La Top 5 dei migliori calciatori della 5ª giornata di Champions League
Mentre il calcio spagnolo si interroga sul proprio stato, con due squadre su quattro a rischio eliminazione e un turno che ha portato un solo successo, del Barcellona sulla cenerentola Ferencvaros, e due sconfitte, un ex figlio del Camp Nou si desta dal lungo torpore in Europa tornando a meritarsi votoni e titoloni. Neymar fa grande il Psg nella notte del sollievo per Thomas Tuchel impreziosendo di grandi nomi una top five in cui c’è anche spazio per un po’ d’Italia non solo grazie al totem di un’Inter che torna a sperare e che sorride per aver trovato un nuovo leader.
1. Romelu Lukaku (Inter)
Il belga meriterebbe un discorso a parte, ma il suo… futuro vice all’Inter si è messo in mezzo togliendogli la copertina di giornata, così il centravanti nerazzurro ruba a propria volta la scena all’amico Matteo Darmian, compagno anche nel Manchester United e capace di far venir i sudori freddi ad Hakimi, in questa fase della stagione costretto ad accontentarsi del ruolo di rincalzo. Oltre al gol, segnato con la collaborazione di Sommer, ma comunque storico in quanto prima rete tutta italiana (marcatore+assistman) dell’Inter in Champions da dodici anni, l’esterno pupillo di Conte ci mette tanta corsa e qualità offensiva nel primo tempo e saggezza in fase di contenimento nella ripresa, prima della sostituzione. La prova-monstre di Lukaku lascia però senza parole: il destro a incrociare del 2-1 è da fuoriclasse, il tocco di sinistro per il 3-1 da bomber d’area, il colpo di tacco con cui avvia l’azione della rete di Darmian poesia. Ma non si limita a questo, risultando da punto di riferimento per la manovra offensiva tra scatti in profondità e sponde, condendo il tutto con atteggiamenti in campo da vero leader. Era atteso in una partita chiave e questa volta ha convinto tutti.
2. Neymar (Paris Saint-Germain)
La sua ultima doppietta in Champions in una partita “vera” risaliva al famoso 6-1 del Barcellona proprio al Psg, la rimonta che è leggenda dal 4-0 dell’andata. Era il marzo 2017 e se sono passati oltre 30 mesi e con la maglia dei francesi O’Ney non era mai riuscito nell’”impresa” è chiaro che le cose sotto la Torre Eiffel non erano ancora andate così bene, almeno in campo internazionale. Per tornare a dare prova del proprio talento il brasiliano sceglie il tempio di Old Trafford, che resta tale anche senza tifosi. Dribbling riusciti e giocate intelligenti compongono una prova da ricordare, i due gol facili facili servono per il tabellino e per inguaiare i Red Devils, ora a rischio eliminazione. Poi, a fine partita, quel messaggio: “Voglio tornare a giocare con Messi”. Ok, ma dove?
3. Mërgim Berisha (Red Bull Salisburgo)
L’augurio non può che essere quello di fare meglio dell’omonimo messosi in evidenza proprio a Salisburgo, ma che ha poi fallito il salto di qualità con la Lazio. Qui, però, sembra di parlare di altra pasta e non solo per il ruolo differente, da centrocampista di rottura a punta moderna. La sua squadra si avvia all’eliminazione, ma a testa alta in un girone proibitivo e con quattro reti in cinque partite giocate (più le cinque in campionato) il tedesco-kosovaro ha numeri in grado di far concorrenza ad Haaland. Forte fisicamente quanto freddo davanti alla porta avversaria e valido tecnicamente nel dialogo con i compagni. Da seguire, e possibilmente, da comprare da parte delle big europee, la Germania del melting pot ha trovato un nuovo centravanti.
4. Federico Chiesa (Juventus)
Ok, l’avversario era quello che era, ma una prestazione di questa portata con primo gol in Champions e assist deve essere riconosciuta. All’interno di una squadra che fatica ancora ad avere un’idea di gioco e soprattutto di squadra, l’ex viola si ricorda del proprio talento mostrandolo in pieno nelle giocate di qualità nella fase offensiva di cui godono Ronaldo e Morata. I tre insieme sono un bel vedere, ma ancora più importanti sono i recuperi profondi in fase difensiva compiuti da Federico, anche in una partita in cui questi non erano indispensabili… Punto di partenza
5. Cristian Romero (Atalanta)
Non è ancora dato sapere se in casa Juventus si stanno mordendo le mani per aver lasciato il diritto di riscatto alla Dea, fatto sta che se i bianconeri sono a caccia di difensori di personalità l’argentino acquistato dal Genoa era la scelta giusta. Gasperini gli dà ormai fiducia stabilmente tra i titolari e l’ex Belgrano mostra per una sera il know-how dell’attaccante con uno stacco da figurina e da centravanti vero con cui regala ai suoi un punto che potrebbe essere di platino. Dietro ha poco da fare e per una volta lo fa in modo pulito, limitando gli interventi duri, ma rischiando sugli anticipi come è nel suo repertorio.
6. Allenatore: Luis Castro (Shakhtar Donetsk)
Sentirlo dichiarare al termine della partita “abbiamo dimostrato di essere superiori al Real Madrid” sembra l’anticalcio, eppure nel pazzo 2020 è successo anche questo. Gli ucraini hanno strappato sei punti su sei ai blasonatissimi Blancos ed ora sono padroni del proprio destino perché battendo l’Inter sarebbero qualificati in un girone in cui erano designati come quarta forza e dopo aver incassato dieci reti in due partite dal Gladbach. Calcio folle, ma il tecnico portoghese ha fatto un gran lavoro su un modello di squadra ormai consolidato da anni, con tanta tecnica brasiliana e una mentalità moderna. Nel primo tempo rischia e molto, ma nella ripresa i suoi hanno il coraggio di andare ad attaccare alto un avversario più forte tecnicamente, ma stanco e sfiduciato. Chi non risica non rosica. L’Inter è avvisata…
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