La top 5 dei calciatori della 13ª giornata di Serie A

Alessandro Sabattini/Getty Images
facebooktwitterreddit

I due scontri diretti alle spalle delle prime due accorciano la classifica e definendo meglio le gerarchie dopo un terzo di campionato. Le prime tre provano la fuga, mentre per il quarto posto si preannuncia un volatone con tante pretendenti. Inter e Juventus sfruttano il calendario favorevole, seppur con prestazioni di tenore diverso, come peraltro diverso è stato l'atteggiamento degli avversari. Il tutto mentre il Milan legittima le parole di Pioli sulla qualità delle alternative a Ibrahimovic e la Dea si scopre bella anche senza il proprio cavaliere più famoso...

1. Rafael Leao (Milan)

MB Media/Getty Images

Il gol più veloce nella storia della Serie A lo proietta nella storia, chissà per quanto tempo. Pioli e i tifosi rossoneri sono però molto più interessati alla prova di sostanza e qualità fornita dal portoghese in un momento cruciale, senza Ibrahimovic. Marca una differenza evidente rispetto al Rebic degli ultimi tempi, ma dall’altra parte visto il bagaglio tecnico e atletico mostrato svela implicitamente di essere stato fermato in troppe occasioni dalla scarsa ispirazione…

2. Ciro Immobile (Lazio)

Giuseppe Bellini/Getty Images

Il bomberissimo e Luis Alberto sono le anime della squadra di Inzaghi che vince lo scontro diretto tra deluse contro il Napoli e si rilancia inaspettatamente anche rispetto alla Roma. Il capitano si fa preferire rispetto allo spagnolo, ma solo per un’incollatura, legata all’assist vincente per il compagno dopo il gran gol di testa che sblocca la partita. E poi ci mette la solita generosità in fase di non possesso. La media-gol resta impressionante, Piola si avvicina e il trio di fenomeni CR7-Ibra-Lukaku non scappa...

3. Cristiano Ronaldo (Juventus)

Jonathan Moscrop/Getty Images

Nella Juve che passeggia al “Tardini” può essere banale scegliere il portoghese come solito migliore in campo, perché si è visto anche un Alex Sandro ispirato come non accadeva da tempo e McKennie ancora in versione disturbatore. Cristiano ha però sempre dalla propria parte i numeri: con i gol numero 11 e 12 in campionato eguaglia il primato bianconero di Omar Sivori in un anno solare e cancella, almeno in parte, la pessima giornata contro l’Atalanta. A Parma non aveva ancora segnato e quello stacco imperioso che gli permette di tornare alla rete su azione è già storia…

4. Charalampos Lykogiannis (Cagliari)

Enrico Locci/Getty Images

L’esterno greco è una delle poche certezze in una prima parte di stagione piuttosto anonima per i sardi. Sotto la gestione Di Francesco l’ex Olympiacos ha conquistato la maglia da titolare in pianta stabile, legittimata ogni settimana grazie a prestazioni di qualità. La seconda punizione vincente della stagione dopo quella contro il Crotone non basta per la vittoria contro l’Udinese, ma è uno spettacolo, insieme al filtrante nella ripresa sul quale Joao Pedro non arriva per un soffio. Ma ancora più importante per l’allenatore è il recupero difensivo su Pussetto in avvio di partita.

5. Jakub Jankto (Sampdoria)

Paolo Rattini/Getty Images

Il ceco continua a fornire prestazioni altalenanti, ma si prende la copertina nella squadra che si aggiudica la classifica “di tappa” delle seconde dieci, facendo capolino nella parte sinistra della classifica. Dopo il blitz di Verona il calendario propone il Crotone e i blucerchiati non sbagliano. Ranieri indovina le scelte e l’ex Udinese è ispirato: gol e assist, ma anche tanta corsa sulla fascia nelle due fasi.

6. Allenatore: Gian Piero Gasperini (Atalnata)

Jonathan Moscrop/Getty Images

La goleada alla Roma promette di segnare una svolta nella stagione così come era accaduto con la rimonta sul Napoli nella prima stagione di Gasp a Bergamo dopo un inizio sofferto. Dopo un primo tempo deludente in tanti avevano fatto il funerale alla Dea, sepolta da un gioco uguale a se stesso e dai noti malumori interni. E invece ecco la carta Muriel insieme all’ispirazione del fuoriclasse Ilicic e la giostra riparte. Un segnale molto chiaro da parte del gruppo che segue ancora il proprio mentore, che certifica l’addio di Gomez e la superiorità di un’idea di gioco sui singoli.