La Roma ha finalmente scoperto Mile Svilar
È stata la notte di Mile Svilar, la notte dell'ennesima delusione del Feyenoorrd e della gioia della Roma. L'incubo dei tifosi di Rotterdam è diventato ancora una volta reale e ha preso le sembianze dell'estremo difensore in primo piano vestito di giallo.
Nel primo doppio confronto della stagione 2014-15 alla Roma di Garcia erano bastati i minuti regolamentare per eliminare gli olandesi al De Kuip con Gervinho. La seconda occasione è stata in Conference, nella storica Finale di Tirana decisa da Nicolò Zaniolo durante il primo tempo; nella terza è toccato a Paulo Dybala esplodere l'amore giallorosso dei tifosi al 90°, e a Pellegrini ed El Shaarawy regalare la gioia della Semifinale.
L'ultimo confronto appariva sulla carta il più equilibrato tra tutti i precedenti, ma una volta ancora ad esultare è stata la la Roma. Sprecando in Olanda, venendo beffata da un gol fortuito in casa; raggiungendo il turno successivo tramite la lotteria dei calci di rigore, nell'unico modo che ancora mancava da spuntare alla lista contro il Feyenoord.
Daniele De Rossi ha cambiato diverse cose, dopo oltre un mese è ormai evidente. Ha vinto 4 partite su 5 in campionato, è passato a una linea difensiva a quattro, ha ridato energie ed entusiasmo a diversi calciatori che stavano attraversando un momento opaco (Pellegrini, Paredes, Spinazzola, Karsdorp). Ci è riuscito mantenendo quell'atteggiamento europeo che Mourinho gli ha lasciato in eredità, che ha trasmesso e interiorizzato nei protagonisti della Roma in due anni e mezzo di gestione.
Ha dunque modificato il sistema tattico sotto diversi punti di vista, ma la decisione che gli ha regalato gli Ottavi di Europa League è stata una scelta gerarchica. Mile Svilar al posto di Rui Patricio, anche in un turno così delicato. Nella corrente stagione il portiere serbo nato in Belgio ha disputato in totale 11 gare. Le prime sei della fase a gironi della Coppa europea, quella di Coppa Italia con la Cremonese, una sfida a San Siro contro il Milan in Serie A, l'ultima di campionato contro il Frosinone e ora entrambi i Playoff dentro-fuori di Europa League.
Una decina di partite e probabilmente innumerevoli allenamenti per convincere il nuovo allenatore che era arrivato il momento di cambiare. Il calo di rendimento di Rui Patricio ha contribuito ad accelerare questa evoluzione prima del termine della stagione e la gerarchia che doveva essere più chiara, è cambiata proprio dalle parole di De Rossi dopo il Frosinone: "La Roma ha due portieri eccezionali. Voglio che ci sia chiarezza però su chi è il titolare e chi è il secondo, all’inizio era Rui Patricio, adesso è giusto dare spazio a Svilar che è giovane e sta facendo benissimo".
È cambiata e ha portato con sè tanti cambiamenti consequenziali che notti come quella di ieri sera regalano. Nell'opinione popolare la gerarchia avrebbe dovuto invertirsi diverso tempo fa, ma il dubbio principale riguardava proprio il valore dell'ex secondo portiere giallorosso, un'incognita per molti. Poi le parate eccezionale al Benito Stirpe e il ruolo di eroe non protagonista che sorprende tutti e ribalta il finale di un film avviato verso un epilogo triste e negativo.
Mile Svilar ha trasformato le certezze della Roma del mai una gioia, confermando il trend in Europa e nei momenti clou delle partite da cui passa una stagione. Anche nelle lotterie dei rigori. La fiducia che i giallorossi potessero farcela alla prima lotteria dopo la Finale di Budapest è stata affidata a chi hanno visto meno in campo negli ultimi due anni. A chi fino a quel momento aveva parato 3 rigori su 20, escludendo lotterie varie. A chi non ne parava uno in una gara ufficiale da 7 anni, in Champions League contro Anthony Martial.
Lui però, stando anche alle parole del postpartita, era sereno, aveva studiato. Il risultato sono stati due calci di rigore annullati nello stesso modo e un terzo sfiorato. Dopo l'ultimo penalty di Nicola Zalewski, una corsa di oltre 100 metri per andare ad esultare sotto la Curva Sud, con quei tifosi per cui la sua titolarità è già un plebiscito.
18 mesi e oltre di attesa per superare Rui Patricio nelle gerarchie, cinque minuti e due tuffi per cambiare la sua immagine e quella della Roma, che ora può essere considerata pericolosa in Europa anche nei tiri dagli undici metri.