La Top 5 dei migliori calciatori della 14ª giornata di Serie A
Il calcio italiano saluta l’anno più tribolato della sua storia con un’altra serata di emozioni, anzi due includendo il fragoroso ko della Juventus contro la Fiorentina. Una sconfitta che, pur non avendo ancora neppure toccato la boa di metà campionato, sembra preludere ad un passaggio di consegne, complice anche la sentenza che ha tolto ai bianconeri i tre punti acquisiti a tavolino contro il Napoli. Sarà testa a testa tutto milanese per lo scudetto? Gennaio e febbraio, con i tanti scontri diretti in programma, diranno qualcosa di più. Intanto godiamoci gli ultimi protagonisti dell’anno, tra ex al veleno e terzini d’assalto. Non solo in salsa rossonerazzurra…
1. Hakan Calhanoglu (Milan)
Gennaio è alle porte e con esso la teorica possibilità di accordarsi con un’altra squadra a parametro zero per la prossima stagione. Il rendimento del fantasista turco resta però molto elevato e, particolare non secondario, contro la Lazio arriva un’altra partita da ricordare in assenza di Ibrahimovic. Nei primi 20 minuti è protagonista di un vero e proprio show tra percussioni, giocate di qualità e tanta sostanza. Serve l’assist per Rebic, trasforma il rigore del 2-0, per il primo gol stagionale in campionato, poi non esce mai dalla partita e allo scadere ecco l’angolo per la zuccata di Hernandez. Sette assist in campionato, cinque nelle ultime quattro partite.
2. Martin Caceres (Fiorentina)
Contro la Juventus gli schemi televisivi lo indicavano come terzo centrale, ma nella realtà l’uruguaiano ha fatto il quinto di centrocampo, anzi lo stantuffo. Al cospetto della squadra per la quale ha giocato in tre riprese e vinto tanto 'El Pelado' disputa una partita da incorniciare sotto tutti i punti di vista. Spina nel fianco dal punto di vista tattico fin dall’inizio, ha fiato fino al 90’ e ci aggiunge senso della posizione e concentrazione nell’entrare nelle azioni decisive: il gol che chiude la partita arriva molto dopo il super salvataggio su Ronaldo sullo 0-1.
3. Luis Muriel (Atalanta)
Quattro gol su nove in stagione tra tutte le competizioni il colombiano li ha realizzati da subentrante, mostrandosi la vera arma in più dalla panchina per Gasperini che dopo il caso Gomez ha più bisogno che mai di attingere alle proprie risorse. La media-gol per i minuti giocati è di una rete ogni 64 minuti e anche a Bologna l’ex Samp mostra un campionario che lo renderebbe meritevole della maglia da titolare fisso, ma Zapata sembra ancora intoccabile. Non questa volta, però, perché Gasp sembrava averla letta bene e invece senza Luis e con il "panterone" Duvan in campo la squadra arretra troppo e finisce per essere rimontata.
4. Junior Messias (Crotone)
Seconda vittoria per i calabresi, ancora nel segno della propria stella. Il brasiliano bussa due volte, come contro lo Spezia. E si tratta ancora di marcature non esattamente banali: dallo slalom al pallonetto, geniale già nel pensiero. Ma non solo, perché a prescindere dal compagno d’attacco, Simy o Riviere, l’ex Gozzano è il vero riferimento per i compagni, a livello tattico e di leadership. Fa da prima e da seconda punta, accorciando ed allungando la squadra e prodigandosi anche in preziosi recuperi difensivi nei momenti di massima sofferenza. Da solo può valere una bella fetta di salvezza.
5. Gaetano Letizia (Benevento)
I sanniti veleggiano verso una salvezza tranquilla e l’esterno di Scampia è ormai uno dei leader della formazione di Inzaghi. Al terzo campionato di Serie A l’ex Carpi è ormai pronto per quel salto di qualità che in tanti gli avevano pronosticato già ai tempi del debutto. Dopo il gran gol alla Juventus non si è adagiato, continuando al contrario a macinare prestazioni positive e di personalità, da vero leader. Ad Udine alterna spinta e saggio contenimento, risultando però letale nelle ripartenze. Il gol dello 0-2 è un gioiello, ma evidentemente non sa segnare reti normali…
6. Allenatore: Stefano Pioli (Milan)
Se riescono anche le due sostituzioni del 92’, con gli ingressi di Dalot e Maldini junior, che non arrivano ai 40 anni in due, significa che potrebbe davvero essere l’anno buono… Di sicuro buonissimo è stato il 2020 del tecnico emiliano, capace di far tornare a sognare i tifosi rossoneri. La media-punti è da scudetto, ma per il momento purtroppo per il mister è spalmata su due mezzi campionati. Contro la Lazio arriva un’altra zampata finale, che questa volta porta tre punti. La sua squadra ha sempre un’anima e un’identità ben precisa, cercando il gioco anche nei momenti più convulsi. Trasmette serenità e scelte oculate dalla panchina. Ora c’è bisogno di rifiatare poi lo sprint di gennaio per capire se ci si potrà ancora nascondere o meno…
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