esulta con veemenza verso la sua panchina.
Il ritmo della gara e del tifo sembra essere deciso da Son, bravo ad accendersi e a trovare Kane al minuto 87', il numero 10 si gira e pesca Lo Celso, subentrato a Ndombele, al quale però non riesce il colpo del K.O. Pochi istanti dopo è lo stesso Kane ad avere la palla del 3-1, negato da un grande intervento di Martinez.
Il recupero scivola via veloce e il fischio di Kavanagh, regala agli Spurs una vittoria che mancava dal 29 agosto.
Son e Lloris fanno festa con i tifosi, che possono tornare a gioire dopo 3 sconfitte consecutive in Premier League, mentre i giardinieri, hanno già tolto le porte dal terreno di gioco e a preparare il manto per la prossima sfida. Corro anche io, il sole cala e il viaggio di ritorno con i tifosi che sono andati via ormai da un pezzo è sempre un pochino più lungo e meno romantico.