La top 5 dei calciatori della 20ª giornata di Serie A
Prima di ritorno senza scossoni a livello di classifica. Del resto, il calendario non presentava difficoltà estreme per le big, tutte vittoriose con discreta facilità e abbastanza convincenti, almeno in base alle proprie caratteristiche. Stecca solo l’Atalanta ed è uno stop pesante, perché Gasp può solo consolarsi con gli scontri diretti ancora a favore rispetto alla Lazio, ma perdere terreno mentre vincono tutte le altre big è un duro colpo e risolleva gli interrogativi sul dopo-Gomez. Intanto aspettando le “semitappe” di Coppa Italia e a tre settimane dal derby, nella top della settimana non ci sono i leader della classifica cannonieri, ma stelle più o meno giovani che vogliono mettersi alle spalle un girone d’andata da dimenticare.
1. Henrikh Mkhitaryan (Roma)
Se c'è vita oltre il pianeta Dzeko lo si saprà da martedì quando, salvo sorprese, toccherà ai dirigenti far scoppiare la pace tra l'ex capitano e Fonseca. Intanto, però, davanti le cose girano bene anche senza il totem bosniaco. Segnare tre gol al Verona non è la cosa più facile del campionato, la Roma lo fa mandando in rete un difensore, una mezza punta e un centravanti. Ottima la prova dello spagnolo, sempre più calato nell'interpretazione del ruolo anche secondo caratteristiche non proprie, ancora super quella dell'armeno, che s'inventa il gol del raddoppio ed è sempre più il leader tecnico della squadra. Dieci assist e undici gol stagionali ne fanno il riferimento in campo del gruppo, schemi a parte.
2. Giorgio Chiellini (Juventus)
Pirlo sembra aver trovato la quadratura del cerchio con Arthur titolare fisso a centrocampo, un po’ play un po’ frangiflutti e con McKennie variabile impazzita, ma la presenza in difesa della roccia con il numero 3 sulla schiena è una variabile da non trascurare. Il Capitano è ufficialmente tornato e ad accorgersene sono in tanti: il primo è l’amico Quagliarella, che si vede negato il gol del pareggio, il secondo è Szczesny, che non è più l’unico a fare miracoli nella retroguardia bianconera. La squadra ne guadagna in personalità. E Mancini gongola in vista di giugno…
3. Lukasz Skorupski (Bologna)
Alla fine la squadra perde di misura e sogna il clamoroso pareggio nel finale inaspettatamente sofferto per un Milan a lungo padrone del campo, però se Mihajlovic resta in gara fino al fischio conclusivo il merito è delle super parate del portierone polacco. Non è da tutti dire di no tre volte tre in una gara a Zlatan Ibrahimovic, che sarà stato anche stralunato dopo i fatti di Coppa Italia, ma che resta uno che quando centra lo specchio sa dove piazzarla. Non al “Dall’Ara”, dove lo svedese non riesce proprio ad esultare. Quella sul rigore è la parata meno difficile per l’ex romanista nell’azione paradigma della partita: nessuno lo aiuta e Rebic insacca…
4. Eljif Elmas (Napoli)
Se a 22 anni hai già giocato più di 20 partite in Nazionale, con la quale ti sei peraltro pure qualificato agli Europei per la prima volta nella storia, e soprattutto se il tuo ruolo non è nitidamente definito ci può stare di avere qualche alto e basso nel rendimento, proprio dovuto alle tante posizioni cambiate. Il talento in questione è però puro e neppure tanto grezzo. Il macedone lo dimostra nel momento più importante, uno dei più delicati della stagione del Napoli. Il gol al Parma è certo favorito dalla difesa emiliana, ma in quello slalom e nel tocco vincente c'è tutto il calcio dell'ex, che sfrutta la prima occasione da titolare datagli da Gattuso in stagione. E trattandosi di una mezzala il passaggio al 4-3-3 sembra inevitabile...
5. Ciro Immobile (Lazio)
Il suo nome nel tabellino non c’è, anche se un pallone in fondo alla rete lo mette, pur in fuorigioco, e allora è giusto menzionarlo proprio in una giornata come queste. La Lazio fa nera l’Atalanta a domicilio grazie a una straordinaria prova di squadra con il centravanti nei panni dell’universale dell’attacco. Paradigmatica l’azione del raddoppio, con rilancio di Reina e spizzata del bomber per Correa. Non può che esultare alla fine di una gara che lo vede correre su tutto il fronte d’attacco senza mai perdere lucidità. Visione di gioco, generosità e pure fisicità. Insostituibile anche in chiave Nazionale, pensando alla qualità di cui può disporre Mancini tra centrocampo e trequarti…
6. Allenatore: Simone Inzaghi (Lazio)
Un autentico capolavoro tattico e anche di umiltà. In settimana aveva buttato via la qualificazione alla semifinale di Coppa Italia perdendo una partita spettacolare, ma pazza, con l’uomo in più, ma la lezione è andata a memoria e il risultato è quello di annichilire uno dei tecnici più evoluti a livello tattico come Gasperini. Vero che alla Dea mancavano giocatori chiave come Hateboer e Gosens e che i sostituti non sono all’altezza, ma la partita dimostra come quella di tenere ritmi altissimi sia l’unica idea per soffocare le caratteristiche dei nerazzurri. Il resto lo fa l’organizzazione data dal tecnico ad una squadra che ha qualità ed equilibrio in ogni reparto. Ne esce la partita perfetta: l’Atalanta non tira mai per un tempo e deve snaturarsi nella ripresa con la difesa a quattro. L’apoteosi con le sostituzioni da cui nascono il terzo gol.