La top 5 dei calciatori dell'11 giornata di Serie A
Il Milan non fa i conti con Fabio Liverani e il suo amuleto San Siro (terzo 2-2 di fila per il tecnico romano al "Meazza" tra Milan e Inter) e perde punti preziosi rispetto a Inter, Napoli, Juventus e Roma, tutte vittoriose. Il tour dicembrino della Serie A inizia quindi con una sorpresa che accorcia la classifica, ma in ogni caso non tutte le altre grandi hanno convinto nonostante la vittoria. La top settimanale è comunque piena di nomi illustri, ma pure di alfieri delle pericolanti...
1. Junior Messias (Crotone)
Il ragazzo non è di primo pelo, ma la sua è la classica favola dell'ex sconosciuto dimenticato dal calcio troppo a lungo nelle categorie inferiori. Dopo aver trascinato in A i calabresi al primo torneo di B della carriera non ha avvertito neppure il salto in massima serie, compatibilmente con le difficoltà della squadra. La coppia con Simy è ottimamente assortita e la prima squadra a farne le spese è stata lo Spezia, la cui difesa è stata letteralmente messa a soqquadro dalla tecnica, dalla velocità e dal sinistro del brasiliano. Due gol, uno annullato, tocchi di classe e tanti movimenti da regista offensivo.
2. Theo Hernandez (Milan)
Riecco l'esterno-goleador che ritrova il feeling con il gol perso nella prima parte di stagione. Il francese non poteva scegliere serata migliore per tornare a colpire nell'area avversaria, quella dell'assenza di Ibrahimovic e delle polveri bagnate degli altri attaccanti. Tocco di rapina e classica rasoiata strozzano l'urlo di gioia nella gola dei tifosi del Parma e di Liverani. Il risultato è più che meritato, ma tra pali e prestazioni deludenti di alcuni compagni stava per materializzarsi una brutta sconfitta. Il migliore insieme a Calhanoglu, trascinatore tecnico e anche carismatico di una squadra trascinata anche dall'entusiasmo.
3. Leonardo Spinazzola (Roma)
Stato di forma straripante per l’ex juventino, al punto da far preoccupare il ct Roberto Mancini in vista dell’Europeo. Se anche a giugno il rendimento dell’abruzzese sarà su questi livelli l’Italia potrà davvero puntare in alto e… Emerson Palmieri temere per il proprio posto. La difesa del Bologna non è esattamente imperforabile, ma a colpire è la quantità delle discese della freccia giallorossa, sempre con i tempi giusti, e la qualità delle stesse a livello tecnico. L’intesa con i compagni di squadra è tale da trasformare ogni suo attacco in un pericolo per gli avversari: non segna, ma procura un autogol e offre un assist d’oro a Pellegrini
4. Hirving Lozano (Napoli)
Dopo aver masticato amaro per tutto il primo tempo in panchina, il messicano cambia il volto di una squadra manovriera e assonnata battezzando la prima in campionato nello stadio intitolato a Maradona. Nessun paragone, ovviamente, ma la sua velocità nello stretto e la sua tecnica sembrano essere qualità indispensabili per una squadra che non può permettersi di viaggiare a ritmi blandi. Manda di fatto da solo in scacco la Sampdoria con il colpo di testa del pareggio, non il pezzo forte della casa, palo e assist per Petagna.
5. Andrea Consigli (Sassuolo)
Di portieri in versione Batman la giornata ne ha presentati diversi, da Silvestri del Verona al Cragno che nel primo tempo si è opposto in ogni modo all’Inter. L’estremo difensore dei neroverdi però fa meglio di tutti, mantenendo la porta inviolata e trasformandosi nell’incubo di Pippo Inzaghi, uno che dai duelli con i portieri era solito uscire vincitore. Nella ripresa, dopo l’espulsione di Haraslin, si gioca di fatto a una porta, ma l’ex atalantino prende letteralmente tutto. Ci prova a rotazione tutta la rosa del Benevento, da Caprari a Insigne, da Lapadula a Improta, ma mani e corpo di Consigli sono ovunque. O quasi, come testimoniato dalla traversa colpita da Iago…
6. Allenatore: Luca Gotti (Udinese)
La terza vittoria consecutiva dei bianconeri chiude il primo campionato completo del tecnico veneto sulla panchina friulana. Lo score di 48 punti in 38 partite a cavallo di due tornei è di tutto rispetto, considerando anche le condizioni particolari in cui si sta giocando. Dopo Roma sponda Lazio fa bottino pieno anche in casa di un Torino mai così brutto come in questa occasione. Merito di un’Udinese quadrata e ben messa in campo dal suo allenatore, bravo a far stringere i denti al gruppo nei momenti più difficili e a mixare bene la qualità del parco offensivo dalla trequarti in su con l’organizzazione dell’assetto difensivo. I Pozzo respirano: spiragli di una stagione tranquilla dopo tante sofferenze.