Le 5 note liete per la Fiorentina dopo il pari di Lecce
Quando la zona valida per l'Europa è ben più lontana della zona a rischio diventa impresa ardua scovare motivi di entusiasmo, ragioni per rafforzare la fiducia nei propri mezzi: 8 sono i punti che separano la Fiorentina dal settimo posto, ben 11 dal sesto, mentre le ultime posizioni sono ben più a ridosso e rappresentano certo un'ombra poco rassicurante per chi era partito con tutt'altro obiettivo.
Si tratta insomma di armarsi di lente d'ingrandimento e di scovare tra le pieghe di una partita, tra le righe di un momento: quali possono essere gli input incoraggianti dopo l'1-1 di Lecce al netto di un punto che - per la classifica e in vista di Fiorentina-Inter - non può soddisfare?
L'impatto di Cabral
L'infortunio patito in avvio da Jovic ha condotto Italiano a mandare in campo Cabral, naturale sostituto del serbo finito fin qui nel dimenticatoio: il brasiliano ha risposto con una prova convincente, vedendosi annullare un gol e fornendo poi l'assist a Kouamé con un morbido e preciso cross, soluzione certo insolita per un centravanti e per questo ancor più sorprendente. Proprio quando in tanti davano (e danno) già per conclusa la sua avventura in viola ecco dunque una risposta incoraggiante, aspettando il ritorno al gol.
Il solito Kouamé
Da sorpresa a conferma: Christian Kouamé ha scalato le gerarchie dell'attacco viola a partire dall'estate e ormai è diventato titolare trovando spazio come ala, a discapito di un Ikoné in ombra. Kouamé ha segnato, secondo gol dopo quello alla Juve, ma ancor di più si è rivelato generoso e pronto ad arretrare il raggio d'azione per aiutare la squadra in fase di non possesso, una caratteristiche che ha senz'altro colpito positivamente Italiano (rispetto a Sottil e Ikoné, meno orientati al sacrificio).
Una maggiore verticalità
Commisso lo aveva chiesto, Italiano sta provando a metterlo in pratica: la Fiorentina si è distinta fin qui per possesso e per numero di cross effettuati, sfruttando spesso il lavoro degli esterni alti ma anche le sovrapposizioni dei laterali bassi, il tutto finiva però spesso per risultare fine a se stesso, senza concretezza. Italiano ha fatto capire di voler percorrere maggiormente le vie centrali e in tal senso il lavoro di Bonaventura e Barak, coi loro inserimenti, può risultare una chiave importante per il prossimo futuro.
I tiri da fuori
Una nota lieta, spesso poco percorsa dai viola e intravista ieri a Lecce, riguarda la tendenza a cercare la soluzione da fuori area: Martinez Quarta e Nico Gonzalez hanno impegnato Falcone con due conclusioni più minacciose che mai, riuscendo a liberarsi al tiro e dimostrando doti importanti anche in quel senso. I tiratori non mancano, basti pensare anche a Mandragora, Barak o Bonaventura, ed è dunque confortante aver visto cercare più spesso una soluzione spesso evitata (favorendo magari l'apertura per l'esterno o il cross, anche da posizione sfavorevole).
Il ritorno dei big
Avere Nico Gonzalez e Milenkovic a disposizione fa assolutamente la differenza e averli avuti fin qui a mezzo servizio, in parte, spiega tante delle difficoltà sperimentate dai viola in questa prima parte di stagione. Igor e Quarta risultano più discontinui rispetto al serbo, capace (anche se entrato a partita in corso) di rappresentare un vero e proprio pilastro e di dare sicurezza al reparto. Nico Gonzalez, tenuto fermo a lungo da un problema al tallone, presenta caratteristiche altrettanto uniche, saltando l'uomo, conquistando punizioni preziose e riuscendo (rispetto agli altri esterni) a vestire più agevolmente i panni dell'attaccante.
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