La Top 5 dei migliori calciatori della 10ª giornata di Serie A
Se l’esterno fluidifica e magari segna pure e il centravanti fa gol, si vola… Uno degli schemi più antichi della storia del calcio torna d’attualità nella top della decima giornata, composta da cecchini infallibili o quasi davanti al portiere avversario e da giocatori che sulla fascia mettono qualità e quantità. Le buone notizie sono soprattutto per l’Inter, che scopre finalmente uno dei giocatori più attesi dell’ultimo mercato, e per Roberto Mancini, che si scalda per l’ottima condizione di due delle stelle della sua Nazionale che corre verso l’Europeo. Certo la forma andrà mantenuta fino all’estate, ma chi sa inventare e segnare lo sa fare sempre…
1. Lorenzo Insigne (Napoli)
Seconda doppia consecutiva in campionato per il capitano azzurro, che a Crotone festeggia due cifre tonde. Come contro la Roma, il 24 è protagonista di un gol, il numero 70 in Serie A, e di un assist, per Lozano, il 60° in massima serie. E che gol, una vera e propria pennellata che sbroglia una partita in discesa solo da quel momento e al contrario fino ad allora più complicata del previsto. Questo devono fare i trascinatori e i leader, non solo tecnici, di un gruppo che non vuole porsi obiettivi, il cui simbolo sembra pronto per una stagione all’insegna della continuità con sullo sfondo un Europeo buono per la consacrazione.
2. Achraf Hakimi (Inter)
Se in casa nerazzurra è davvero cambiato tutto dopo la notte contro il Real lo si saprà alla fine della fase a gironi di Champions, ma se la terza vittoria consecutiva è un segnale importante, il risveglio del marocchino, dopo quello di Vidal contro il Sassuolo, è un indizio da non sottovalutare. Sarà l’orgoglio del campione dopo le prestazioni di Darmian che ne minacciano la titolarità, fatto sta che per la prima volta Conte e i tifosi (da casa…) vedono il giocatore tanto atteso, quello che aveva castigato i nerazzurri lo scorso anno in Champions con il Dortmund, come attenzione in fase difensiva, ma soprattutto qualità degli inserimenti offensivi e senso del gol. Il controllo che precede la prima rete in A è un gioiello, poi prende fiducia ed è incontenibile fino alla doppietta.
3. Ciro Immobile (Lazio)
La media-gol non fa stare tranquilli Ronaldo, Ibrahimovic, Lukaku e tutti quelli che puntano al trono dei bomber, perché il centravanti biancoceleste sembra fare sul serio nell’assalto alla quarta classifica cannonieri della carriera. Con quello allo Spezia (30a squadra diversa cui segna in A) sono 10 centri in 11 partite ufficiali in stagione, sei in otto gare di campionato per un totale di 141 reti in massima serie. Ah, tanto per gradire sono diventate otto le partite consecutive in cui va a segno in campionato. Un gol peraltro dei suoi, con quell’irresistibile scatto in profondità prima della fredda esecuzione davanti al portiere, il tutto alla prima occasione buona della partita. Poi non si assenta dalla gara, facendo giocare bene la squadra. Implacabile contro le neopromosse: 35 gol in 38 partite, ma non chiamatelo quello dai gol facili…
4. Juan Cuadrado (Juventus)
Chissà se, ormai consacrato nel nuovo ruolo di esterno basso, il colombiano avrà un pensiero anche per Max Allegri, che lo ha impostato per la prima volta in questa posizione, e soprattutto a Maurizio Sarri, che lì lo ha utlizzato in pianta stabile. Fatto sta che il Toro lo mata lui a livello tecnico e temperamentale: quella staffilata annullata per il fuorigioco di Bonucci scuote una squadra fino a quel momento dormiente, poi continua ad arare la fascia di competenza con qualità e quantità servendo due assist perfetti che ribaltano la partita. Sempre più insostituibile (ed anche senza alternative...).
5. Wilfried Singo (Torino)
L’ivoriano è davvero l’unica nota positiva nel drammatico inizio di stagione del Toro. Titolare a furor di popolo, fino al rinnovo del contratto, il classe 2000 che ha spodestato Vojvoda, uno dei fiori all’occhiello dell’ultimo mercato, supera a pieni voti anche la prova del derby dopo l’ottima prova contro la Samp. Contro i bianconeri il ragazzo sfodera forza fisica e discreta tecnica, ma soprattutto coraggio, personalità e senso tattico in fase difensiva in un ruolo delicato come il quinto di centrocampo. Non ha paura negli uno contro uno con Ronaldo e Chiesa, costringendoli a una serata opaca. Cala alla distanza come contro i blucerchiati, ma Cairo può fregarsi le mani.
6. Allenatore: Stefano Pioli (Milan)
L'ottava vittoria su dieci partite di campionato arriva contro un avversario mai facile e contro il maestro Ranieri, ma soprattutto senza tre titolari. Kjaer, Bennacer e Ibrahimovic non si regalano a nessuno rappresentando l'ossatura portante della squadra in tutti i reparti come sicurezza difensiva, gestione del pallone e catalizzatore della manovra offensiva. Eppure la squadra disputa una partita di personalità nella gestione del pallone e anche di umiltà nelle varie fasi dell'incontro. Azzecca anche i cambi sostituendo Diaz col più brillante Hauge e riesce sempre a tenere la squadra corta. Sempre più in possesso del gruppo.
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