La top 5 dei calciatori della 19ª giornata di Serie A
Il campionato archivia la fase ascendente, o quasi, perché c'è ancora da giocare una partita, quel Juventus-Napoli che vista la classifica promette di mettere in palio punti molto importanti, quando mai si giocherà... L'ultima di andata è nel segno delle rivelazioni Atalanta e Verona, protagoniste delle vittorie più significative del weekend contro Milan e Napoli, ma pure dell'Udinese, che in quattro giorni ferma la stessa Dea e un'Inter come al solito nervosa in una partita chiave, ma inaspettatamente spenta. Vero che il titolo d'inverno è solo simbolico, ma i punti persi non tornano. Ne sa qualcosa la Juventus, che prende punti alle prime grazie alla vittoria di routine contro il Bologna. Perché sono queste le partite che vanno vinte per restare in quota e farsi trovare pronti prima di un volatone primaverile che si annuncia mozzafiato...
1. Mattia Zaccagni (Hellas Verona)
Ti faccio male e tu mi acquisti. La parabola di causa-effetto vista tante volte nella storia del calcio potrebbe ripetersi presto con l’incursore gialloblù, dato vicino proprio a quel Napoli che ha contribuito a stendere. Il ritorno di Tameze ha permesso a Juric di non toccare la coppia di trequartisti composta dal romagnolo e da Barak e i due hanno messo a soqquadro difesa e centrocampo della squadra di Gattuso. Zaccagni gioca in fiducia e si vede, facendo praticamente tutto: regista, incursore e assist-man. Un altro gol e un altro passaggio vincente impreziosiscono una stagione già super con la “chicca” della civile protesta con l’arbitro per l’ammonizione dopo la dedica al papà.
2. Cristian Romero (Atalanta)
Ci sarebbe da esaltare la prova di forza e qualitativamente valida di Duvan Zapata, ma soprattutto quella da fuoriclasse autentico di Josip Ilicic, che nel teatro delle imprese in Champions della Dea nella passata stagione dispensa la solita qualità a fiumi. Il The Best della formazione di Gasperini va però al centrale argentino, che non sbaglia una virgola. Sblocca il risultato con un gol da attaccante vero e tanto di avvitamento, mette la museruola a Ibrahimovic senza neppure ricorrere alle maniere forti (non un dettaglio da poco, viste le caratteristiche del soggetto) e chiude mandando in porta Zapata per il gol dell’apoteosi. Sembra già pronto per il Real Madrid…
3. Borja Mayoral (Roma)
In un’altra giornata pazza per i giallorossi, quantomeno lo spagnolo risponde presente. Con il titolare della cattedra da centravanti fuoriuso, l’ex gioiellino del Real Madrid sale a quota 8 gol stagionali, cinque dei quali in campionato e quattro decisivi. Numeri confortanti considerando il minutaggio e il doveroso ambientamento nel calcio italiano. Le caratteristiche sono diverse rispetto a quelle di Dzeko e fanno pensare a una possibile convivenza, nell’attesa il campionario mostrato fa sorridere: rapace nel primo gol, tecnico e scaltro sul secondo. Forse non è ancora pronto per una maglia da titolare in pianta stabile, ma la crescita è evidente.
4. Sergej Milinkovic-Savic (Lazio)
La Lazio è la squadra più in forma del momento tra le big. Con quattro vittorie consecutive i biancocelesti si sono rimessi in corsa per la Champions e hanno recuperato punti a tutti, sei sul Milan, addirittura sette sull’Inter, tre sulla Juventus e cinque sulla Roma. Senza il "gemello" Luis Alberto battere un Sassuolo sì in crisi di risultati, ma sempre temibile, non era facile, ma se il serbo gioca da leader nulla è impossibile. Akra-Akpro non può certo dare il contributo dello spagnolo e allora Savic fa tutto: regista, ispiratore di tutte le azioni pericolose e come sempre incursore. Il gol del pareggio con tanto di esultanza rabbiosa è da leader vero.
5. Mattia Perin (Genoa)
Con 11 punti in sei partite il Grifone vola con una media da Europa League sotto la gestione Ballardini. Tanti i giocatori ringalluzziti dopo il cambio di gestione tecnica, a partire da Mattia Destro tornato bomber seriale, ma contro il Cagliari la copertina va al portierone, autore di tre interventi prodigiosi su Joao Pedro e Simeone. Reattività, senso della posizione e riflessi: riecco il talento che era arrivato in Nazionale e alla Juventus, ma mai più visto su questi livelli dopo i gravi infortuni.
6. Allenatore: Gian Piero Gasperini (Atalanta)
Per sua stessa ammissione si tratta di una delle migliori prestazioni dell’intero suo ciclo atalantino. Non male in casa della prima in classifica che segnava almeno un gol da 38 partite di campionato e non male considerando che il Papu è ormai un ricordo. Pioli lo agevola con la scelta di schierare Meitè tra le linee, tentativo che andava nella direzione di far allargare le maglie della difesa nerazzurra, ma che alla fine appiattisce la mediana e la trequarti rossonera, ma la personalità mostrata dall’Atalanta è tutta figlia del tecnico torinese, che con Pessina al posto di Gomez ha confermato di aver perso in fantasia, ma acquisito in solidità e capacità di ribaltare il campo. L’andata finisce col botto e in un campionato così incerto è consigliabile non porsi limiti. Gasp lo sa, ma non può ammetterlo…