La Roma ha sbagliato a lasciar partire Belotti?
È trascorso ormai un mese dall'epilogo di un calciomercato che ha portato novità nelle rose di Roma e Fiorentina. I giallorossi hanno cambiato guida tecnica ritrovando un idolo della piazza in panchina, i viola hanno confermato la propria anche dopo un periodo negativo che sembrava interminabile. De Rossi ha svoltato una Roma appannata e incapace di imporre il proprio dominio tecnico sugli avversari, Italiano è uscito dalla crisi sperimentando nuove idee e trovando finalmente la quadra della sua Fiorentina.
E l'uomo che ha chiarito le idee offensive di entrambi potrebbe essere stato Andrea Belotti. Ne ha parlato De Rossi nel post-partita della vittoria con il Torino, inconsapevole della prestazione che di lì a breve avrebbe messo in campo il gallo al Franchi.
"Quando sono arrivato a Roma da allenatore ho subito pensato di voler far giocare Lukaku insieme ad Abraham, appena sarebbe tornato a pieno regime. Questa è semplicemente un'idea che dovrà essere lavorata con il tempo, altrimenti avrei tenuto sicuramente Belotti in squadra, che è un giocatore forte e importante"
- De Rossi su Belotti
I due si conoscevano ampiamente. Nella carriera da calciatore dell'ex numero 16 hanno disputato 13 sfide insieme (tra campo e panchina) con la maglia della Nazionale. Nello specifico le qualificazioni (fallite) al Mondiale 2018 con Gian Piero Ventura in panchina, nelle quali il gallo ha contribuito con 4 gol e 4 assist. Da avversari si sono affrontati invece 8 volte tra il 2015 e il 2018, con Belotti in rete in 3 occasioni contro il club giallorosso. Una conoscenza sul campo che caratterizza molti rapporti dell'allenatore della Roma con i componenti della sua rosa.
Lato Roma
Non una bocciatura, ma una scelta dettata dalle necessità del club. Nella transizione al 4-3-3 (o 4-2-3-1) la Roma aveva bisogno di inserire un esterno/fantasista e di sfoltire il parco attaccanti. Il titolare indiscutibile è ovviamente Romelu Lukaku, in una gerarchia che prevede soltanto una prima punta tra i primi undici. Poi c'è Sardar Azmoun, che garantisce caratteristiche più o meno simili a quelle di Belotti, e il rientrante (ancora non è ben chiaro quando) Tammy Abraham, infortunato al legamento crociato nell'ultima gara della passata stagione. Tre per un solo posto, con la caldeggiata opzione di giocare a due quando tornerà a disposizione Tammy Abraham.
La Roma di De Rossi pensa al presente e lo si vede dal miglioramento costante della prestazione collettiva, dal turno passato con merito contro il Feyenoord e dalle 5 vittorie nelle ultime 6 in campionato. La scelta di cedere in prestito il Gallo ha però anche delle conseguenze per il futuro. Se guardiamo ai contratti, gli unici attaccanti contrattualmente certi di essere nella Capitale anche il prossimo anno sono Paulo Dybala (che però occupa una posizione diversa), Tammy Abraham e Andrea Belotti.
I prestiti di Sardar Azmoun e Romelu Lukaku scadranno a giugno, ma su entrambi la dirigenza giallorossa potrà lavorare per un rinnovo, provare ad assicurarseli a titolo definitivo optando per un abbassamento del prezzo del cartellino o deviare le proprie scelte altrove, magari proprio in casa. Rispetto ai primi due, e nonostante la presenza da più tempo in rosa, Belotti era il riferimento offensivo che stava facendo più fatica, sia per il poco spazio con José Mourinho, sia per le qualità dell'attaccante ex Toro, bisognoso forse di quel protagonismo che ha trovato a Firenze.
Lato Fiorentina
A Firenze la sua voglia di spaccare il mondo è emersa in fretta. Si è presentato con una traversa colpita nell'incredibile trasferta di Lecce e poi con il gol che l'ha sbloccata contro il Frosinone. Ha faticato contro Bologna ed Empoli, ed è riemerso con convinzione nel posticipo contro la Lazio, tirando 4 volte in direzione della porta di Provedel, conquistando un calcio di rigore e fornendo l'assist del pareggio per Kayodé.
Una prestazione da Belotti trascinatore del Toro, quella condizione che a Roma si è vista in rare occasioni. Non sono soltanto le squadre ad aver bisogno di scosse, ma anche i calciatori. E se Italiano è riuscito finalmente a far convivere Beltrán con un'altra prima punta, relegando in panchina Nzola, il Gallo ha scosso la sua stagione trasformandosi nel titolare del club viola.
Un doppio attaccante mobile con l'argentino abbassato di diversi metri, sostenuto da due esterni (con la Lazio l'inamovibile Nico Gonzalez e Sottil) e Bonaventura in cabina di regia con Arthur. Una formazione sulla carta sbilanciata, ma sul campo dominante; una Fiorentina che rischia con un undici molto offensivo e che ripaga la scelta ardita di Italiano dimostrandosi capace di annullare la squadra di Sarri sotto tutti i punti di vista.
La vittoria di ieri è, ai punti, un 3-0 mascherato da 2-1. È la vittoria del prestito Roma-Fiorentina per rivalutare Andrea Belotti, in un'operazione che, ad oggi (estendendo il discorso anche al momento di Azmoun e all'eventuale rientro di Abraham), sembra una scelta win-win. Lo sarà ancor di più a giugno se il Gallo, continuando su questo rendimento, riuscirà a conquistarsi un posto tra i convocati di Luciano Spalletti per l'Europeo in Germania.