La sfida con la Turchia è davvero inutile per la Nazionale?
Martedì sera la Nazionale affronterà la Turchia in un match che suona tanto come una passerella umiliante. Entrambe le squadre non possono più ambire a un pass per il prossimo Mondiale e in un certo senso saranno "costrette" a scendere in campo, visto che in palio ci sono punti utili per il ranking FIFA.
A Coverciano nessuno sembra dar peso al prossimo impegno. Tanto che sei giocatori (Verratti, Insigne, Jorginho, Berardi, Mancini e Immobile) hanno già lasciato il ritiro e che, con tutta probabilità, altri li seguiranno tra domani e lunedì. La loro concentrazione è già rivolta al campionato, dove possono ancora raggiungere i rispettivi obiettivi stagionali.
È stato come se, dopo la disfatta del Barbera, si fosse scatenato un effetto "abbandonate la nave". Di conseguenza, non possiamo che dar ragione a Gravina quando ha dichiarato stizzito che a tutti - dai giocatori ai club, dai media ai tifosi - importa della Nazionale solo se ci sono da affrontare partite di rilievo. Durante le amichevoli, la sosta è concepita come un periodo di tempo sospeso, che deve terminare il prima possibile.
Peccato, è stata un'occasione sprecata. Martedì gli Azzurri avevano l'occasione di lanciare un segnale, di dimostrare ai tifosi che la sconfitta con la Macedonia è stata solo passo falso. Certo, un passo falso enorme, ma comunque solo un incidente di percorso in un progetto comunque valido.
Se a Konya fosse scesa in campo un'Italia agguerrita, avremmo potuto pensare con un pizzico di sollievo che il movimento calcistico della Penisola non è definitivamente morto; e invece ci toccherà giocare non con le seconde linee - magari! - ma con le terze o le quarte.
Ma noi siamo ottimisti e vogliamo sempre vedere il bicchiere mezzo vuoto. Gli eroi di Euro 2020 pensano che la partita con la Turchia sia solo un'umiliante perdita di tempo? Bene, allora diamo una possibilità a quei giocatori che reclamano spazio con la maglia della Nazionale.
Fuori Immobile, dentro Scamacca. Via Insigne, Zaccagni prende il suo posto. Jorginho non c'è? Allora mettiamo Tonali. Il fondo l'abbiamo toccato già, adesso non ci resta che sperimentare nuove soluzioni. Chiuso un ciclo se ne apre un altro. Magari la sfida di martedì sera non avrà un significato sul piano sportivo, ma ne ha su quello simbolico: una vittoria, netta, convincente e d'orgoglio non ci darà il Mondiale del 2022, ma costituirebbe una base per raggiungere quello del 2026.
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