La storia di Alessio Cerci, "l'Henry di Valmontone". Dal "calcio che conta" alla Serie C con l'Arezzo...
Strana la vita calcistica di Alessio Cerci. Dal volo spiccato fino a raggiungere l'Atletico Madrid alla "caduta" in Serie C (è stato appena ufficializzato come nuovo giocatore dell'Arezzo). Ma andiamo per gradi. Classe 1987, cresciuto nel vivaio della Roma, era stato classificato come uno dei prospetti più interessanti della Primavera giallorossa, tanto da guadagnarsi l'appellativo di "Henry di Valmontone" (nato a Velletri, ma originario del paese in provincia di Roma).
L'esordio con i grandi arriverà in Roma-Sampdoria, il 16 maggio 2004, contro la Sampdoria, grazie a Fabio Capello. Continuerà a giocare nella Primavera, accumulando altre tre presenze con la prima squadra fino alla stagione 2005-06, quando partirà in prestito al Brescia.
In Serie B scenderà in campo con le Rondinelle 21 volte, prima di tornare in giallorosso ed essere girato al Pisa, sempre in prestito. In Toscana, con Giampiero Ventura, trova la sua dimensione: nella stagione 2007-08 realizzerà ben 10 reti in 26 presenze, tanto che l'Atalanta lo acquista in comproprietà dalla Roma. A Bergamo, complici i tanti infortuni, non lascerà il segno e tornerà di nuovo nella Capitale.
Ma stavolta, stagione 2009-10, resterà a Trigoria per giocarsi le sue carte. Ad agosto realizza il suo primo gol ufficiale con la maglia della Roma nella larga vittoria dei preliminari di Europa League contro il Kosice. Con l'arrivo di Claudio Ranieri, però, Cerci viene impiegato quasi esclusivamente in Europa (dove realizzerà una doppietta al CSKA Sofia). Chiuderà la stagione con un totale di 19 presenze e tre reti, prima di essere ceduto nell'estate 2010, alla Fiorentina, a titolo definitivo.
Con la maglia viola lo score sarà di tutto rispetto (anche se il rapporto con i tifosi avrà spesso alti e bassi): 12 reti in 47 presenze tra il 2010 e il 2012, con il Manchester City che lo cerca con insistenza. Ma ogni volta che sembra trovato l'accordo con Roberto Mancini, Cerci rinuncia e sceglie di restare. Ma nell'agosto 2012 arriva l'addio a Firenze: per lui c'è il Torino, dove c'è un certo Gian Piero Ventura...
In granata si ritrova alla grande e si guadagna anche la chiamata della Nazionale allenata da Prandelli dopo 21 reti in 72 presenze che hanno aiutato il Torino a tornare in Europa (League) dopo 19 anni. Le sue prestazioni non passano inosservate all'Atletico Madrid, che il 1° settembre 2014 lo preleva dai granata per 15 milioni di euro. E qui accade il "fattaccio". La fidanzata di Cerci scrive un post sui social che, a conti fatti, gli si ritorcerà contro: "Essere il migliore esterno della Serie A delle ultime due stagioni non basta... In Italia si va avanti solo con prestiti, vecchie glorie riciclate, stranieri, giocatori che costano zero. I calciatori più forti se vogliono fare qualcosa di importante devono scappare via. Saluti Serie A noi ce ne andiamo nel calcio che conta".
Il suo passaggio ai Colchoneros segna quasi l'inizio della fine. Nell'Atletico gioca troppo poco e lui se ne lamenta in Nazionale, così gli spagnoli lo girano in prestito già a gennaio al Milan. Per Cerci quindi l'immediato ritorno in Serie A con la maglia rossonera, che dura poco meno di un anno, quando le prestazioni deludenti del mancino convincono il Milan ad interrompere il prestito e rispedirlo in Spagna.
Per lui c'è ancora un prestito, sempre in A, ma al Genoa, prestito che termina già a giugno 2016. Nello stesso agosto, nell'ultimo giorno di calciomercato, è tutto fatto tra Atletico e Bologna, ma Cerci non supera le visite mediche con i rossoblù e fa mestamente ritorno a Madrid. Nell'estate 2017 risolve il contratto con i Colchoneros e si accorda con il Verona.
Con i gialloblù dura una stagione, prima che l'attaccante si trasferisca in Turchia, all'Ankarugcu, nell'agosto 2018. Si arriva così fino a marzo, quando il calciatore viene messo fuori rosa, con un contenzioso aperto sul mancato pagamento degli stipendi. Dopo lo svincolo torna in Italia, dove si accorda con la Salernitana: sulla panchina campana ritrova di nuovo Ventura, che stavolta non riuscirà a ricavarne l'apporto sperato. L'avventura con il suo mentore dura solo un anno, con 10 presenze e nessuna rete. Per "l'Henry di Valmontone", adesso c'è una nuova avventura: l'Arezzo in Serie C. Lontano, lontanissimo dal calcio che conta.
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