La protesta del mondo LGBTQ+ in vista dei Mondiali di Qatar 2022
Il tema di una collocazione insolita a livello di calendario e quello di un contesto privo di una storia calcistica di primo piano, pensando ai Mondiali, si affiancano a questioni ben più delicate e svincolate dal calcio. Aspetti che finiscono ovviamente per investire anche il mondo del pallone, dotati di una risonanza mediatica importante e che meritano dunque un approfondimento in vista di Qatar 2022. Una delle questioni al centro della discussione, con tanto di movimenti che prendono le distanze in modo chiaro dalla prossima edizione dei Mondiali, è quella del rispetto dei diritti umani e - nello specifico - diventa palese e diretta la presa di posizione del mondo LGBTQ+ dall'evento sportivo.
Cosa prevede la legge qatariota per gli omosessuali
Il tema qui diventa ancor più delicato, spostandosi insomma da questioni estemporanee e investendo proprio la trattazione legislativa qatariota in merito all'omosessualità. Il tema è regolamentato dall'articolo 296 del Codice Penale, stabilendo di fatto come gli atti omosessuali tra maschi adulti siano illegali, perseguiti con una multa e col carcere: "Chiunque abbia rapporti con un uomo di età adulta, senza costrizione, dev'essere punito con l'incarcerazione fino a un massimo di 7 anni. Chiunque compia i seguenti reati sarà punito con un minimo di un anno e un massimo di 3 anni di prigione: istigare o indurre un uomo a commettere sodomia o dissolutezza, indurre un uomo o una donna a commettere azioni illegali o immorali." (Codice Penale, legge 11 del 2004, articolo 296). Non esiste, al contempo, alcun riconoscimento legale per unioni civili o coppie dello stesso sesso.
I seguenti diritti non sono riconosciuti:
- Rapporti sessuali con persone dello stesso sesso
- Leggi antidiscriminatorie sul lavoro
- Leggi antidiscriminatorie nella fornitura di beni/servizi
- Matrimoni tra persone dello stesso sesso
- Riconoscimento di coppie omosessuali
- Adozione per coppie omosessuali
- Possibilità per gli omosessuali di entrare nell'esercito
- Diritto di cambiare genere legale
- Possibilità di donare il sangue per gli omosessuali
- Possibilità per le donne lesbiche di accedere alla fecondazione in vitro
Le proteste del mondo LGBTQ+ per i Mondiali di Qatar 2022
La situazione appena descritta, con enormi lacune sul fronte del riconoscimento dei diritti, hanno condotto una parte dell'opinione pubblica a criticare pesantemente la decisione della FIFA di disputare l'edizione 2022 dei Mondiali in Qatar. Una situazione che del resto riprende anche quanto accaduto quattro anni fa, per l'edizione russa.
La FIFA dal canto proprio si è tutelata spiegando di aver ricevuto rassicurazioni dalle autorità qatariote in merito alla sicurezza dei tifosi che si muoveranno per assistere alla competizione, un proposito che non è però stato seguito da ulteriori dettagli. I tifosi della comunità LGBTQ+ del Galles boicotteranno la competizione, ritenendo che non esistano sufficienti garanzie di sicurezza.
Al contempo non mancano altre modalità di protesta da parte di diverse Nazioni che parteciperanno ai Mondiali: la Danimarca indosserà messaggi a sostegno dei diritti umani sulle divise di allenamento, una scelta che del resto riprende quanto fatto anche da Germania, Olanda e Norvegia nel corso degli ultimi anni.
La risposta del Qatar alle critiche ricevute
Nasser Al Khater, direttore esecutivo del comitato organizzatore del Mondiale, ha preso le distanze in modo perentorio dalle critiche ricevute, definendole ingiuste fin da quando la FIFA ha deciso di assegnare al Qatar l'edizione 2022 della Coppa del Mondo. A fronte di una presa di posizione come quella di Josh Cavallo, calciatore dichiaratamente omosessuale che si è detto intimorito dall'idea di giocare in Qatar, lo stesso Al Khater ha spiegato: "Sarebbe il benvenuto dello stato del Qatar anche prima della Coppa del Mondo. Nessuno qui si sente minacciato o insicuro. Tale idea non corrisponde al vero, tutti sono i benvenuti e il Qatar è un Paese tollerante e ospitale. Ci aspettiamo che i tifosi rispettino la nostra cultura come noi rispettiamo le altre".
Il Guardian si è mosso direttamente per chiedere delucidazioni al comitato organizzatore in merito alla questione LGBTQ+, chiedendo lumi sulla questione della sicurezza. La risposta al quotidiano è stata la seguente: "Tutti sono benvenuti in Qatar, al di là di razza, genere, religione, nazionalità e orientamento sessuale. Siamo una società in cui culturalmente non sono praticate forme di esternazioni di affetto in pubblico, crediamo nel rispetto reciproco e ci aspettiamo che tutti vogliano rispettare la nostra cultura e la nostra tradizione". Al contempo il responsabile per la sicurezza ha spiegato come le bandiere arcobaleno, simbolo appunto della comunità LGBTQ+, non saranno consentite: come misura di sicurezza saranno confiscate per evitare scontri.