Lazio, avvocato Gentile: "Caso tamponi, denunciata la Gazzetta dello Sport. Immobile? Vi dico la verità"
Gian Michele Gentile, avvocato della Lazio, è intervenuto ai microfoni di Radio Punto Nuovo per fare chiarezza sulla questione Ciro Immobile ma più in generale sulla questione relativa ai tamponi e alle inchieste in corso.
Ecco le parole dell'avvocato Gentile: "Sentenze politiche nella giustizia sportiva? Un po' forzata, ma c'è da partire da un presupposto. La giustizia sportiva è ordinamento autonomi che ha regole che vanno accettate in funzione di un determinato assetto. Hanno come parametro il codice di giustizia sportiva e delle direttive di Figc per vigilare sulle violazioni delle norme di diritto sportivo. La giustizia sportiva agisce per valutare queste violazioni".
L'avvocato ha parlato anche di Juve-Napoli: "Ho letto la sentenza di Sandulli: voglio ricordare, primo, la responsabilità oggettiva che nessun ordinamento ha recepito ma che tutti viviamo come pressione, anche come nel caso degli ultras. Altro problema è quello della fretta: non ci sono i maxi-processi per fortuna, come per calciopoli, ma abbiamo fatto il primo grado il 25 luglio e l'appello il 2 agosto. Non è giustizia quella: è una finta giustizia. Però, dove si sacrifica la difesa e l'affidabilità del processo: bisogna finire troppo presto i processi. Nel caso del Napoli, io non mi sarei mosso da Napoli, stesso avrei consigliato alla Lazio: la salute prima di ogni cosa, mi sembra una cosa di buon senso".
Ancora l'avvocato sui tamponi: "Tamponi ballerini alla Lazio? Abbiamo due processi, uno sportivo ed uno in Campania nella quale si parla solo della prassi burocratica della Figc su chi deve segnalare un eventuale positivo. Mai messo in discussione che non si siano mai messi i risultati dei tamponi. Sulla vicenda scientifica dei tamponi, abbiamo una consapevolezza diffusa, anche da come viene eseguito. L'altezza del prelievo del naso incide. Sarebbe una follia se un presidente mandasse a giocare un calciatore positivo per poi far positivizzare anche gli altri. Nessuno dei giocatori della Lazio, a qualsiasi sistema si faccia riferimento, italiano o europeo, è sceso in campo col minimo dubbio. Immobile, prima di scendere in campo col Torino, aveva fatto un tampone venerdì che aveva accertato la negatività, dopo un ciclo che aveva testimoniato lo stesso percorso, come accertato anche dalle indagini. Il gene N? Un sintomo di una situazione di malessere che non è inequivocabilmente sintomo del coronavirus. Quando compare va fatto il tampone molecolare, se il molecolare è negativo, allora il gene N è sintomo di altro. Il problema è che la Uefa dà risalto al gene N, dice che è sintomo di coronavirus. La Lazio ha mandato i tamponi al Campus Biomedico: quando il Campus ha detto che i tre calciatori avevano il gene N, la Lazio ha fatto i tamponi che hanno dato esito negativo. Nessun calciatore è entrato in campo con il dubbio che potesse essere positivo. La Lazio rischia retrocessione o penalizzazione? L'unica contestazione fatta alla Lazio è stata quella di non aver fatto la segnalazione alla Asl, ma che parte da una errata revisione della nomenclatura giuridica, perché è il laboratorio a dover comunicare. Il laboratorio di Avellino ha fatto qui i tamponi ed ha dato regolare comunicazione all'Asl di Roma. La contestazione che ci è stata fatta dalla Procura Federale è un ritardo di due giorni".
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