La strategia difensiva di Pogba dopo le controanalisi e le strade per ridurre lo stop

Al momento la priorità del francese della Juve è dimostrare la non intenzionalità dell'assunzione.
Paul Pogba
Paul Pogba / Insidefoto/GettyImages
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La giornata di ieri ha portato alla Juventus la notizia, comunque tutt'altro che inattesa, della conferma della positività al testosterone di Paul Pogba: nessun colpo di scena dalle controanalisi a cui si è sottoposto il francese e a questo punto resta solo da capire quali saranno le prossime mosse del calciatore per provare, se possibile, a limitare i danni di una situazione in grado di comprometterne - come minimo - il futuro in bianconero.

Quale sarà la strategia difensiva di Pogba?

Quale sarà, dunque, la strategia difensiva di Pogba e di chi lo assiste per difendersi? Il rischio è importante, addirittura una squalifica di quattro anni qualora la Procura indicasse come consapevole l'assunzione, durata dello stop che si ridurrebbe a tre anni - spiega La Gazzetta dello Sport - se l'ammissione di intenzionalità arrivasse da parte del francese, già a priori.

L'intenzione iniziale del francese però non è certo questa, quella dell'ammissione della consapevolezza: la priorità adesso è al contrario quella di dimostrare la non intenzionalità, portando da quattro anni a due la squalifica conseguente.

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Ma non finisce qui: sarebbe possibile un'ulteriore riduzione (metà della sanzione, arrivando dunque a un anno di stop) qualora Pogba - ammettendo il reato - ricostruisse in modo dettagliato le varie circostanze che lo hanno condotto all'assunzione (per quanto non consapevole) della sostanza dopante. C'è infine un'ipotesi, spiega la Gazzetta, riconducibile alla richiesta di udienza unica al TAS e al mancato passaggio dalla nostra giustizia sportiva.