Le 3 buone ragioni per cui il Cagliari non può ancora sentirsi tranquillo

Walter Mazzarri
Walter Mazzarri / Nicolò Campo/GettyImages
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il discorso lotta salvezza per il Cagliari poteva apparire in qualche modo chiuso già un mese fa, le cose semplici però non piacciono ai rossoblù: la zona rossa è sempre lì, la sfida resta agguerrita e ogni passo falso può ancora costare caro. Il Cagliari ha collezionato 5 sconfitte consecutive ed è tornato a vincere col Sassuolo: il bicchiere resta mezzo pieno solo per le mancate vittorie delle dirette concorrenti.

Il mese di aprile è spesso importante per il Cagliari, basi pensare allo scontro diretto col Parma che permise ai rossoblù di risalire, lo scorso anno. Quest'anno, nello stesso periodo, il Cagliari prova a rialzare la testa: l'anno scorso fu Cerri, adesso Deiola (decisivo nell'ultimo successo). La vittoria con il Sassuolo ha permesso al Cagliari di allungare, con un +6 su Genoa e Venezia, e il passo falso della Sampdoria può sancire il coinvolgimento degli stessi blucerchiati in una lotta a cinque.

Nessuno può dormire sonni tranquilli, niente è deciso e ogni sconfitta può costare la pelle. Il Cagliari ha allungato contro le rivali ma l'obiettivo non è ancora raggiunto: tre le principali ragioni per cui la squadra di Mazzarri non deve ancora rimanere tranquilla.

Alessandro Deiola
Deiola in gol col Sassuolo / Enrico Locci/GettyImages

Il calendario

Tre scontri diretti, con Genoa, Salernitana e Venezia, tutti e tre fuori casa. Il Venezia ha poi una partita da recuperare, ben due invece per la Salernitana. E proprio la squadra di Nicola non permette di cullarsi sugli allori, intrepretando ogni sfida come fosse l'ultima e non risparmiandosi mai, come visto a Marassi. Perdere uno scontro diretto equivale a scavarsi la fossa, anche un pareggio potrebbe non risultare così gradito come esito: impossibile, insomma, accontentarsi.

La mentalità

Nonostante il lavoro del tecnico sulla testa dei giocatori, palesato dopo il mercato invernale con risultati incoraggianti, rimane da fare i conti con la scarsa esperienza di tanti giocatori rossoblù in Serie A e in contesti in cui diventa necessario sudarsi la salvezza fino all'ultimo. La vittoria coi neroverdi è un piccolo tassello per allontanarsi da chi segue, servirà mantenere lucidità e cinismo anche nelle cinque sfide conclusive.

Joao Pedro Dos Santos Galvao
Joao Pedro / Marco Luzzani/GettyImages

Il leader

Pochi dubbi sul fatto che il leader indiscusso dei rossoblù sia Joao Pedro, tornato a farsi carico dei compagni e tornato soprattutto al gol. Non può però essere sempre lui a rappresentare il solo riferimento, la sola guida: anche i compagni dovranno sostenerlo, buttando il cuore oltre l'ostacolo e riuscendo a sopperire alle giornate no del capitano. La salvezza, insomma, non può dipendere solo da lui.