La Top 5 dei migliori calciatori della 7ª giornata di Serie A
La Serie A va in letargo per una settimana, per lasciare spazio ai discussi impegni delle Nazionali, lasciando agli appassionati molti indizi di un'annata incerta ed equilibrata. Se verso il basso lo dirà il tempo, intanto il settimo turno è quello delle occasioni perse. Tra rimonte subite ed effettuate, giornate di scarsa vena e gol falliti, hanno tutte qualcosa da rimpiangere a parte la Roma, l'unica imbattuta, sul campo, insieme alla Juventus. I giallorossi scoppiano di salute fisica e mentale e chiudono un podio che fa riflettere, privo di squadre impegnate in Champions...
1. Cristiano Ronaldo (Juventus)
Sei gol in cinque partite di campionato, più legni e magie varie. La concorrenza è avvisata, dopo averlo mancato nei primi due anni Ronaldo punta dritto il trono dei bomber nella terza stagione di Serie A, possibilmente con una media-gol in stile Real Madrid. Anche all’Olimpico il portoghese si carica la Juve sulle spalle, come fatto a Cesena contro lo Spezia dopo essere entrato in campo, andando ben oltre il gol facile facile del vantaggio bianconero. Un palo, super-parate di Reina e tanto movimento per i compagni. E appena esce, la luce, peraltro piuttosto fioca, si spegne…
2. Henrikh Mkhitaryan (Roma)
Un gol da trequartista e due da falso centravanti, in appena venti minuti, dopo l’ottima intuizione di Fonseca di rivoltare l’attacco giallorosso. Già a segno giovedì contro il Cluj, non aveva ancora segnato in campionato, ma si prende la scena dimostrando di vivere un gran momento di forma fisica e di autostima. Ora che la condizione lo assiste può diventare un fattore e far girare tutto l’attacco giallorosso in situazioni di emergenza. Se la squadra gira così senza Dzeko…
3. Marco Silvestri (Hellas Verona)
La sua assenza dalla lunghissima lista di convocati del ct Mancini grida vendetta. Ok gerarchie ed esperienza, ma l’estremo difensore gialloblù non è solo il meno battuto del campionato, ma anche uno dei portieri più in forma, sicuramente di più di qualcuno dei tre selezionati dal tecnico azzurro. La partita contro il Milan ne è solo un’altra riprova. L’ex Leeds ha raggiunto un livello di maturità tecnica e temperamentale tali da poter ragionevolmente aspirare al salto in una grande. Solo un colpo di testa di Ibra nel finale e un’autorete, compiendo almeno quattro interventi prodigiosi su Saelemaekers, Theo Hernandez, lo stesso Ibrahimovic e soprattutto Leao. Impeccabile e sicuro anche nelle uscite.
4. Mbala Nzola (Spezia)
Quella dell’attaccante franco-angolano, cresciuto in Portogallo, è una bella favola che al “Vigorito” sembra aver scritto solo i primi capitoli. Arrivato in Italia nel 2016, a Francavilla aveva destato le attenzioni di parecchie squadre, salvo poi approdare al Carpi, senza incantare. L’incontro del destino con Vincenzo Italiano è servito per il decollo, per entrambi. Prima Trapani, poi La Spezia, ecco un allenatore che sa sfruttare le caratteristiche di tecnica, velocità e senso del gol di un giocatore che sembra in grado di galleggiare con disinvoltura anche in massima serie grazie a una buona duttilità che gli consente di agire da prima o da seconda punta. Il repertorio mostrato a Benevento è abbastanza completo: gran gol al volo e stacco imperioso.
5. Joao Pedro (Cagliari)
Il paragone con Gigi Riva è piuttosto ardito, se non improprio, ma nel giorno del 76° compleanno di Rombo di Tuono il brasiliano eguaglia uno dei tanti record della leggenda rossoblù andando a segno in cinque delle prime sette giornate di campionato. Epoche diverse e calcio molto diverso, ma Joao, che ha toccato quota 62 centri col Cagliari, è ormai l’anima della squadra. Passano gli allenatori, ma, complice la società che ha deciso di resistere alle tante sirene di mercato, il 10 è sempre il punto fermo del gruppo, fuori e dentro lo spogliatoio. Ormai attaccante di ruolo, contro la Sampdoria suona la carica in ogni momento: gran palo di testa, rigore procurato e trasformato e tanto pressing.
6. Allenatore: Paulo Fonseca (Roma)
Un mese fa parte dell’opinione pubblica recriminava sulla sua riconferma, motivandola anche con il ridotto intervallo tra la fine della stagione precedente e l’inizio dell’attuale. Ora è tutto cambiato, perché il tecnico portoghese ha fatto parlare il campo attraverso un’ottima gestione a 360°, dal turnover alla lettura delle partite in corso d’opera. Dalla fascia destra alla porta, fino all’alternanza dei centrali difensivi, l’ex Shakhtar sta dimostrando di avere il polso della squadra e di essere credibile presso lo spogliatoio. Non da tutti l’intuizione Mkhitaryan centravanti dopo un’ora di nulla con Majoral. Come ti rivolto la partita in una mossa…
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